Dall'Aja ieri la notizia dell'assoluzione di due ex UCK. Pristina festeggia mentre Belgrado definisce scandalosa la sentenza. Fatmir Limaj, uno dei due assolti, era al momento dell'arresto capogruppo parlamentare di uno dei maggiori partiti del Kosovo, il PDK. Lo attende ora il ritorno (da eroe) alla politica kosovara
Colui che fu il primo kosovaro accusato dal Tribunale dell'Aja di crimini di guerra è stato dichiarato innocente e rilasciato. Si tratta di Fatmir Limaj, conosciuto come comandante Çeliku, ed ha riguadagnato la libertà dopo quasi tre anno nella prigione.
Il giudice Kevin Parker ha affermato che la procura ha provato l'esistenza del campo di prigionia di Llapushnik, ma che non ha portato prove a sufficienza per dimostrare che Limaj fosse in qualche modo collegato con i trattamenti inumani, con le torture e gli omicidi che vi furono condotti. Dichiarato innocente per insufficienza di prove anche Isak Musliu mentre l'unico riconosciuto colpevole è stato Haradin Bala, condannato a 13 anni per l'uccisione di prigionieri e per sevizie.
Condanna quest'ultima non condivisa da molti cittadini kosovari convinti del fatto che Bala sia stato arrestato e condannato per motivi politici. Si ritiene infatti che la comunità internazionale abbiamo voluto "equilibrare" le accuse rivolte all'esercito serbo che ha operato in Kosovo con alcune rivolte all'UCK. La procura accusava i tre di non aver rispettato i codici e le pratiche di guerra nel periodo tra il maggio ed il luglio 1998.
Centinaia di persone sono scese in piazza a Pristina ed in altre città del Kosovo per festeggiare la notizia della liberazione di Limaj, al suono dei clacson e dei colpi di arma da fuoco.
Fatmir Limaj è una tra le figure più importanti dell'ex UCK, ma ha avuto un ruolo rilevante anche nel dopoguerra. Ha trascorso 33 mesi all'Aja. Era stato arrestato a Kranj, in Slovenia e non gli era stato dato alcun preavviso come è invece accaduto per Ramush Haradinaj, ex primo ministro, anch'egli accusato dall'Aja ed attualmente agli arresti domiciliari in Kosovo in attesa del processo. L'arresto di Limaj aveva scatenato un forte dibattito sui media, tra i cittadini e tra i politici kosovari.
I veterani dell'UCK e le organizzazioni che li rappresentavano non avevano mai smesso di organizzare manifestazioni a suo favore, durante le quali si richiedeva la sua liberazione. Il suo ritratto da tempo era apparso per le strade: Limaj è considerato in Kosovo un vero e proprio eroe ed il risultato del processo non farà che rafforzare il suo mito.
Durante il processo sono state decine le testimonianze raccolte, testimoni invitati dalla procura oppure dalla difesa. Il pubblico ministero aveva chiesto per lui 20 anni di reclusione mentre la difesa chiedeva una scarcerazione immediata.
Limaj durante la guerra era il comandante della Brigata 121 che operava nell'area di Pashtrik. Gli si riconosce di aver protetto migliaia di famiglie albanesi che risiedevano nei villaggi di Drenica e Llapusha.
Dopo la fine della guerra Limaj aveva fondato, insieme ad ex commilitoni, il Partito democratico del Kosovo del quale sino al girono del suo arresto era capogruppo parlamentare.
"Non ho fatto nulla di cui pentirmi" ha dichiarato Limaj durante il processo "lo rifarei mille volte pur di garantire la libertà del mio popolo". "Accetto questo tribunale anche perché l'UCK non è mai stata incriminata di per sé".
"La liberazione di Limaj rappresenta di fatto la legittimazione della nostra guerra per la libertà", ha dichiarato l'analista politico Halil Matoshi.
L'avvocato di Limaj ha dichiarato più volte che non occorre dimenticare che il suo cliente durante la guerra "ha protetto migliaia di persone e poi ha contribuito all'apertura di scuole, a sostenere la propria comunità in un periodo difficile ed ha avuto un ruolo rilevante anche nel disarmo dell'UCK".
Positivi i commenti nelle strade di Pristina. "Ora, dopo quest'assoluzione, credo che il Tribunale dell'Aja operi con giustizia", ha dichiarato uno dei molti cittadini intervistati dai media locali.
Uno dei più rinomati avvocati di Pristina, Tomë Gashi, ha dichiarato che i kosovari devono ora avere fiducia nella giustizia internazionale e particolarmente in merito al processo che riguarda l'ex premier Haradinaj. "Ritengo l'arresto di Limaj un errore da parte del Tribunale dell'Aja" ha aggiunto l'avvocato "che ha contribuito assieme all'arresto di Ramiz Murtezi, cittadino che non aveva nessun legame con la guerra, a screditare la reputazione del Tribunale".
Secondo quanto definito nella sentenza di assoluzione per Limaj non vi è alcun vincolo rispetto al ritornare sulla scena politica attiva del Kosovo. Limaj è atteso in giornata a Pristina.
Tanto si è festeggiato a Pristina per quella che è la prima sentenza del Tribunale dell'Aja che riguarda imputati per crimini di guerra commessi in Kosovo tanto quest'ultima è stata criticata da Belgrado. Il governo serbo e i rappresentanti della minoranza serba del Kosovo hanno definito la sentenza "uno scandalo".
Vai al video di Euronews sulla liberazione di Limaj
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