Migliaia di chilometri di sentieri da nord a sud della penisola dei Balcani. E' la Via Dinarica. Ora il tratto del Kosovo verrà valorizzato ulteriormente grazie al progetto "NaturKosovo"
Nel 2017 il National Geographic definiva la Via Dinarica uno dei percorsi di trekking più promettenti al mondo. Si tratta di migliaia di chilometri di sentieri dalla Slovenia, a nord, sino a Kosovo e Albania, a sud, lungo la dorsale delle Alpi dinariche. Un sito ufficiale raccoglie tutte le informazioni a proposito e definisce tre principali percorsi, quello bianco, già definito in tutte le sue tappe e lungo 1261 km per quasi 50.00 metri di dislivello; quello blu - lungo il mare Adriatico - e quello verde, con ascese meno impegnative e particolarmente adatto alle due ruote.
Si va dai faggi di alcune dorsali della Slovenia ai duri e essenziali profili degli altopiani carsici, si affrontano cime oltre i 2000 metri, si costeggiano laghi alpini e si passa per il canyon del fiume Tara, il più profondo d’Europa.
“La Via Dinarica offre ai viaggiatori un percorso per un’avventura al di fuori dalle destinazioni tradizionali e per queste regioni complicate offre una speranza”, scrive Avery Stonich sulle pagine del National Geographic dopo averne percorso alcuni segmenti.
E’ con questo spirito che in questi anni molti progetti di cooperazione internazionale hanno investito per valorizzare questo percorso di trekking: da una parte vi è la consapevolezza che offre agli appassionati dell’outdoor paesaggi, sensazioni e incontri ormai andati perduti dall’ipersviluppo delle Alpi europee e al tempo stesso prospetta opportunità economiche e di sostenibilità per territori spesso marginali e colpiti dallo spopolamento. Infine, in un contesto regionale ancora contraddittorio e che porta le ferite dei conflitti degli anni ‘90, i sentieri non conoscono confini e lo spirito di chi li percorre contribuisce al dialogo e ad unire i paesi lungo i quali scorre la Via Dinarica.
E' in questo contesto che a fine giugno, in Kosovo, è stato presentato “NaturKosovo”, progetto finanziato dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo - Sede di Tirana, con una dotazione di quasi due milioni di euro, e volto a dare impulso nel paese allo sviluppo del turismo sostenibile, attraverso la salvaguardia e la valorizzazione del tratto kosovaro della Via Dinarica, nell’area delle municipalità di Peja, Decan e Junik. Il progetto si propone di intervenire sul modello di gestione del patrimonio culturale e del capitale naturale, sulla cura dei sentieri esistenti e mappatura di nuovi sentieri, su sicurezza e soccorso alpino, su servizi turistici di qualità per visitatori internazionali e sullo sviluppo della micro impresa locale.
“Con le nostre risorse culturali e naturali e con una buona cooperazione con i paesi limitrofi possiamo creare offerte congiunte e sviluppare la nostra regione - ha affermato Rozeta Hajdari, ministra dell’Industria, dell’Impresa e del Commercio, presente a Boge, in Val Rugova (LINK) per il lancio del progetto - il sentiero Via Dinarica così come altri percorsi come Peaks of the Balkans rappresentano storie di successo e dimostrano che il turismo d’avventura, le attività all’aperto e il patrimonio culturale possano funzionare”.
L’ambasciatore italiano in Kosovo, Antonello De Riu, ha poi sottolineato come nella fase attuativa del progetto verrà dedicata una particolare attenzione allo sviluppo dell'imprenditoria femminile e giovanile. “Questo per favorire la crescita economica e la creazione di professionalità qualificate con una prospettiva di lungo termine, fondamentale non solo per allinearsi alle strategie nazionali di sviluppo del governo kosovaro, ma anche per consolidare il cammino europeo del paese”, ha concluso.
L’iniziativa sarà realizzata dalle ong italiane Volontari nel Mondo RTM e Centro Laici Italiani per le Missioni - Celim , con la collaborazione tecnica del Club Alpino Italiano, del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile e della kosovara Utalaya Foundation. Quest’ultima è stata creata dall’alpinista Uta Ibrahimi - la prima donna kosovara a scalare l’Everest e instancabile promotrice di tematiche ambientaliste e del rispetto dei diritti umani - per sostenere i principi che soggiacciono alle sue imprese alpinistiche. La Fondazione si concentra in particolare su gruppi emarginati in Kosovo, come donne, minoranze, bambini e giovani, bambini con necessità speciali, giovani delle aree rurali.
“Sono le favolose bellezze delle nostre montagne a portare gente da diversi paesi in questa regione e il motivo che ha portato qui noi oggi - ha dichiarato Uta Ibrahimi, presente anche lei in val Rugova alla presentazione dell'iniziativa - a riunirci, per fare di più per la Via Dinarica”.
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