Il quotidiano kossovaro in lingua albanese Bota Sot ha intervistato nei giorni scorsi Claudio Taffuri, a capo di un ufficio di rappresentanza che il Governo italiano ha aperto a Pristina. Ne riportiamo la traduzione.
Bota Sot: Come valuta la situazione attuale in Kossovo ed in modo più generico nella regione?
Claudio Taffuri: La situazione in Kossovo migliora di giorno in giorno. Ma un vero sviluppo dipende dalla popolazione del Kossovo, che ha diritto di costruire una propria democrazia sulla base dello stato di diritto.
Bota Sot: Quale il ruolo dell'Italia in Kossovo?
Claudio Taffuri: Come sapete l'Italia è presente in Kossovo fin dall'entrata delle truppe della NATO. Abbiamo giocato un ruolo rilevante e le responsabilità non sono state facili da portare ... E' molto importante sia chiaro ai cittadini kossovari che il nostro ruolo è quello di creare una situazione stabile. Il futuro del Kossovo è quello di arrivare a standard simili a quelli dei paesi dell'Unione europea. Creare un ambiente nel quale tutti possano vivere. Si è oramai superata la fase dell'emergenza e la maggior parte delle persone desidera giustamente lavorare. Occorre passare alla fase dello sviluppo.
Bota Sot: Quali sono le pre-condizioni per il Kossovo per iniziare a muoversi su questa strada dello sviluppo?
Claudio Taffuri: Innanzitutto è necessaria la creazione di nuovi posti di lavoro. Questo non sarà certo facile ma è l'unica speranza per il futuro.... E' inoltre molto importante che il Kossovo dimostri di rispettare le differenze culturali delle quali è espressione.
Bota Sot: Saprebbe dirci quanto a lungo il contingente italiano della KFOR rimarrà in Kossovo e se si prevede ci sarà nel prossimo futuro una diminuzione delle truppe italiane?
Claudio Taffuri: Le forze italiane sono parte integrante della KFOR. L'eventuale riduzione dei contingenti non dipende da una decisione politica in Italia. Ha a che fare con scelte politiche attuate dalla stessa NATO. Possiamo affermare il nostro obiettivo sia quello di creare una situazione stabile dove i cittadini del Kossovo possano vivere in pace.
Bota Sot: Può quantificare gli aiuti materiali che l'Italia ha dato al Kossovo?
Claudio Taffuri: Il governo italiano dalla fine della guerra ad oggi ha aiutato il Kossovo con circa 20 milioni di Euro ma ve ne sono stati almeno altri 20 milioni investiti da organizzazioni italiane quali ad esempio la "Missione Arcobaleno". Non è una somma particolarmente ingente. Intendiamo inoltre investire in futuro altre risorse soprattutto nel settore dello sviluppo economico in modo da favorire la creazione di posti di lavoro ed accrescere la formazione della forza di lavoro giovane. La crescita professionale deve passare attraverso vari tipi di training. Il Kossovo è parte dell'Europa e questo è l'unico modo per raggiungerne gli alti livelli di sviluppo.
Bota Sot: Come vede il futuro del Kossovo?
Claudio Taffuri: Le priorità italiane coincidono con quelle dell'Unione europea poiché l'Italia è fin dall'inizio parte di questa Unione ... se si vuole costruire una casa solida occorre partire da solide fondamenta. Se le fondamenta sono deboli la casa rischia di crollare. Non penso quindi che occorra stare troppo a discutere sul futuro status del Kossovo ma occorre muoversi il più veloce possibile per creare le condizioni necessarie ad una casa solida.
Bota Sot: Quali queste condizioni?
Claudio Taffuri: Tutte. Qui occorre migliorare la condizione dei giovani, l'occupazione, i processi di democratizzazione, la trasparenza etc. Per tutto questo è stata creata l'amministrazione provvisoria del Kossovo. Ora avete un nuovo presidente, un primo ministro, un governo, e dovrebbe essere più facile intraprendere la strada dello sviluppo. In questo governo ognuno dovrebbe lavorare, lavoro finalizzato al futuro. Siamo qui ad aiutare in questo. Un famoso presidente americano ha affermato "Abbiamo raggiunto tutto assieme e continueremo tutti assieme".
Bota Sot: Ritiene in futuro il Kossovo sarà indipendente?
Claudio Taffuri: Non mi faccia dire qualcosa che non posso dire. Non sarebbe corretto. Tutto quello che posso dire è che il futuro del Kossovo sarà risolto solo con il consensus di tutte le parti in causa. E tutti dovranno essere accettati da tutti. E' molto rischioso ascoltare solo una parte.
Bota Sot: Quando e come il Kossovo entrerà nell'Unione europea?
Claudio Taffuri: Questo dipende dal livello di miglioramento degli standard e della situazione in generale .... Vi è ancora molto da fare prima che il Kossovo possa raggiungere quell'obiettivo. Dipende molto anche dallo status finale del Kossovo.
Bota Sot: Quale il suo messaggio alla popolazione del Kossovo?
Claudio Taffuri: Il mio messaggio alla popolazione del Kossovo lo ho già nominato precedentemente. La gente del Kossovo ha un'opportunità eccezionale per non guardare più al passato e concentrarsi sul futuro .... Ed in questo modo potranno raggiungere un futuro radioso.
Bota Sot: Aprirà in tempi brevi a Pristina un ufficio dell'Unione europea dove verranno concessi I visti per l'"area Schengen"?
Claudio Taffuri: Anche noi europei dovremmo iniziare ad imparare e fare cose che a prima vista sembrano difficili. Rischiamo di aprire 15 uffici che svolgono lo stesso ruolo. Noi italiani siamo a favore dell'apertura di un ufficio unico per la concessione dei visti. Ma deve essere raggiunto un accordo a Bruxelles prima si possa aprire l'ufficio.
Bota Sot: Quali i paesi che si oppongono all'apertura di un ufficio di questo tipo?
Claudio Taffuri: Non vi sono paesi contrari e a favore. Si sono invece riscontrate difficoltà sul piano pratico. Difficoltà di tipo amministrativo e burocratico che ritengo verranno superate dato che un ufficio unico è percepito da tutti come una innovazione positiva ...
Bota Sot: Ritiene quest'ufficio aprirà entro l'anno?
Claudio Taffuri: Si, sono molto ottimista. Penso l'ufficio aprirà entro la fine dell'anno in corso.
Bota Sot: Cosa pensa delle nuove istituzioni kossovare da poco formatisi?
Claudio Taffuri: La soluzione alla crisi politica in Kossovo trovata grazie all'aiuto di Steiner è molto positiva. E' stata benvenuta l'elezione del presidente Rugova, del primo ministro, degli altri membri del governo.
Le istituzioni del Kossovo devono essere a favore di tutta la popolazione kossovara, senza distinzioni su basi nazionali o etniche ... siamo qui per aiutare e non per occupare il Kossovo.
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