Ilija Jovanović è cresciuto senza genitori: un’esperienza che lo ha segnato profondamente, ma che lo ha spinto ad impegnarsi per migliorare la vita di chi si trova nelle sue stesse condizioni, attraverso l’associazione “Costruiamo il futuro”
In Macedonia del Nord, i ragazzi senza genitori, una volta raggiunta la maggiore età, sono costretti a lasciare le strutture pubbliche e cercare un appartamento in affitto e un lavoro per sopravvivere. Dal giorno del compimento dei 18 anni non hanno più diritto a tre pasti al giorno e al posto letto forniti dalle case famiglia.
Ilija Jovanović, anch’egli orfano, ha affrontato quel momento difficile nel 1998 e, travolto dal trauma, ha deciso di impegnarsi per ridurre al minimo il numero di persone costrette a imboccare la stessa strada. E ci è riuscito. Negli ultimi due decenni, quasi tutti i media in Macedonia del Nord hanno parlato delle sue attività volte ad aiutare gli orfani ad avere una vita migliore dopo aver lasciato le strutture pubbliche al raggiungimento della maggiore età.
Ilija ricorda che, una volta compiuti i 18 anni, lui e i suoi coetanei erano stati costretti a lasciare la comunità residenziale. Aveva una sola borsa e un sussidio statale di circa 350 euro per iniziare una nuova vita.
“Mi ricordo bene, eravamo in quindici quando, nel 1998, tutto ad un tratto, eravamo rimasti senza un tetto sulla testa. Ero l’unico ad avere un lavoro, e di fatto facevo da capofamiglia. Ci avevano dato un po’ di soldi, ma per farne cosa?”, ricorda Ilija con tristezza. “Comprare un letto per non dover dormire per terra o risparmiare per poterci procurare il cibo per qualche giorno? In quei momenti difficili avevo pensato di togliermi la vita, mi sembrava che i miei genitori mi avessero lasciato da solo a lottare”.
La vita gli aveva però insegnato a combattere, quindi anziché deprimersi, Ilija ha deciso di fare il contrario: attivarsi e impegnarsi per garantire a se stesso una vita migliore, ma anche per aiutare altri ragazzi cresciuti senza genitori. Cinque anni dopo, nel 2003, insieme ad alcuni amici della comunità, ha fondato un’associazione con lo scopo di proteggere, aiutare e migliorare le condizioni di vita dei ragazzi orfani.
Impatto sulla società
Nel corso degli anni l’associazione “Costruiamo il futuro” è riuscita a innescare cambiamenti significativi, spingendo le autorità a modificare la legislazione per snellire le procedure e aiutare gli orfani costretti a lasciare le strutture pubbliche.
Ilija è particolarmente fiero del fatto di essere riuscito a convincere le autorità a introdurre emendamenti legislativi, prevedendo di aumentare di dieci volte i fondi per permettere agli adolescenti senza genitori di iniziare un percorso di vita indipendente una volta raggiunta la maggiore età.
Grazie a queste modifiche, approvate nel 2009, il contributo statale destinato ai ragazzi orfani attualmente ammonta a tremila euro, dando loro la possibilità di vivere in case popolari, e quindi di avere un tetto sicuro sopra la testa. C’è anche la possibilità di ottenere la patente di guida con procedure semplificate, un passo importante per acquisire nuove competenze necessarie per trovare un lavoro.
“So cosa significa non avere un tetto sulla testa e cercare disperatamente una soluzione. So anche cosa significa spendere ogni centesimo tentando di migliorare la propria situazione e quella degli altri ragazzi in condizioni simili”, afferma Ilija.
Negli ultimi due decenni, l’associazione “Costruiamo il futuro” ha avviato diverse attività, da semplice assistenza alimentare ad azioni volte a facilitare l’iscrizione all’università, permettendo così ai giovani senza genitori di sfidare i limiti e avanzare nella vita.
Diritto a conoscere i propri genitori
Quest’anno l’associazione ha deciso di affrontare una questione importante, lanciando la campagna “Anche tu hai il diritto di conoscere i tuoi genitori biologici”. L’intenzione è quella di spingere le autorità a modificare l’articolo 123-a della Legge sulla famiglia, secondo cui tutte le informazioni riguardati le adozioni avvenute sono classificate come segreto ufficiale.
Ilija sottolinea che fratelli e sorelle non dovrebbero essere separati quando vengono dati in adozione, anche per evitare casi come quello di un uomo e una donna che vivono fuori dalla Macedonia del nord e che si sono sposati senza sapere di essere fratello e sorella.
“Ci battiamo per garantire a tutti il diritto di conoscere l’identità dei propri genitori biologici. Raggiunta una certa età, lo stato dovrebbe permettere ai figli adottivi di ricorrere a meccanismi legali per scoprire chi sono i loro genitori biologici”, spiega Ilija precisando che attualmente i dati sui genitori che hanno abbandonato i propri figli sono conservati nell’Archivio di Stato e i figli non vi hanno accesso. “Insistiamo affinché questo sistema venga cambiato e portiamo avanti diverse attività in questa direzione anche in altre città”.
Gli attivisti dell’associazione stanno inoltre esplorando diversi meccanismi per contrastare l’accattonaggio minorile. L’intento è quello di trovare un modo per evitare che i bambini, soprattutto quelli senza genitori, siano costretti a mendicare.
Voglia di vivere
Ricordando gli anni trascorsi nell’orfanotrofio, Ilija sottolinea anche alcuni aspetti positivi. Pur essendo stato costretto a lavorare duro e a combattere per superare gli ostacoli, ha acquisito anche diverse competenze e abilità. Ha studiato per diventare chef, per poi dedicarsi ad altri lavori in diversi ambiti, come manutenzione del verde, approvvigionamento alimentare, recupero di oggetti usati. È stato spesso costretto a fare due o addirittura tre lavori contemporaneamente per garantire alla sua famiglia una buona qualità della vita, tutto quello che a lui mancava da bambino – non voleva che i suoi figli e sua moglie vivessero la stessa esperienza.
“Attualmente lavoro come bidello in una scuola e come panettiere, poi svolgo anche vari lavori saltuari in diversi settori, tra cui edilizia, servizi idraulici e di imbiancatura, giardinaggio, mantenimento dell’igiene di case, uffici e scantinati”, spiega Ilija. “Cucinare è diventato il mio hobby. I miei figli mi aiutano in casa, conoscono il mio passato, li ho portati a vedere la casa dove sono cresciuto, raccontando loro come ho trascorso la mia infanzia”.
Oggi, a 45 anni, Ilija può ritenersi un uomo realizzato e di successo, con una propria casa e una famiglia che, insieme alla moglie Dobrinka, sta costruendo ormai da quindici anni. Hanno tre figli.
Dobrinka è originaria della città di Kočani. Si sono conosciuti quasi vent’anni fa tramite mIRC, uno dei canali di comunicazione su Internet. Ilija è felice che il loro amore, relazione e matrimonio siano stati sostenuti dai genitori di Dobrinka. Quindi, è riuscito a creare – come afferma lui stesso – la ricchezza più grande: una famiglia tutta sua.
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