La statua di Madre Teresa in centro a Skopje

Nuove e fantasiose sculture compaiono nel centro di Skopje, mentre si reprimono violentemente le proteste contro il progetto di una nuova chiesa nella piazza principale. Il ''rinascimento architettonico'' pianificato dal governo suscita accesi dibattiti sul piano etico, urbanistico e politico

22/04/2009 -  Risto Karajkov

Un toro, un mendicante, una bella ragazza, un lustrascarpe, un tizio che cerca di attirare l'attenzione della bella ragazza dall'altra parte della strada...sono solo alcune delle sculture che il governo macedone ha installato nel centro di Skopje nell'ambito del suo recente slancio di rinnovamento architettonico. Il partito del primo ministro Nikola Gruevski ha infatti deciso di ristrutturare radicalmente il centro della capitale.

Il toro, arrivato circa una settimana fa, affascina i passanti con la sua imponente muscolarità - soprattutto i bambini, che sembrano divertirsi particolarmente ad arrampicarcisi sopra. La bella ragazza, dall'altra parte della strada, è al centro dell'attenzione da oltre un mese ed è quasi diventata un simbolo della città. Ritratta come una fashion victim che parla al telefonino, è costantemente circondata da curiosi che vogliono farsi fotografare con lei. Cinquanta metri più in là, verso la piazza centrale, c'è il vecchio monumento di Madre Teresa. La costruzione del suo mausoleo, proprio di fianco alla statua, è stata completata solo un paio di mesi fa. Fino a poco tempo fa, Madre Teresa era tutta sola sul corso principale. Ora, all'improvviso, si trova in fitta compagnia, ma tutti vogliono farsi fotografare con la sua giovane dirimpettaia.

Questa recentissima euforia scultorea rappresenta solo l'inizio di un ambizioso progetto culturale del governo. Il bello deve ancora venire: si attende infatti l'arrivo di Alessandro Magno sul suo Bucefalo, che dovrebbe stabilirsi proprio al centro della piazza principale. Il monumento, di altezza inizialmente prevista sui 30 metri e poi ridimensionata fra i 12 e i 17, è in costruzione in una località ignota alla stampa - secondo alcune voci, Firenze - e ha già causato serie palpitazioni politiche: è stato infatti fra i temi caldi delle elezioni appena concluse. L'opposizione l'ha denunciato come parte di un'esplicita agenda governativa di "arcaicizzazione" e "de-slavizzazione" dell'identità nazionale macedone. Un'altra tesi lo collega a una deliberata strategia che punta a indispettire i vicini ellenici. Alessandro non sarà solo, ma accompagnato da una dozzina di altri personaggi storici di considerevoli dimensioni, dall'antichità ottomana alla storia più recente.

Nessuno è rimasto indifferente alla questione. Le sculture sono protagoniste fisse delle prime pagine. Molti ne sono infastiditi, ma molti altri invece le apprezzano. Le recenti elezioni locali a Skopje possono essere viste come una sorta di referendum sul tema. È prerogativa della municipalità del centro - una delle dieci che compongono l'area metropolitana della città - deliberare sulla collocazione delle sculture. I candidati dell'opposizione, sia municipale che cittadina, hanno contrastato "la venuta di Alessandro" in campagna elettorale. Se avessero vinto, avrebbero potuto fare resistenza attraverso il ministero della Cultura. Ma hanno perso, e di gran lunga, il che può essere indicativo della posizione degli elettori sul progetto.

Tuttavia, le sculture sono solo un dettaglio nel quadro più ampio del rinascimento estetico - e politico - del centro di Skopje. Il governo ha recentemente annunciato importanti progetti infrastrutturali che vanno ad aggiungersi a quelli in corso già dal 2006, anno dell'ascesa al potere della coalizione guidata dal partito di Gruevski. Tra questi, il restauro del palazzo storico "Officerski Dom" andato distrutto nel terremoto del 1963, i nuovi edifici dell'orchestra filarmonica nazionale, la Corte costituzionale, l'archivio di Stato, i teatri e molto altro ancora. In effetti i progetti sono così tanti che è difficile tenerne il conto.

Sostanzialmente, si dovrebbe trattare di buone notizie. Il boom edilizio degli ultimi anni è stato essenzialmente di carattere privato ed è quindi positivo che il governo abbia deciso di investire nelle infrastrutture, pur in tempi di grave crisi economica. In fondo, Skopje bramava da anni un processo di rinnovamento culturale e la Macedonia è molto meno indebitata dei propri vicini. Il debito estero rimane al 20% del PIL, ben poco rispetto a Croazia o Serbia, dove si avvicina al 90%. Il governo intende contrastare la crisi dando lavoro all'industria locale, anche aumentando il debito; la costruzione di queste infrastrutture si inserisce quindi in una vasta agenda d'investimento governativo in strade, ferrovie e centrali energetiche. Questo rinascimento ha senz'altro alcuni aspetti politici: al lancio della costruzione dei nuovi edifici per la Corte costituzionale e l'archivio di Stato, l'architetto autore del progetto ha dichiarato che i nuovi palazzi ricorderanno quelli del "periodo imperiale".

Oltre al monumento ad Alessandro Magno, un altro progetto fortemente politicizzato è quello della costruzione di una chiesa nella piazza "Macedonia". Quella preesistente era andata distrutta nel terremoto del 1963. Alla sua ascesa al potere nel 2006, il primo ministro Nikola Gruevski aveva poi promesso di ricostruirla. Il progetto aveva inizialmente incontrato l'opposizione del sindaco (ora ex) Trifun Kostovski, che l'aveva contestato in termini di pianificazione urbanistica rivolgendosi anche alla Corte costituzionale, e perdendo.

Pochi giorni fa, un gruppo di cittadini ha presentato un'ulteriore petizione alla Corte costituzionale, sostenendo che la costruzione di una chiesa con i soldi dei contribuenti violi il principio di laicità garantito dalla Costituzione favorendo la comunità cristiana rispetto alle altre religioni. Qualche settimana fa, un gruppo di studenti di architettura ha protestato contro il progetto, contestando la scelta del luogo di costruzione, che altro non farebbe che soffocare la piazza centrale della città. Le proteste sono state represse da un gruppo di ben organizzati contro-manifestanti, che proclamando di volere la chiesa hanno percosso gli studenti, senza reazioni particolarmente decise da parte della polizia. Se da un lato il governo accusa l'opposizione di aver manipolato gli studenti, l'opposizione accusa il governo di aver organizzato la contro-protesta e dato istruzione alla polizia di non reagire.

L'opposizione alla nuova chiesa non è finita qui. Se gli studenti di architettura contestano il progetto su basi urbanistiche e altri cittadini si preoccupano di difendere la laicità, un terzo tipo di reazione proviene da gruppi vicini alle comunità islamiche del paese. In questo caso, non è direttamente sotto accusa la costruzione della chiesa, bensì di altri edifici su terre appartenute in passato alla comunità islamica. In altre parole, se i cristiani avranno una chiesa, anche i musulmani vorranno qualcosa.

Con lo svilupparsi di questi progetti culturali, c'è di che aspettarsi ulteriori proteste. Alessandro Magno e il suo cavallo devono ancora arrivare, e allora dovremmo vederne delle belle. Tuttavia, il voto locale ha mostrato che la cittadinanza sostiene il governo in queste iniziative.

Per quanto riguarda l'opposizione, è ancora da vedere se deciderebbe davvero di disfare alcuni di questi progetti dopo un eventuale ritorno al potere. Sicuramente non sarebbe in grado di rimuovere una chiesa o altri edifici. Forse potrebbero disarcionare "Ale" dal suo Bucefalo, ma anche questa rimane per ora una prospettiva remota. Secondo i commentatori, sarebbe molto più difficile che metterlo in sella, e al prossimo voto nazionale mancano comunque tre anni. Se e quando questo dovesse verificarsi, sarebbe un'altra bizzarra fase puberale di questa giovanissima democrazia.


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