Con l’elezione di un governo tecnico e di garanzia si va a nuove elezioni parlamentari in Macedonia del nord nel prossimo maggio. Difficile compito per il prossimo parlamento sarà rivedere la costituzione per rilanciare il percorso europeo del paese
Nel 2024 sono attesi cambiamenti politici significativi in Macedonia del nord: il processo è iniziato il 28 gennaio, quando il parlamento di Skopje ha eletto un nuovo governo tecnico di transizione. I nuovi ministri “tecnici” resteranno in carica cento giorni fino alle nuove elezioni parlamentari previste per l’8 maggio.
Dal 2016, per porre fine alla crisi politica iniziata nel 2015, le forze politiche del paese hanno concordato di eleggere un governo tecnico di transizione cento giorni prima delle regolari elezioni parlamentari, in rappresentanza sia del governo precedente che dell’opposizione, al fine di garantire elezioni giuste e democratiche.
Nel 2016, l’allora opposizione dell’SDSM aveva organizzato proteste di massa dopo aver denunciato che il governo VMRO-DPMNE aveva spiato e registrato illegalmente dissidenti politici, adducendo prove di abuso di potere.
L’attuale governo, guidato dai socialdemocratici del SDSM, ha lasciato il posto di primo ministro all’Unione democratica per l’Integrazione (DUI), che alla fine ha mantenuto la sua promessa di dare al paese un primo ministro albanese. L'attuale presidente dell'Assemblea, Talat Xhaferi, guiderà infatti il governo fino alle elezioni di maggio.
L'opposizione di centrodestra della VMRO-DPMNE non ha votato e non ha accettato Xhaferi come premier, anche se il partito partecipa con diversi ministri e viceministri al nuovo governo tecnico.
"Non è giusto che il partito che ha meno deputati, nonché quello associato al maggior numero di scandali per corruzione, riceva la carica di primo ministro", ha spiegato Antonio Miloshoski, deputato VMRO-DPMNE.
"SDSM e LPD, fedeli partner della DUI, oggi hanno reso il popolo macedone inquilino del proprio paese e hanno inscenato un’umiliante dualizzazione del paese”. Miloshoski ha poi aggiunto che i ministri proposti dalle fila della VMRO-DPMNE controlleranno i ministri della coalizione di governo.
Il leader della DUI Ali Ahmeti ha sottolineato che l'elezione di Xhaferi è storica sia per gli albanesi che per i macedoni, così come per tutti gli altri gruppi etnici presenti nel paese, perché realizza l’idea di uno stato e una società egualitari e supera tutti i pregiudizi etnici esistenti.
Le stesse elezioni di maggio sono il risultato di un accordo politico, poiché inizialmente erano previste per luglio. L’accordo è stato raggiunto nel dicembre 2023 fra i partiti politici oggi rappresentati in parlamento.
Il compromesso fa seguito al fallimento dell’attuale parlamento nel 2023 nell’ottenere una maggioranza di due terzi per modificare la Costituzione e includere i bulgari come minoranza ufficiale, condizione posta da Sofia per consentire alla Macedonia del Nord di avviare i negoziati per l’adesione all’UE.
I partiti di governo, SDSM e DUI, hanno assicurato che avrebbero ricevuto il sostegno di diversi deputati VMRO-DPMNE per approvare la controversa riforma costituzionale arrivando a collezionare i sospirati 81 voti su una maggioranza di 120 deputati, ma ciò non è mai avvenuto.
Dopo l'accordo per le nuove elezioni, l'allora primo ministro Dimitar Kovacevski ha dichiarato che, dopo 17 anni di disordini politici, in Macedonia del nord si terranno finalmente regolari elezioni parlamentari. Le ultime tenute dopo un regolare svolgimento del mandato si sono infatti svolte nel 2006.
“Ciò significa che il governo è riuscito a creare ulteriore stabilità, certezza e prevedibilità. Si tratta di un grande passo dopo che fino a poco meno di dieci anni fa lo stato e le istituzioni erano prigioniere della politica", ha dichiarato all'epoca Kovacevski.
Nel 2023 Hristijan Mickoski, leader della VMRO-DPMNE, ha chiesto che non ci fosse la creazione di un governo tecnico cento giorni prima delle elezioni, ma elezioni immediate.
Disaccordi tra i partiti politici sono sorti quando la Bulgaria ha invocato il suo diritto di veto per bloccare l'adesione della Macedonia del nord all'UE dal 2020: secondo Sofia, la lingua macedone è semplicemente una versione del bulgaro con un altro nome, mentre la Macedonia del nord non riconosce i suoi legami culturali e storici con la Bulgaria.
Allo stesso tempo, Sofia chiede che una minoranza bulgara venga ufficialmente inclusa nella Costituzione della Macedonia del Nord. La proposta arrivata dalla Francia nel giugno 2023, durante la presidenza di Parigi dell'UE, offriva una serie di misure per superare l'attuale situazione di stallo, misure che sono state accettate dal governo macedone, mentre l'opposizione le ha respinte fermamente.
Le elezioni parlamentari del maggio 2024 coincideranno anche con le regolari elezioni presidenziali: il primo turno per eleggere un nuovo capo di Stato si svolgerà il 24 aprile, mentre l’8 maggio si svolgerà il secondo turno di entrambe le elezioni.
Si tratterà dell'undicesima elezione parlamentare e dell'ottava presidenziale dall'indipendenza del Paese nel 1991. Il governo tecnico guidato da Xhaferi sarà il terzo eletto a gestire il processo elettorale. I due precedenti erano guidati da Emil Dimitriev della VMRO-DPMNE nel 2016 e Oliver Spasovski del SDSM nel 2020.
Il governo tecnico neoeletto è composto da venti ministri compreso il premier. Poiché Talat Xhaferi ha lasciato l'incarico, Jovan Mitreski dell'SDSM sarà il nuovo presidente del Parlamento fino a maggio.
Talat Xhaferi, nato nel 1962, ha frequentato l'accademia militare di Belgrado, poi è stato per decenni ufficiale nell'esercito jugoslavo e dal 1991 nell'Esercito della Repubblica di Macedonia (ARM). Nel 2001, durante il conflitto armato, ha disertato dall'ARM e si è unito all'Esercito di Liberazione Nazionale Albanese, venendo poi amnistiato dopo l'Accordo di Ohrid. In passato è stato anche ministro della Difesa.
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