Rom originari del Kossovo, espulsi da campi collettivi UNHCR, vengono bloccati al confine tra Macedonia e Grecia. Alle proteste sono seguite le cariche della polizia.
"Rimarremo e moriremo qui" è stata l'affermazione estrema di uno dei rappresentanti di un gruppo di circa 680 rom bloccati oramai da giorni a Lazince, posto di confine tra la Macedonia e la Grecia. I rom, originari del Kossovo, hanno abbandonato Skopje in seguito alla chiusura da parte dell'Alto Commissariato dei rifugiati dei centri collettivi preso i quali alloggiavano, ed hanno tentato di dirigersi verso la Grecia per chiedere lì asilo.
Al confine però sono stati accerchiati dalle forze di sicurezza macedoni. "Siamo a pochi passi dalla frontiera" ha riferito Martin Demirovski, corrispondente di Romanews "ma se tentiamo di spostarci siamo caricati dai soldati". Secondo l'Associazione per i Popoli minacciati (APM) a giornalisti, attivisti per i diritti umani ed organizzazioni umanitarie verrebbe impedito di raggiungere i profughi.
C'è preoccupazione per la situazione sanitaria in particolare dei bambini accampati sull'altipiano di Lazince. Secondo Medcins du Monde-Grecia, che la settimana scorsa hanno visitato il campo provvisorio, la maggior parte di loro soffre di bronchiti, disturbi respiratori, diarrea ed altre infezioni.
Forti sono le pressioni sul Governo macedone per fare in modo che la situazione si sblocchi. L'APM si è rivolta al Capo di Governo macedone Branko Crvenkovski con una lettera aperta in cui protesta vivamente per la situazione. Si è attivato anche il Comitato di Helsinki macedone che ha richiesto al Primo ministro di permettere ai profughi di lasciare la Macedonia. Ma nonostante questi appelli le frontiere rimangono chiuse.
Dal 1999 sono migliaia i rom che hanno dovuto lasciare il Kossovo e rifugiarsi in Serbia, Montenegro e Macedonia. Ancora scarso il rientro anche perché più di 40 rom che avevano fatto ritorno in Kossovo sono stati uccisi e molti altri hanno subito minacce e violenze. Indicativi a tal proposito i reportage del giornalista americano Paul Polansky che per conto dell'APM sta conducendo indagini dettagliate nei quartieri della minoranza rom in Kossovo. Secondo i suoi rapporti i profughi che tornano a casa sono costretti a subire forti pressioni e violenze da parte dei loro vicini albanesi. La situazione umanitaria di questa minoranza è terribile. Per loro è di fatto quasi impossibile trovare un posto di lavoro e spesso risulta difficile trovare di che sfamarsi.
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