Sull'autostrada tra Pec e Decani resta sotto i colpi di sicari Enver Haradinaj, fratello dell'ex primo ministro del Kosovo. Un omicidio che lascia sconcertato il Kosovo. Dall'UNMIK inviti alla calma
Sull'autostrada che collega Pec e Decani, presso il villaggio di Rausic, ieri è stato aperto il fuoco su una macchina sulla quale viaggiava Enver Haradinaj, fratello dell'ex primo ministro del Kosovo Ramush Haradinaj, attualmente all'Aja, accusato di crimini di guerra.
Enver, 25 anni, era stato anch'esso, come il fratello, membro dell'UCK, esercito di liberazione del Kosovo.
La polizia non ha ancora rilasciato alcun dettaglio in merito all'incidente. Si pensa ad un possibile delitto collegato ad una faida famigliare.
L'omicidio non fa comunque che confermare un livello di violenza che in Kosovo rimane drammatico. Lo conferma anche Mauro Barisone, responsabile del Tavolo trentino con il Kosovo a Peja, che abbiamo sentito non appena diffusasi la notizia.
"Qui in città c'è molta tensione. Continuano a sfrecciare macchine della KFOR e della polizia. E' un altro fatto grave che lascia sconcertato il Kosovo. Non si sanno ancora i dettagli di quanto avvenuto ma è certo che si rischiano conseguenze, anche politiche. In ogni caso - conclude amaro Barisone - purtroppo gli omicidi, anche qui a Pec/Peja, sono all'ordine del giorno".
Sulla questione è intervenuta anche l'UNMIK, per voce del vice di Jessen-Petersen Larry Rossin: "Siamo rimasti sconvolti dall'omicidio di Enver Haradinaj ... voglio assicurare la famiglia Haradinaj e la gente del Kosovo che la polizia UNMIK utilizzerà tutte le proprie risorse per individuare i responsabili di questo crimine". Poi un invito alla calma, a dimostrazione del livello di tensione che si respira attualmente nella Provincia. "Chiedo a tutta le gente del Kosovo di dimostrare, davanti a questo crimine, la maturità ed il rispetto per lo stato di diritto che ha caratterizzato il Kosovo durante le sfide difficili dello scorso mese. E' questo tipo di comportamento, più di ogni altra cosa, che può aiutare a risolvere questo crimine e contemporaneamente può garantire che il Kosovo rimanga sul sentiero verso un futuro migliore che tutti desideriamo".
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