Il prossimo 18 novembre il parlamento di Chişinău cercherà di eleggere un nuovo presidente, poltrona che in Moldavia è vacante dall'aprile 2009. Da allora, tre elezioni politiche non hanno mai portato ad una maggioranza in grado di eleggere il capo di Stato. Ora ci si riprova, per evitare nuove elezioni nel 2012
Il prossimo 18 novembre si terrà nel parlamento moldavo la votazione per eleggere un nuovo presidente della repubblica. Il parlamento di Chişinău non è stato in grado di eleggere un presidente dal 2009; l'attuale coalizione di governo, l'Alleanza per l'Integrazione Europea (AIE), composta dal Partito Liberal-Democratico di Moldavia (PLDM), dal Partito Liberale (PL) e dal Partito Democratico (PD), ha infatti 59 seggi in parlamento, mentre secondo la legislazione moldava è necessario il sostegno di 61 dei 101 deputati per eleggere un nuovo presidente.
Una coalizione più ampia?
Tutti i partiti parlamentari hanno sostenuto la decisione di tenere nuove elezioni presidenziali con l'eccezione del Partito liberale e di un deputato indipendente, scettico rispetto alla possibilità di raggiungere un compromesso sulla questione. La decisione è stata presa anche in seguito a una serie di incontri e conversazioni telefoniche tra il presidente del parlamento europeo Jerzy Buzek e i leader della coalizione di governo; Buzek infatti avrebbe auspicato una rapida soluzione della stallo politico, aggiungendo che la Moldavia può essere una storia di successo.
La proposta dell'elezione è partita dal presidente ad interim e leader del partito democratico Marian Lupu, sebbene il partito comunista lo richiedesse da tempo. Lupu era stato scelto per la carica di presidente in seguito alla creazione della coalizione nel dicembre 2010, ma non era stato possibile procedere alla sua elezione per la mancanza di due voti.
Il primo ministro Vlad Filat (PLD), dal canto suo, ha suggerito la formazione di una coalizione più ampia per risolvere la crisi costituzionale. Su questa linea anche Marian Lupu: “Dobbiamo trovare assieme una soluzione per superare la crisi politica e questo deve avvenire all'interno di un'ampia piattaforma parlamentare. Spero che tutti i deputati si impegneranno al massimo e si prenderanno le loro responsabilità. Sfortunatamente, o fortunatamente, questa è una questione che mi tocca in prima persona, considerato che io stesso sono candidato per questo incarico. Ma sono pronto a farmi da parte se questo permetterà di trovare una soluzione.”
Candidati alla presidenza
Vladimir Voronin, leader del Partito comunista, ha acconsentito ad incontrare i leader di ogni partito rappresentato in parlamento, senza però riconoscere l'esistenza della coalizione di governo. Non sono per il momento chiari i risultati di questo dialogo, nessuno dei leader politici ha fatto nomi. Ciononostante, secondo alcuni analisti politici vi sarebbe aria di compromesso tra i partiti rappresentati in parlamento. Sembrerebbe chiaro che il nome scelto non sarebbe quello di Marian Lupu, il quale non ha alcuna possibilità di ottenere dai comunisti i due voti mancanti. Dopo il recente scontro tra Lupu e Filat, sorto dalla decisione di quest'ultimo di sostituire il procuratore generale, sembra che Lupu non goda del sostegno necessario neanche tra i compagni di coalizione.
Neppure il leader liberal-democratico Vlad Filat, attuale primo ministro, sembra intenzionato a promuovere la propria candidatura alla posizione di presidente. “Non ho alcun interesse per questo incarico,” ha infatti dichiarato. “È naturale che vi siano speculazioni. Ma non sarebbe corretto aspirare a una posizione politica stabile lasciando così le mie responsabilità e il mio programma di governo sulle spalle di qualcun altro. Per questo continuerò il mio lavoro”. Filat ha comunque aggiunto che farà il possibile affinché si trovino i 61 voti necessari per eleggere un presidente.
Sembra improbabile che l'Alleanza per integrazione europea accetterà la candidata sostenuta dal Partito comunista, Zinaida Greceanîi, il cui nome è stato ripetutamente suggerito. Sembra quindi che se un compromesso verrà raggiunto, si tratterà di una figura non legata ad alcun partito.
Secondo l'analista politico Ion Tabârţă si sarebbe molto vicini a un compromesso tra il Partito liberal-democratico e quello comunista, visto che la decisione di sostituire il procuratore generale è stata sostenuta anche dal partito comunista. I due partiti avrebbero un numero di deputati sufficiente ad eleggere un presidente.
La possibilità di elezioni anticipate
In caso non si riesca ad eleggere un nuovo presidente nel corso di due votazioni (la seconda delle quali deve avere luogo entro dieci giorni dalla prima), il parlamento verrà sciolto e si dovranno tenere nuove elezioni.
Questo è lo scenario più probabile secondo Mihai Ghimpu, leader del Partito liberale, che si è opposto alla decisione di tenere ora l'elezione di un nuovo presidente. “Penso che l'unico interesse del Partito comunista sia quello di arrivare ad elezioni anticipate.”, ha dichiarato l'ex-presidente ad interim. “Hanno aspettato che l'iniziativa venisse da parte nostra e alla fine dovremmo organizzare nuove elezioni, che in questo caso si terranno probabilmente in prossimità del prossimo 9 maggio, festa dell'Europa.”
Anche secondo l'analista politico Cornel Ciurea questo tentativo di eleggere un presidente porterà ad elezioni anticipate. “Non credo nella possibilità di un'alleanza più ampia. Non credo possa stabilirsi un'alleanza tra liberal-democratici e comunisti. Anche se il Partito democratico, il Partito liberal-democratico e i comunisti votassero assieme in quest'occasione rimane il fatto che hanno interessi molto diversi tra di loro.”
Le ultime elezioni parlamentari hanno avuto luogo il 28 novembre 2010. Da allora, l'Alleanza per l'integrazione europea non ha mai tentato l'elezione di un presidente. Un tentativo da parte dell'AIE di cambiare la legislazione in modo che fosse sufficiente una maggioranza semplice per l'elezione del presidente era stato bloccato da parte della Corte costituzionale. La stessa Corte ha raccomandato il mese scorso di procedere all'elezione di un nuovo presidente il prima possibile. La Moldavia non ha ufficialmente un presidente da quando si è esaurito il mandato del comunista Vladimir Voronin nell'aprile 2009, quando le elezioni politiche avevano portato ad ampie proteste ed episodi di violenza nella capitale Chişinău.
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