In Macedonia il processo di confronto con il passato comunista del Paese si sta trasformando in una vera e propria macchina del fango. Pubblicate le liste degli ex collaboratori dei servizi segreti, sempre più esteso il numero di persone da controllare. Le ex spie, vere o presunte, sono immediatamente rimosse dagli incarichi pubblici. A rischio la privacy e i diritti civili
La sera del 3 agosto, la Commissione per la lustrazione, organismo responsabile per l'allontanamento dalla sfera pubblica di quanti avevano lavorato come spie per gli ex servizi segreti comunisti in Macedonia, ha pubblicato la prima lista di collaboratori. Fra molto scalpore, i primi 11 profili sono stati pubblicati sulla pagina web della Commissione . Questo ha segnato l'ultimo passo importante nel controverso processo di lustrazione.
In un pasticciato balletto, i file sono stati inseriti, poi rimossi, e infine ripubblicati. Chiunque può leggere i dati d'archivio sulle persone dichiarate collaboratori. I media hanno pubblicato dettagliate storie su chi riferiva cosa e sul conto di chi riferiva: studenti stranieri, intellettuali dissidenti, artisti, governi stranieri. La volontà del governo di destra è quella di rendere la lustrazione "più trasparente". Ai sensi della legge precedente, infatti, la commissione di lustrazione non poteva divulgare dettagli sui collaboratori. L'opposizione socialdemocratica ha definito l'ultimo stadio della lustrazione un "reality show", che avrebbe l'obiettivo di distrarre l'opinione pubblica dalla grave situazione economica con la "spazzatura" sulla polizia segreta.
Preoccupazione per i diritti civili
Non essendoci segnalazioni di pratiche analoghe altrove, si potrebbe supporre che la Macedonia sia il primo paese a spingersi fino a questo punto nel fare i conti con il passato comunista. Secondo molti, la legge potrebbe causare enormi problemi di violazione della privacy: non solo per i collaboratori, ma per le vittime e molti altri. Anche se i nomi delle persone non direttamente coinvolte nelle vicende rilevanti per la lustrazione sono stati cancellati, gli osservatori hanno commentato che la loro privacy potrebbe ancora essere violata, dal momento che molti sarebbero in grado di dedurre la loro identità dal contesto (ad esempio, un impiegato dell'ambasciata in un certo ruolo che avrebbe avuto una relazione con una collega).
Diversi esperti hanno inoltre osservato che la pubblicazione dei file rivela troppi dettagli circa il lavoro dei servizi segreti macedoni, minando così la sicurezza del paese. Alcuni degli eventi riportati nei file sono relativamente recenti, come ad esempio il conflitto armato nel 2001. La legge sulla lustrazione, infatti, copre il periodo fino al 2006. Nel conflitto continuo tra il governo del primo ministro Nikola Gruevski e la Corte costituzionale, la questione della durata della legge è stata fra le più controverse. Per due volte il giudice ha abrogato gli articoli riguardanti l'estensione della legge dopo il 1991 (inizio della transizione democratica), ed entrambe le volte il governo ha usato gli emendamenti del Parlamento per annullare la decisione della Corte.
Altre novità nell'ultima versione della legge riguardano le categorie di persone da controllare, le prove necessarie per dichiarare qualcuno un informatore e il diritto di presentare ricorso. Comune a tutte queste ultime revisioni, adottate a metà luglio, sembra tuttavia essere un disprezzo crescente per i diritti civili.
Alcune categorie, come attivisti di ONG, giornalisti e sacerdoti, sono state omesse dopo che, nel marzo scorso, la Corte costituzionale ha dichiarato la loro lustrazione incostituzionale. Altre sono state però incluse. Contrariamente alla precedente decisione della Corte, secondo la nuova legge tutti gli attuali funzionari pubblici e quelli precedentemente in servizio (andando indietro nel tempo fino al 1945), devono presentare una dichiarazione (della loro non-collaborazione) alla Commissione. Questo include anche, tra molte altre figure, avvocati, notai e professori universitari. L'altra novità è che la legge si estende anche alle persone che hanno beneficiato della privatizzazione delle imprese pubbliche negli anni '90. Vista l'ampiezza di queste categorie, nemmeno i membri stessi della Commissione sanno come potrà essere applicata.
L'altra brutta notizia per i diritti civili è che la legge abbassa i requisiti per dichiarare qualcuno un informatore. Il disegno precedente richiedeva una dichiarazione firmata di consenso o simili, mentre per la nuova legge basterà una prova di “segreta, intenzionale, organizzata, e continua" collaborazione con i servizi segreti. Il diritto di ricorso, a differenza che nella versione precedente, non sospende l'effetto della decisione della Commissione. Nel momento in cui la Commissione di lustrazione dichiara qualcuno un collaboratore, questi è immediatamente rimosso dall'incarico.
"Questa legge doveva essere la condanna di un passato in cui la gente andava in galera senza un giusto processo, ma ora stiamo facendo la stessa cosa", ha sostenuto il membro "ribelle" della Commissione Cedomir Damjanovski nel mese di giugno, quando la legge è stata oggetto di revisione in Parlamento. Secondo lui, si rischiano gravi violazioni dei diritti civili.
Rischio di abuso della legge sulla lustrazione
Come quasi tutto in Macedonia, il lavoro della Commissione è fortemente controverso. Il suo presidente, Tome Adzievski, è considerato da molti come un fantoccio del governo. I rappresentanti distaccati dai partiti di opposizione sono spesso in disaccordo con lui e coi suoi sostenitori. Damjanovski, ad esempio, è uno dei membri della Commissione spesso in disaccordo con il presidente. La nuova legge, però, ha anche introdotto una soluzione per la gestione dei membri dissenzienti: il nuovo regolamento limita il tempo degli interventi a tre minuti per commissario.
Molti osservatori concordano sul fatto che la lustrazione è diventato uno strumento del partito di governo per screditare gli avversari politici. Alcuni dei casi più evidenti e controversi riguardano avversari di primo piano (o presunti tali) del governo, come l'ex presidente della Corte costituzionale Trendafil Ivanovski e il direttore del Fondo Soros nel paese, il noto regista teatrale Vladimir Milcin.
Inoltre, la legge diventa sempre più restrittiva in materia di diritti civili. "Pensate anche alle vittime", ha commentato un funzionario governativo. Questo è un argomento giusto. Ma i torti antichi non si sanano commettendone di nuovi, e la nuova legge non prevede sufficienti elementi di giusto processo per evitare abusi.
Il giorno in cui la Commissione ha iniziato a pubblicare i file ha anche ricevuto una visita da parte dell'Ambasciata degli Stati Uniti, da molti osservatori interpretata come un monito, mentre l'Unione europea è rimasta finora un osservatore silente. Più la lustrazione si trascina, più sembra una “macchina del fango” nelle mani del governo, controllata da interessi di parte come tante altre cose nel paese. Per ora, sembra chiaro che la Macedonia non ha la capacità di gestire in modo equo questo processo, che non è nemmeno lontanamente finito.
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