La giovane Borsa macedone apre agli investitori stranieri: l'ondata rialzista sprona anche i macedoni ad avventurarsi in investimenti rischiosi. C'è chi vende case, automobili, o chiede prestiti alle banche pur di investire in azioni. Nostra traduzione

15/01/2008 -  Anonymous User

Di Ljubica Grozdanovska*, per On Line, 3 dicembre 2007 (titolo originale: "Reckless Stampede?")
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Carlo Dall'Asta

Skopje, Macedonia - La prospettiva di un rapido guadagno è ciò che ha spinto Dime, commerciante di Skopje, a chiedere un prestito in banca nel 2006 per investire nella Borsa macedone.

Dime, 24 anni, dice che sperava di cambiare il suo tenore di vita. Dime sapeva in ogni caso che, per poter ripagare il debito, avrebbe dovuto ricavare dei guadagni dai suoi investimenti.

"Sapevo che era rischioso, dato che investire in azioni non è sicuro come mettere i risparmi in banca", dice. "Ma ero disposto ad assumermi il rischio, anche se non sarei mai riuscito a restituire il prestito col mio solo salario".

Quando chiese alla banca un prestito per 1.500 euro, Dime guadagnava col suo lavoro circa 230 euro al mese. Contava di investire i soldi e di poter restituire il prestito in un anno, guadagnandoci anche qualcosa. Ma pochi mesi più tardi un rapido rialzo delle azioni scambiate alla Borsa macedone (MSE) permisero a Dime non solo di ripagare il suo debito ma anche di guadagnare tanto denaro extra che continuò ad investire. Dime sostiene di aver guadagnato più di 10.000 euro grazie agli investimenti multipli fatti in meno di un anno. Comprava e vendeva azioni quasi settimanalmente.

"Mi aspettavo di guadagnare un po' di soldi, ma non mi aspettavo che accadesse così velocemente, né di guadagnare così tanto", dice Dime, che non ha voluto far sapere il suo nome completo. "Il mio progetto è di continuare ad investire almeno finché non sarò in grado di comprarmi un appartamento".

Dime è uno delle migliaia di macedoni che sono stati presi dalla "febbre della borsa", come è ormai conosciuta, una versione balcanica della euforia del mercato azionario americano degli anni '90. A causa dei significativi rialzi delle azioni, e della corsa all'acquisto che ne è risultata, i macedoni hanno rivolto la loro attenzione e i loro soldi verso l'investimento azionario. I responsabili della MSE, che esiste solo dal 1996, attribuiscono il rialzo dei prezzi principalmente al fatto che la Borsa ha recentemente aperto le sue porte agli investitori stranieri.

La crescita dovuta agli stranieri ha a sua volta attirato i macedoni. Secondo la Banca nazionale di Macedonia, in gennaio in Borsa gli investitori nazionali costituivano il 22,1 per cento dei compratori e il 41,1 per cento dei venditori. Il mese successivo le quote erano salite rispettivamente al 31,7 e 54 per cento. Per maggio, mese in cui la febbre degli investimenti era al culmine, le cifre erano quasi alla pari: 45,8 e 52 per cento.

Alle prese con un tasso di disoccupazione del 36 per cento ed un reddito pro capite di soli 5.600 euro, migliaia di macedoni hanno visto il gioco in Borsa come una possibile, veloce soluzione alle sofferenze finanziarie, e molti sono rimasti intrappolati in rischiose modalità d'investimento. Il capitale da investire è arrivato da prestiti bancari, o da soldi contanti ricavati vendendo in tutta fretta i beni personali.

La situazione è andata talmente fuori controllo che in maggio il Primo ministro Nikola Gruevski ha emesso una dichiarazione, invitando la popolazione a non precipitarsi ad investire nella MSE. "Non è bene investire più soldi di quanti ci si potrebbe permettere di perdere senza andare incontro a rilevanti cambiamenti nella propria vita", ha dichiarato Gruevski, egli stesso un ex-broker, ad una conferenza stampa. Solo pochi giorni prima, l'indice di borsa della MSE aveva raggiunto il suo record storico di più di 8.000 punti.

Sempre in maggio la MSE ha pubblicato una pagina pubblicitaria in diverse riviste macedoni, raccomandando ai cittadini di non vendere le proprie case e le proprie macchine e di non chiedere prestiti al fine di investire in azioni.

Ma l'interesse popolare per gli investimenti a rischio non è diminuito. Ed ora che il trend globale e regionale nei mesi autunnali ha fatto scendere i prezzi - in media dal 20 al 30 per cento - alcuni investitori hanno iniziato a rimetterci dei soldi.

Lezioni imparate e dimenticate

Un esperto di Borsa sostiene che i media hanno in parte incoraggiato il fervore per gli investimenti. I media hanno dato grande rilievo alla crescita di valore delle azioni. "Ciò ha contribuito all'accrescersi dell'interesse di molti macedoni medi, che hanno immediatamente iniziato a scambiare azioni", dice l'esperto, parlando sotto anonimato. "Comunque i media, come le altre istituzioni responsabili, sembrano aver dimenticato di menzionare i rischi che stanno dietro ogni investimento".

Chiedendo dei prestiti per investire, la gente si è accollata dei debiti, pensando di potervi fare rapidamente fronte. La maggior parte di queste persone non si poteva permettere di ripagare il debito con i soli salari. Zoran Jovanoski, consigliere del Governatore della Banca nazionale, ha dichiarato al quotidiano Utrinski Vesnik che i prestiti alle famiglie in Macedonia sono cresciuti di un 43 per cento abbondante nel 2006. La crescita è continuata nel 2007.

Ma un crollo del prezzo delle azioni negli ultimi mesi dell'anno ha colpito gli investitori privati più impreparati. Solo in novembre, i prezzi sono scesi di 2.000 punti, chiudendo vicino a 6.500 alla fine del mese. Ora questi investitori stanno cercando di rivendere le azioni in tutta fretta, proprio come le avevano comprate, contribuendo così alla spirale del ribasso.

"Gli investitori singoli che non hanno la corretta preparazione per scambiare autonomamente, solitamente seguono i trend", dice l'esperto. "Se i prezzi salgono, sono disposti a comprare anche le azioni più costose, ma quando i prezzi scendono cercano immediatamente di vendere, il che contribuisce ad un incremento dell'offerta e ad un'ulteriore svalutazione. In questo modo essi perdono denaro anche nelle piccole crisi".

Il gioco in Borsa continua ad essere un argomento molto dibattuto in tutto il Paese. La gente ne parla al ristorante e nei caffé, discutendo se sia un buon momento per investire, cosa che molti ancora continuano a fare. Gli esperti locali dicono però che la comprensione da parte dei macedoni di come funzioni la Borsa non è migliorata rispetto a prima dell'ondata di febbre. Secondo alcuni broker, la gente non sa neppure cosa significano termini come "azione" od "obbligazione".

Dime ammette che, quando aveva iniziato ad investire, non aveva la minima idea di come funzionasse la Borsa. "Di solito stavo a sentire quello che mi dicevano i broker, oppure quello che avevo sentito dire da amici", dice. Dime aggiunge comunque che, diversamente da molti investitori locali, egli è ora meglio informato di quanto lo fosse quando aveva chiesto il primo prestito. Egli inoltre è entrato negli investimenti abbastanza presto da non avere perso denaro nel declino del mercato. "Ho letto molti testi sulla Borsa, e ho seguito tutte le notizie che riguardavano le aziende quotate alla MSE".

Altri in Macedonia si concentrano sugli effetti positivi anziché su quelli negativi della febbre. Sperando che il mercato offra un migliore futuro dal punto di vista economico di quello di una carriera tradizionale, pianificano di fare dell'investimento la loro principale fonte di reddito.

Miki, un ventiseienne laureato in economia all'Università dei Santi Cirillo e Metodio, dice che non prevede di lavorare in un impiego fisso, quotidiano. Egli giocherà invece in Borsa, attività a cui egli ha iniziato a dedicarsi dall'anno passato. Prima, però, deve imparare come funziona la MSE, dato che l'argomento non era contemplato nei suoi studi di Economia.

"C'erano dei corsi base, ma niente di paragonabile alla letteratura disponibile su Internet, basata sull'esperienza dei mercati più sviluppati, come le Borse di New York, Londra o Tokyo", dice Miki.

Egli ammette di aver già fatto molti investimenti errati a causa della propria incompetenza. Il denaro che egli ha finora utilizzato viene per lo più da un'eredità familiare. Ma Miki continua ad investire, e detiene già azioni di 20 società.

I macedoni sembrano ben lungi dall'essere scoraggiati, il che vuol dire che la febbre potrebbe riprendere se i prezzi inizieranno a crescere. Come altri macedoni, Dime dice che il suo passatempo quotidiano è guardare i listini di Borsa. Ogni giorno alle 14 egli siede davanti al computer e controlla il listino per vedere come stanno andando le sue azioni. Anche con il recente declino dei prezzi, egli spera per il prossimo settembre di avere abbastanza soldi per comprarsi una casa di proprietà.

"È presto per guardare le inserzioni immobiliari e cercare case, ma la mia ambizione è comprare un piccolo appartamento da qualche parte nel centro di Skopje", dice.

*Ljubica Grozdanovska è giornalista freelance a Skopje


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