Negli anni '80 è stato tastierista in una delle più importanti band rock alternative del tempo, i Badminton. E' poi emigrato in Italia e si è dedicato a tutt'altro: Dejan Skartov (meglio noto a Skopje come Deko) promuove da molti anni un prodotto unico e un marchio nazionale, il rubino macedone. Un'intervista
Che cos'è il rubino macedone?
È qualcosa che è stato scoperto dalla nostra generazione. Si tratta di un minerale naturale, una pietra preziosa naturale, classificata già mezzo secolo fa... ma fino a poco tempo fa non sapevamo di averla. La stiamo scoprendo solo ora, e questo è parte del divertimento...
È una pietra preziosa o semi-preziosa?
Preziosa. Ci sono alcune pietre preziose "nazionali", come ad esempio l'opale australiano, il granato della Repubblica Ceca, la giada cinese, tecnicamente sono tutte pietre preziose. Termini come semi-preziosa sono derivati, non c'è divisione netta fra le pietre preziose e le cosiddette semi-preziose. La differenza è principalmente nel prezzo, è una differenza di mercato. Il termine in uso in Italia è "pietre dure", che le distingue dalle rocce che sono più morbide. La maggior parte delle pietre che vediamo in natura, come ad esempio sulle spiagge, sono rocce che si erodono, più morbide, più porose...
Perché questo rubino è macedone?
In primo luogo perché è di qui. Ciò che è particolarmente significativo è che il rubino è una delle più note pietre preziose. In tempi recenti, con la scoperta di grandi giacimenti di alcuni minerali come l'agata o il diaspro, il loro prezzo è diminuito in modo significativo, ma nell'antichità erano l'orgoglio dei faraoni e dei re. La Macedonia è stata riconosciuta come un luogo di grandi depositi di rubino dalla letteratura scientifica. Ad esempio, il nostro rubino è esposto, insieme a rubini provenienti da altre parti del mondo, al Museo di Storia Naturale di Londra e in molti altri importanti musei. Questo è interessante anche in considerazione del fatto che la maggior parte dei rubini provengono da Africa e Asia, i migliori da Sri Lanka e Myanmar, anche dall'India. Si possono trovare piccole quantità o campioni casuali ovunque, ma grandi depositi che possano sostenere un intero settore artigiano è qualcosa di diverso, ed è significativo. Vi è ragione di credere, anche se non ci sono dati precisi, che i nostri depositi di rubino siano significativi, e in questo senso potremmo essere un caso particolare. Ciò che è importante è che il rubino è uno delle più famose pietre preziose. Il primo è naturalmente il diamante. Poi ci sono rubino, zaffiro, smeraldo, e solo dopo una serie di altre pietre...
Dove sono i nostri depositi?
Nel sud-ovest del paese. Si trovano qua e là da queste parti, è possibile trovarli per caso in natura. Ha la forma di una pietra, una piccola roccia. È con il taglio che si ottiene la forma usata in gioielleria, che è sempre stato il suo uso principale. Pochissime persone di qui lo sapevano. Alcuni geologi, o collezionisti, spesso stranieri. Fino a poco tempo fa non avevamo praticamente nessuna esperienza con le pietre. I paesi delle Alpi hanno una tradizione molto forte in questo senso, perché hanno molti alpinisti. Sono spesso loro a scoprire minerali. Tradizionalmente, abbiamo l'abilità artigianale per la lavorazione dei metalli, l'oro in particolare, ma non abbiamo mai avuto l'abilità di tagliare le pietre. I gioiellieri locali tradizionalmente importavano pietre già tagliate e le inserivano nei pezzi di gioielleria.
Come hai iniziato quest'attività?
Tutto è iniziato oltre 20 anni fa. Inizialmente mi sono avvicinato al mondo dei minerali lavorando per un grande collezionista di Trieste, il signor Primo Rovis. Ho lavorato lì per 9 anni. Il signor Rovis era un ricco uomo d'affari nel settore del caffè, che a un certo punto, affascinato dai minerali, ha deciso di raccogliere una vasta collezione e condividerla con il mondo. Allora non sapevo nulla di pietre. Io sono un agronomo per vocazione. Mi interessava soprattutto il mondo biologico, dovevo ancora scoprire l'universo dei minerali: le loro forme cristalline e gli arcobaleni di colore.
Una delle cose che affascina la gente credo sia il fatto che tutta questa luce, tutto questo colore, sono creati nel buio della terra, le pietre emettono tutta questa luce senza aver mai visto la luce del giorno. L'altra cosa interessante è il fatto che si formano nel corso di milioni di anni, in alcuni casi, centinaia di milioni. Era questa dimensione di eternità che mi ha colpito. Questo è, naturalmente, ciò che le persone trovano sorprendente dei minerali in genere. L'erosione ha arrotondato gran parte delle forme che ci circondano, le montagne, ma i cristalli, i minerali, fanno eccezione. Così nel 2001 sono tornato in Macedonia, volevo continuare qui quello che avevo imparato in Italia. Ho portato una grande quantità di minerali con me. Ho iniziato a presentarli alle fiere. Le persone erano stupite. In Macedonia abbiamo generalmente poca conoscenza delle pietre. I geologi venivano alle mostre per vedere e toccare minerali che in precedenza aveva visto solo nei libri, per esempio, un geologo non più giovane ha avuto la tachicardia per l'emozione.
All'epoca in Macedonia ogni gemma verde era considerata giada, ogni gemma azzurra un turchese, ho iniziato anche a fare consulenza. Una signora che aveva comprato una giada poteva venire da me per capire se era autentica. C'era interesse e così ho iniziato, prima con le pietre importate da altre parti del mondo. Non sapevo dei nostri minerali.
E poi?
Quando ho sentito parlare per la prima volta di depositi di rubini nel nostro paese ero scettico. Pensavo ci fosse una sorta di confusione sul nome di alcuni minerali, che se fosse stato vero si sarebbe già saputo da tempo. Poi ho iniziato a esplorare. Ho raccolto diversi campioni e li ho portati a contatti che avevo in Italia. Hanno confermato che erano rubini, non della più alta qualità, ma comunque rubini. Le pietre preziose sono come le auto sportive. La tua Ferrari può essere vecchia o di seconda mano, ma è sempre una Ferrari. A questo punto ho capito che avremmo potuto promuovere questo come prodotto nazionale.
Allora tagliarlo in Macedonia sembrava un’utopia. Non avevamo esperienza di lavoro con le pietre. Non c'era un solo laboratorio nel paese. Quindi, prima abbiamo iniziato a farle tagliare in un laboratorio in Liguria. In una fase successiva, abbiamo iniziato l'acquisizione dell'attrezzatura. Abbiamo comprato una macchina alla volta. Erano costose. Ci sono voluti circa 5 anni per avere un laboratorio completamente attrezzato. Nel 2006 abbiamo avuto i primi “rubini macedoni” nella nostra vetrina.
Da allora abbiamo imparato a tagliare le pietre, abbiamo anche tagliato altre pietre importate. Il rubino però è una sfida da tagliare, dal momento che è il secondo minerale più duro dopo il diamante. C'è voluto del tempo per padroneggiare la tecnica. All'epoca al massimo riuscivamo a tagliare 2-3 pietre al mese e ci sembrava un grande successo. Ecco come tutto è cominciato. Nel 2009 abbiamo completato la procedura di registrazione del marchio.
Quali sono i tuoi piani e obiettivi per il futuro?
Naturalmente aumentare il giro d'affari, il fatturato, ma anche la promozione di questo marchio nazionale. Vorremmo far conoscere il nostro rubino a tutti i turisti che vengono in Macedonia. Stiamo lavorando anche per proteggerlo. Negli ultimi anni collezionisti stranieri ne hanno acquistato grandi quantità dalla gente del posto per portarle fuori dal paese, questo è ancora possibile. Io sono uno dei promotori dei cambiamenti nella legislazione in materia di risorse minerarie, con l'obiettivo di limitare questo fenomeno. Con le esportazioni incontrollate perdiamo ingenti risorse.
Avete avuto sostegno da parte delle istituzioni, dal momento che dopo tutto promuovete il paese?
Un po', più di recente, ma in generale molto poco. Alcune istituzioni pensano a noi per trovare regali adatti per ospiti illustri. Per esempio, il Film Fund ha comprato rubini in diverse occasioni per regalarli ad ospiti del Camera Film Festival di Bitola come Daryl Hanna e Catherine Deneuve. L'ufficio del presidente ha donato un rubino all'emiro del Qatar in occasione della sua visita in Macedonia. Anche in altre occasioni le nostre istituzioni hanno regalato il rubino macedone a dignitari o funzionari stranieri. Ultimamente diverse istituzioni di governo hanno mostrato più interesse per questa materia. Recentemente abbiamo ottenuto una sovvenzione da parte del ministero della Cultura per la produzione di un catalogo. Nel complesso, tuttavia, un maggiore sostegno istituzionale sarebbe il benvenuto, dal momento che si tratta di promuovere il nostro paese.
Qual è la differenza tra i rubini macedoni e gli altri?
Il colore è una delle sue caratteristiche più specifiche. Il rubino macedone ha un caratteristico colore rosa lampone. I rubini più famosi che provengono dall'Asia di solito hanno il cosiddetto color sangue di piccione. Quelli più economici hanno un color ciliegia scuro. Ciò che è tipico del nostro rubino è questo colore rosa. Vogliamo puntare su questo per caratterizzarlo ulteriormente come brand. Sogniamo che un giorno questa tonalità di rosa prenda il nome di rosa rubino macedone (sorride).
Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l'Europa all'Europa.
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