Lo scorso venerdì l'ennesima dimostrazione a favore dei tre comandanti dell'UCK arrestati per crimini di guerra è sfociata nella violenza. E' forse l'inizio di un nuovo periodo di instabilità per la regione?

13/02/2002 -  Anonymous User

Giorni movimentati in Kossovo. In seguito all' arresto di tre comandanti dell'UCK, accusati di crimini di guerra, migliaia di albanesi sono scesi in piazza. Tre volte in una settimana. Le prime due manifestazioni sono state del tutto pacifiche, la terza, avvenuta venerdì 8, è sfuggita di mano agli organizzatori.
I circa 5000 dimostranti, dopo aver mandato in frantumi vetrine di negozi, hanno iniziato a lanciare sassi contro gli agenti della polizia delle Nazioni Unite che erano schierati lungo le vie del centro. ''Almeno un paio di poliziotti sono rimasti feriti ma non in modo grave'' ha detto all'Ansa Andrea Angeli portavoce della missione Onu (Unmik).
Furio Ottomani, operatore dell'ICS a Pristina, così ci descrive la situazione: "Tutto e' iniziato di fronte al teatro Nazionale, dove si sono tenuti alcuni comizi. Non sono mancati i "Viva l'UCK", "Libertà ai nostri eroi" ed il meno rassicurante "Unmik vattene dal Kossovo".
Poi il corteo ha iniziato a percorrere le strade del centro di Pristina, inizialmente in perfetto ordine, scortato dalla polizia internazionale e locale e da un servizio di sicurezza reso disponibile dagli stessi organizzatori. Quasi all'altezza del Grand Hotel la situazione è peggiorata. Il cordone di sicurezza è stato sopraffatto. Ci sono stati scontri con le forze dell'ordine. Macchine della polizia internazionale danneggiate e poliziotti feriti.
Il corteo doveva arrivare di fronte al quartier generale dell'Amministrazione Internazionale, protetto da un folto cordone di sicurezza di polizia antisommossa. Ma gli organizzatori della manifestazione, vista la situazione, hanno rinunciato al tentativo di arrivare sino all'UNMIK".
Intanto ieri ha ricevuto esito negativo il ricorso presentato dai legali che difendono i tre appartenenti dell'UCK arrestati ed è stato negato il loro rilascio. Lo hanno annunciato gli uffici UNMIK di Pristina.
La situazione in Kossovo risulta molto tesa e ci si trova in un momento cruciale per il futuro della regione. Da una parte occorre che al più presto si esca dall'impasse nella quale si ritrova il neo eletto Parlamento. I maggiori partiti albanesi infatti non sono ancora riusciti a mettersi d'accordo sull'elezione del Presidente del Kossovo. Dall'altra è necessario che tra i rappresentanti internazionali e la comunità albanese si crei e cementi uno spirito di collaborazione che sta in modo clamoroso venendo meno. Sino a quando infatti l'intervento internazionale era l'unico modo per liberarsi della presenza serba ed assicurarsi alcuni diritti fondamentali è stato ben visto. Ora la situazione è diversa e la presenza internazionale sembra più un limite ad una possibile indipendenza piuttosto che la garanzia per uno sviluppo equilibrato e pacifico della regione. Certo è che se l'UNMIK si trova a dover imporre una propria presenza e dei propri provvedimenti andrà poco lontano, ma poco lontano andrebbe anche il Kossovo se si pensasse di arrivare all'indipendenza utilizzando una tecnica di escalation della violenza, contro le minoranze e contro la stessa comunità internazionale.


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