Majlinda Kelmendi, olimpiadi d'oro per il Kosovo
8 agosto 2016
La prima medaglia per il Kosovo alle Olimpiadi moderne è d'oro. A vincerlo nell'edizione “Rio 2016” è stata Majlinda Kelmendi, considerata la migliore judoka al mondo nella sua categoria (-52 chilogrammi), dopo aver sconfitto ieri in finale l'italiana Odette Giuffrida.
Nata a Peć/Peja il 9 maggio del 1991, Majlinda ha cominciato ad allenarsi a otto anni nell'"Ippon Judo club" della sua città, aperto con fondi propri dall'ex judoka jugoslavo, Driton Kuka, la cui carriera è stata stroncata con il conflitto degli anni '90. Nel giro di poco la Kelmendi ha dimostrato di avere i numeri per andare lontano: in quello stesso anno è arrivata terza alla sua prima competizione internazionale a Sarajevo e nel 2001 ha conquistato l'argento ai Campionati europei giovanili in Turchia.
L'oro di Majlinda, atleta oggi plurititolata (può vantare due titoli mondiali e due europei, oltre numerose altre vittorie) non è certo una sorpresa. La sua vittoria trascende però dal solo significato sportivo, essendo il primo riconoscimento alle olimpiadi di un'atleta kosovara. Oggi, naturalmente, tutte le prime pagine dei media kosovari inneggiano alla giovane atleta, che nel recente passato ha regalato al Kosovo la prima medaglia d'oro in una competizione internazionale, ai Campionati mondiali di Judo nel 2013, sempre in Brasile.
Per Majlinda non si tratta della prima olimpiade. L'atleta ha infatti partecipato anche a “Londra 2012”, dove però ha difeso i colori dell'Albania. All'epoca, infatti, il Comitato olimpico kosovaro non era riconosciuto a livello internazionale, riconoscimento arrivato nel dicembre 2014, nonostante le forti rimostranze dal parte della Serbia.
A Rio, quindi, Majlinda ha coronato non solo il sogno di vincere il suo primo oro olimpico, ma anche di far sventolare per la prima volta il vessillo kosovaro nella cerimonia d'apertura, essendo stata scelta come portabandiera (l'intera squadra è composta da otto atleti, che gareggeranno nel tiro, nel nuoto, nell'atletica e nel ciclismo su strada).
A causa della fortissima valenza simbolica, lo sport continua a dividere Kosovo e Serbia. Belgrado, nonostante la dichiarazione d'indipendenza del 2008, ritiene il Kosovo parte integrante del proprio territorio nazionale. Aveva fatto discutere l'invito della ministro dello Sport serbo Vanja Udovičić ai propri atleti di abbandonare la cerimonia di premiazione in caso di contemporanea presenza di atleti del Kosovo.