Ultimi nei Balcani occidentali, da inizio 2024 i cittadini kosovari possono viaggiare senza visto nell’area Schengen. Un’opportunità attesa da tempo e già sfruttata da migliaia di persone, e vista con estremo interesse dal business kosovaro
"Andiamo a sciare senza visto" è un post su Instagram che mostra la foto di Dea Nikqi, una giovane kosovara di Pristina, partita per la prima volta per le sue vacanze invernali senza bisogno di ottenere il visto. Dopo averci pensato un po', ha scelto le montagne bulgare.
"È stata una sensazione incredibile. Viaggiavo anche quando era necessario il visto, ma la trafila era difficile e costosa, e non sapevi mai se alla fine avresti ottenuto il sospirato lasciapassare", ha raccontato Dea ad OBCT.
Dal primo gennaio, dopo una lunga attesa, i cittadini kosovari possono finalmente recarsi nell'area Schengen senza richiedere il visto per un periodo compreso tra 90 e 180 giorni. La proposta era stata approvata dall'UE nell’aprile 2023.
I cittadini del Kosovo possono ora viaggiare senza visto in 34 paesi, ovvero i paesi UE e altri che non fanno parte dell'Unione, ma solo dell'area Schengen, come Islanda, Lichtenstein, Norvegia e Svizzera, e quattro piccoli stati come Vaticano, San Marino, Monaco e Andorra.
Si stima che in tre settimane oltre 20mila cittadini kosovari si siano già recati in Grecia, rendendo Grecia e Bulgaria i due paesi più visitati in questo periodo.
Nel frattempo la Spagna, uno dei cinque paesi UE che non riconoscono l'indipendenza del Kosovo, ha deciso di riconoscerne però il passaporto, come annunciato dal vice primo ministro kosovaro Besnik Bislimi lo scorso 6 gennaio.
Secondo la Commissione europea , a partire dal primo gennaio 2024 la Spagna riconosce i passaporti emessi dal Kosovo. "Questo cambiamento non costituisce in alcun modo un riconoscimento ufficiale del Kosovo come paese indipendente da parte della Spagna", si legge nel documento pubblicato sulla pagina della Commissione europea.
Prima volta all'estero senza visto
Ilire Novosella potrebbe essere tra i primi cittadini kosovari ad entrare in Spagna dopo che Madrid ha riconosciuto il loro passaporto. "Questa è la prima volta che veniamo a Barcellona, siamo partiti dall'aeroporto di Tirana e non abbiamo riscontrato alcun problema al confine. Prima era impossibile perché la Spagna non riconosceva il nostro passaporto", ha dichiarato.
Dopo l'ammissione dei vicini balcanici nella “lista bianca” di Schengen oltre dieci anni fa, i cittadini del Kosovo erano rimasti gli unici esclusi anche dopo aver soddisfatto tutti i criteri tecnici a partire dal 2018.
L’enorme quantità di denaro speso per ottenere un visto (circa 118 milioni di Euro solo negli ultimi otto anni) e le problematiche procedure di richiesta rappresentavano un peso enorme per i kosovari che desideravano visitare l’Europa o i loro cari che vivono lì. In molti casi i visti venivano negati, causando gravi problemi.
Ad esempio Petrit Carkaxhiu, noto musicista e compositore, non ha potuto recarsi a Bruxelles nel 2011 per partecipare al Balkan Traffic Festival a causa di problemi con il visto. "A causa della procedura degradante per la richiesta del visto, negli ultimi dieci anni abbiamo perso ogni interesse a partecipare a festival artistici o musicali in Europa", ha raccontato Carkaxhiu a OBCT. "Tuttavia siamo felici per i giovani cittadini che non vivranno l'umiliazione sperimentata dalla nostra generazione", ha aggiunto.
La liberalizzazione dei visti, un catalizzatore per la crescita economica
La liberalizzazione dei visti si è rivelata una decisione significativa sia in termini politici che economici. Funzionari governativi sottolineano che le prospettive europee del Kosovo sono ora più forti. Inoltre, il cambiamento offre opportunità di business a coloro che sono pronti a coglierle.
Il mondo germanofono è una regione di grande interesse per le imprese del Kosovo, anche a causa del gran numero di migranti che vi risiedono. Secondo un recente rapporto, in Germania, Austria e Svizzera vivono e lavorano oltre 520mila persone provenienti dal Kosovo. Secondo la Banca centrale del Kosovo, le loro rimesse hanno raggiunto i 260 milioni di Euro nel 2022.
"Le aziende kosovare possono ora esplorare più facilmente nuovi mercati ed espandere la loro base di consumatori oltre confine. Credo che ciò porterà ad un aumento delle esportazioni, a nuove partnership e alla diversificazione del mercato", ha commentato per OBCT Nora Hasani, direttrice dell'Associazione tedesco-kosovara del commercio.
In particolare, la direttrice non vede l'ora di aumentare il commercio con la Germania, un paese dove vivono e lavorano molti migranti dal Kosovo.
"Come Associazione tedesco-kosovara del commercio (KDWV-OEGJK) abbiamo spostato la nostra attenzione sull'organizzazione di più attività in Germania", ha affermato Hasani, aggiungendo che sono in programma workshop sulla legge tedesca sulla due diligence della catena di fornitura e sulle certificazioni ESG e ISO, che diventeranno sempre più importanti per le aziende kosovare se vorranno diventare fornitori degli acquirenti tedeschi.
Per quanto riguarda le preoccupazioni relative alla possibile fuga della forza lavoro, Hasani sottolinea che rimangono in vigore le procedure di emigrazione che possono variare da uno stato all'altro.
Da oltre un decennio, l’Associazione tedesco-kosovara del commercio sostiene il governo del Kosovo nel miglioramento di politiche e quadri giuridici per attrarre investitori, presentando il paese come una destinazione promettente per gli investimenti e la cooperazione.
"Se l'ultimo decennio ha presentato delle sfide, il futuro è promettente. Le aziende kosovare devono cogliere le opportunità che derivano da un ambiente economico più aperto e collaborativo", ha dichiarato Hasani ad OBCT.
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