Nel centro della capitale moldava sparisce un grande albero di Natale. Il colpevole? Addirittura il Presidente della Repubblica. Sullo sfondo le divisioni in seno alla comunità cristiano-ortodossa della Moldavia
Si stanno avvicinando le festività e gli alberi di Natale abbelliscono le piazze di molte città europee e di altre parti del mondo. Vi sono luoghi dove la nascita di Gesù Cristo viene addirittura festeggiata due volte. Questo avviene anche per i moldavi. Ma quella che in passato era una doppia gioia, si è trasformata questa volta in una fonte di preoccupazione. Le autorità centrali della Repubblica di Moldova hanno infatti dichiarato guerra alle autorità locali della città di Chisinau, la capitale, ed hanno trasformato le festività natalizie in una questione tutta politica.
Lo scorso 9 di dicembre il comune di Chisinau ha fatto installare nella Grande Piazza Nazionale, in centro città, un bellissimo ed imponente albero di Natale. Con addirittura, tutt'attorno, una protezione. Non causale. Qualche giorno prima il governo centrale aveva dichiarato infatti che avrebbe installato il proprio albero di Natale solo qualche giorno prima di Capodanno. Entrando in polemica con l'ente locale. Dorin Chirtoacă, il sindaco, era ben consapevole dei rischi che correva il "suo" albero.
Per evitare problemi nella notte tra il 9 e il 10 dicembre l'albero è stato piantonato da tre giovani appartenenti al Partito liberale, quello del sindaco. Seduti in una macchina della municipalità hanno ripreso con telecamere tutto quanto avveniva. A mezzanotte qualcuno è arrivato: la polizia. Ed ha chiesto ai tre giovani di seguirli confiscando loro telefonini e videocamere.
Petru Apostol, uno degli arrestati, ha dichiarato che per due ore sono stati portati a fare una passeggiata tra le vie principali della città e ad un certo punto rilasciati sul viale Ştefan cel Mare, la principale arteria di Chisinau. Sono stati restituiti loro gli oggetti personali ma non le cassette video. Sparite, come l'albero che avrebbero dovuto proteggere. Che infatti era stato spostato e successivamente ritrovato dietro l'Arco di Trionfo situato nella Piazza della Cattedrale.
Il giorno successivo il comune ha tentato di riportare l'albero dove era originariamente ma la polizia l'ha impedito. Alla richiesta del sindaco di aiutare il personale nell'installare l'albero il vice-commissario della polizia di Chisinau, Iacob Gumetiţă, ha rifiutato.
La questione, che ha superato il ridicolo, è direttamente legata alla polemica in corso tra due Chiese ortodosse che si stanno contendendo i fedeli moldavi.
Per molti secoli in Europa si festeggiava il Natale nella stessa data. Poi ci si rese conto che il calendario iuliano perdeva un giorno per strada, rispetto all'anno solare, ogni 120 anni. Venne quindi introdotto, nel 1582, il calendario gregoriano. Ma la chiesa ortodossa, con sede a Costantinopoli, si rifiutò di riconoscere il nuovo calendario data la rivalità con Roma. Nonostante questo alcune chiese ortodosse adottarono il nuovo calendario. Quella russa rimase al vecchio calendario nonostante nel 1917 la Russia adottò ufficialmente il calendario gregoriano. Il patriarcato rumeno ha invece adottato quello gregoriano e, dato che la Chiesa ortodossa moldava ha due diverse Chiese ortodosse - una soggetta al Patriarcato di Bucarest e l'altra a quello di Mosca - adotta di conseguenza due diversi calendari, e di conseguenza festeggia due volte Natale (uno il 25 dicembre e l'altro il 7 gennaio), due volte Pasqua ecc..
Nella sua politica rispetto ai culti religiosi il governo centrale favorisce la chiesa legata a Mosca. Di qui la disputa con il sindaco che ha voluto installare l'albero prima del 25 di dicembre. E il governo lo ha fatto togliere ritenendolo eccessivamente in anticipo rispetto al 7 di gennaio...
L'opinione pubblica ha criticato severamente questo tentativo estremo di impedire il festeggiamento del Natale il 25 dicembre, assieme con altri paesi Europei e con i 600.000 emigrati moldavi che in quei paesi vivono.
Il 12 di dicembre è stata promossa una mobilitazione nel centro di Chisinau. I partecipanti chiedevano il ritorno dell'albero nella piazza. L'annuncio della mobilitazione è apparso su internet e a tutti è stato richiesto di portare con sé un piccolo albero di Natale per rimpiazzare quello "rubato". Nella piazza sono stati collocati 50 piccoli alberelli di Natale.
"L'ho comperato per il nostro presidente, dato che mi sembra di capire che fosse alla ricerca di alberi. Voglio sentirmi in clima natalizio molti giorni prima di Natale e e non voglio che nessuno mi imponga il giorno in cui festeggiare il Natale", ha affermato un giovane partecipante alla manifestazione.
Con in mano immagini del festeggiamento del Natale in altre capitali europee i giovani dopo qualche ora hanno smobilitato. E la sera, le decine di alberelli, sono sparite di nuovo. I deputati dell'opposizione hanno chiesto spiegazioni su quanto avvenuto durante una sessione parlamentare. Chiedendo, in una mozione, che il presidente moldavo Vladimir Voronin, il primo ministro Vasile Tarlev e altri ministri attendessero alla riunione. La mozione è stata però bocciata.
Intanto Chisinau non ha ancora il proprio albero di Natale e probabilmente si dovrà aspettare sino al 28 di dicembre. In altre città moldave invece non è così, e anche Tiraspol, capitale dell'autoproclamata Repubblica di Transnistria, ha il suo albero. Nonostante l'influenza di Mosca, lì, sia più forte che mai.
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