Si avvicinano le elezioni municipali e la situazione si fa sempre più tesa. Negli ultimi giorni si sono verificate diverse aggressioni nei confronti della comunità serba. E l'UNMIK tace.
"Stavamo mangiando quando all'improvviso ci è giunta la notizia di scontri in città. Siamo subito andati a vedere e proprio in centro, vicino all'ufficio postale, abbiamo notato un autobus al cui interno vi erano anziani serbi che si recavano in Kossovo per ritirare la pensione. Erano circondati da un gruppo di facinorosi che ha iniziato a tirar loro sassi", racconta Mauro Barisone che a Pec/Peja vive oramai da alcuni anni e lavora per il Tavolo trentino con il Kossovo. "Sul luogo si è subito radunata una folla di circa 100 persone , per lo più ragazzini. A protezione dell'autobus é intervenuta anche la polizia della KFOR in tenuta antisommossa. La polizia locale invece stava a guardare, senza far niente" continua Barisone.
L'incidente è avvenuto lo scorso 10 ottobre e dimostra quanto alta sia ancora la tensione nonostante "questi disordini - come afferma Mauro Barisone - sembravano fomentati perlopiù da ragazzini eccitati e divertiti". Sembra assurdo che anziani serbi debbano essere obbligati a recarsi negli uffici postali in Kossovo per ritirare le loro misere pensioni ma è così e Governo della Federazione Yugoslava ed UNMIK non sono mai riusciti in questo caso a risolvere la questione. Negli anni passati accadeva che molti anziani erano obbligati a rinunciare a questa - seppur minima - forma di reddito proprio perché impossibilitati a recarsi in Kossovo.
"La tensione era alta e la polizia internazionale ha anche sparato qualche colpo con proiettili di gomma e dei lacrimogeni quando dalla folla sono state lanciate sulla polizia alcune bombe molotov" aggiunge al racconto del collega Marco Garofano, fotografo, attualmente in Kossovo per seguire un progetto promosso dal Tavolo trentino con il Kossovo, "tra le file dei manifestanti vi sono stati anche alcuni feriti"."La situazione a Pec/Peja sembrava migliorare continuamente tant'è che si pensava di accompagnare, nei giorni prossimi, un gruppo di ragazzi serbi con i quali stiamo portando avanti alcuni progetti in città, per incontrare dei coetanei albanesi. Ora l'incidente rimette tutto in discussione" ha concluso Barisone.
Ma l'incidente a Pec/Peja non è stato l'unico in questi giorni. Il treno Leska - Kosovo Polje, unico mezzo con il quale la minoranza serba può recarsi dal nord al sud della regione, è stato recentemente preso a sassate da gruppi di persone, prevalentemente albanesi. Una donna è rimasta ferita. L'episodio è accaduto nel villaggio di Vrnjici.
Intanto i leader della minoranza serba in Kossovo stanno discutendo tre diverse opzioni per quanto riguarda le imminenti elezioni municipali. La prima consisterebbe nel boicottare le elezioni stesse, la secondo di presentarsi alle elezioni solo in quelle municipalità abitate prevalentemente da serbi, la terza di indire un processo elettorale parallelo a quello organizzato dalle istituzioni di autogoverno del Kossovo in collaborazione con l'UNMIK.
L'ultima opzione è considerata la più radicale dagli stessi leader serbi. Questi ultimi hanno annunciato che sceglieranno questa strada solo nel caso in cui l'amministrazione internazionale rimarrà sorda alle ripetute richieste serbe di favorire in tutta la regione una forte decentralizzazione amministrativa.
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