Trentun anni, macedone, Dina Duma è al suo debutto cinematografico con il film "Sestri - Sisterhood", già in concorso al Trieste Film Festival e ora in programma al Balkan Film Festival di Roma dalla prossima settimana. L'abbiamo intervistata
“Sestri – Sisterhood” è il film di debutto della trentunenne regista macedone Dina Duma presentato in concorso al Festival di Karlovy Vary 2021, poi a Trieste Film Festival e ora nel programma del romano Balkan Film Festival . Oltre ad aver diretto alcuni cortometraggi ed episodi di serie tv, la regista ha in precedenza lavorato sui set di alcuni dei maggiori film del suo Paese degli ultimi anni, “Only Human” e “Secret Ingredient – L’ingrediente segreto”.
“Sisterhood” indica il rapporto stretto che unisce le amiche adolescenti Maya e Jana (interpretate dalle brave esordienti Mia Giraud e Antonija Belazelkoska). La prima è timida e insicura, si spaventa all’inizio quando, dopo un tuffo dallo sperone roccioso, l’amica non ricompare. Si tratta però di uno scherzo o, lo si capirà meglio più avanti, di una messa alla prova da parte di Jana che ha un atteggiamento manipolatore e tende a spingere l’altra dove da sola non oserebbe.
Maya vive con madre e sorellina, il padre se ne sta andando di casa e lei non accetta la situazione. È invaghita del coetaneo Kris e una sera, durante una festa, si appartano ma a un certo punto la ragazza lo ferma, mentre fuori tutti gli amici pensano che i due abbiano fatto sesso. Più tardi le due amiche filmano un atto sessuale tra lo stesso Kris ed Elena, di cui sono gelose, e lo mettono in rete (su insistenza di Jana) facendo passare l’altra adolescente per una poco di buono, finché scompare nel nulla e tutti cadono nell’angoscia.
Un dramma dell’adolescenza dove le questioni esistenziali si mescolano con quelle sociali (in questo ha parecchio in comune con un altro film presentato al Festival, “Looking for Venera” della kosovara Norika Sefa). Ne abbiamo parlato con la regista.
Dina Duma, come vede il cinema nella regione dei Balcani ora? Sta accadendo qualcosa di nuovo?
Sento che ci sono molti giovani registi che vengono dai Balcani negli ultimi anni e precedentemente non accadeva. Ho anche la sensazione che per la prima volta nella storia dei Balcani ci siano donne che fanno film. Essere donna regista a mia volta mi fa trovare tutto questo molto entusiasmante e penso che dia una freschezza e nuove prospettive alle storie dei Balcani.
Vediamo sempre più donne nel cinema della regione, cosa rappresenta per lei?
Penso che sia una magnifica notizia e credo che questo sia un grande salto avanti per le nostre industrie cinematografiche e le nostre società.
La partecipazione e il punto di vista delle donne possono portare qualcosa di nuovo nel cinema dei Balcani?
Come abbiamo detto, portano idee fresche e nuove prospettive, esplorano storie dei Balcani che non erano state dette prima.
Considera importante questo movimento per il cinema e la società dei Balcani?
Dato che viviamo ancora in una società patriarcale, penso sia un grande salto avanti avere sempre più donne che fanno film, significa che ci sono sempre più donne in ciascun settore pubblico della società, ma ancora manca una parità di genere. Specialmente nell’industria cinematografica, anche se ci sono sempre più donne coinvolte, le donne continuano a lavorare con budget più ridotti rispetto agli uomini. Così la lotta non è finita. Penso che lo sguardo femminile sia importante perché racconta da una prospettiva diversa e ha il potere di influenzare le nostre società, aprire discussioni, provocare e parlare di cose che non sempre sono semplici da trattare.
Come donna si sente parte di un movimento?
Certamente!
Il suo film “Sestri” parla di amicizia ma anche di solidarietà (o mancanza di solidarietà) tra le donne. Che cosa ne pensa? Il film tratta anche della manipolazione e dell’importanza dei social media nella nostra società...
Penso sia molto importante non ignorare le giovani generazioni e temo che nei Balcani le questioni delle giovani generazioni sia trascurate, semplicemente non sono considerate priorità, mentre i loro problemi sono reali. Sono nati con queste nuove tecnologie e non siamo consapevoli dell’importanza dei social media nelle loro vite e come formino i loro caratteri. Non ci sono abbastanza film che vengono dall’Europa che parlano delle nuove generazioni, soprattutto film con protagoniste femminili che affrontino i temi rilevanti di oggi. Stiamo dimenticando questa generazione di giovani donne e con loro dimentichiamo il nostro futuro. Sento la responsabilità di raccontare queste storie per parlare da vicino alle giovani generazioni di donne e aprire discussioni con loro e per loro.
Quale può essere il ruolo delle donne, non solo delle registe, nel cinema dei Balcani?
Mi piacerebbe vedere una donna direttrice della fotografia nel mio paese, perché finora non ce ne sono.
Com’è secondo lei la situazione del cinema in Macedonia?
Siamo un paese piccolo e un’industria piccola, ma abbiamo talenti e belle storie da raccontare.
Di cosa ha bisogno il cinema dei Balcani per crescere ancora?
Deve essere più coraggioso e prendersi più rischi.
Sta già lavorando a un nuovo film? Avrà ancora delle donne protagoniste?
Sì, sto lavorando a un nuovo film che ha come titolo provvisorio “Skateboarding is not for girls” ed ha ancora una protagonista femminile. Il progetto è sviluppato all’interno della Residence of Cannes Film Festival.
Balkan Film Festival
Il Balkan Film Festival si terrà presso la Casa del Cinema di Roma e avrà inizio il 29 novembre per concludersi il 4 dicembre
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