Secondo il recente rapporto dell'ufficio dell'ONU per la lotta alla criminalità e alla droga, con sede a Vienna, il Montenegro si troverebbe in cima alla lista dei paesi più colpiti dal traffico di esseri umani. Molte le perplessità sui dati raccolti.
Il Montenegro si trova tra i primi posti della lista dei paesi coinvolti nel traffico degli esseri umani. Almeno così è scritto in un allarmante rapporto dell'ufficio dell'ONU per la lotta alla droga e ai crimini, di Vienna (UNODC).
Secondo dati recenti, i cima alla lista si trova la Polonia, seguono il Montenegro, l'Ungheria, la Tailandia, l'Ucraina, l'Albania, la Repubblica Ceca, l'Italia, la Bulgaria e l'India. "Si tratta di paesi con controlli di sicurezza mal organizzati e nei quali c'è una diffusa corruzione", ha dichiarato alla conferenza stampa Kristina Kongaspunte, consigliere dell'UNODC, presentando il nuovo database dei paesi di origine, transito e destinazione finale delle vittime del traffico di esseri umani.
In questi dati i funzionari montenegrini hanno riconosciuto una pressione politica sul Montenegro.
"In Montenegro esistono centri di disinformazione, dai quali si diffondono informazioni non verificate che danneggiano il paese", ha detto al settimanale "Monitor" il funzionario del DPS, Miodrag Vukovic. "Purtroppo anche nelle istituzioni internazionali esistono alcuni circoli che non sono contenti delle strutture politiche che governano in Montenegro. Ogni volta che qualcuno inizia a parlare con più vigore di indipendenza, si insiste sulla storia del crimine", sostiene Vukovic.
Il Montenegro, già seriamente turbato con l'ancora attuale scandalo del sex-traffico, nel rapporto dell'ONU si presenta in una luce ancora peggiore, soltanto 15 giorni prima che il procuratore principale decida se si farà il processo contro i quattro sospetti di questo scandalo.
Anche i rappresentanti nazionali delle organizzazioni statali e non governative che si occupano della lotta al trafficking sono sorpresi dall'accusa dell'organizzazione internazionale da cui, come dicono, fino ad oggi arrivavano soltanto parole di elogio. Nessuno di loro ha ancora visto il rapporto.
"Non ho ricevuto nessun rapporto dal consiglio di progetto, del quale sono membri i rappresentanti di tutte le organizzazioni internazionali che lavorano in Montenegro. Ne ho avuto notizia solo tramite i media e sono sicuro che non rappresenta la situazione reale" dice il coordinatore nazionale della lotta al trafficking degli esseri umani, Vladimir Cejovic.
Cejovic ricorda che nel rapporto dell'UNICEF, pubblicato nella prima metà del 2002, il Montenegro si presentava come esempio di buona pratica.
Il rapporto dell'ONU ha sorpreso anche Ljiljana Raicevic, l'amministratrice della casa-rifugio "Sigurna zenska kuca", persona sempre molto critica verso le autorità montenegrine. "È certo che qui esiste il crimine organizzato, ma non così tanto quanto si insiste nel rapporto. Sono rimasta stupita quando ho letto il rapporto" ha detto la signora Raicevic.
"Sono sicura che su quella lista, prima di noi dovrebbero esserci la Serbia, la Bosnia e per esempio la Macedonia, dove il trafficking ha raggiunto proporzioni enormi. Poi anche il Kosovo, se lo guardiamo come un caso separato. È vero che grazie alla sua posizione e ai confini flessibili il Montenegro attrae i trafficanti, ma non credo che debba trovarsi in cima alla lista", considera Raicevic.
Il portavoce dell'UNODC, Kemal Kurspahic, ha spiegato a "Monitor" il meccanismo che ha prodotto i risultati. "Sono state usate fonti provenienti da trecento organizzazioni che si occupano del monitoraggio dei flussi e 3 mila casi di traffico di esseri umani. In base a queste fonti, che possono essere incomplete e di parte, sono uscite le conclusioni".
L'autrice del rapporto, Kristina Kangaspunte, ha spiegato al quotidiano "Vijesti" che in base alle fonti è stato calcolato quante volte un paese viene menzionato come paese di origine, transito o destinazione. Purtroppo il Montenegro si menziona 11 volte da 300 fonti "incomplete", e questo l'ha portato in cima alla lista dei paesi delinquenti. "Comunque, bisogna prestare attenzione, perché statisticamente si tratta di un numero basso. Noi raccogliamo i casi, ma non facciamo le analisi dei numeri delle persone trafficate. Si tratta di stime, così che non siamo mai sicuri", si è limitata a dire Kristina Kangaspunte.
La maggior parte del pubblico montenegrino ha inteso il rapporto dell'ONU come pressione politica sulle istituzioni. Alcuni lo collegano con lo scandalo recente, altri con il prolungamento dei tempi dell'accordo finale con la Serbia. Altri ancora, in un periodo più lungo lo vedono come un freno al diritto del referendum per l'indipendenza. Certo, ci sono anche quelli che pensano che la comunità internazionale punti il dito al cuore dei problemi montenegrini: criminalità e corruzione. ("Monitor", 22 maggio)
Vedi anche:
Il nostro dossier sul traffico di esseri umani nei Balcani
Trafficking - 8: Montenegro, traffico di esseri umani e politica
Trafficking 11 - Montenegro, il caso S.C.
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