Due eventi di rilievo richiamano migliaia di turisti e spettatori nelle Bocche di Cattaro e nella città omonima, si tratta del carnevale estivo e della Notte Bocchese. Due feste tradizionali descritte in questo breve reportage dal Montenegro
Pieno agosto, la stagione non è delle migliori qui in Montenegro. Non passa giorno senza che la pioggia non compaia anche per breve tempo a spruzzare il mare calmo delle Bocche di Cattaro. Nonostante l'incerta stagione, i turisti finalmente si sono fatti vivi. Per lo più si tratta di turismo locale, serbi e montenegrini. Rari gli italiani, i tedeschi e i francesi. Sloveni e croati invece ce ne sono e sembra che siano i preferiti durante i controlli della polizia locale. La pioggia quotidiana ha tuttavia consentito il trascorrere di un'estate senza le ben note restrizioni idriche. La gente di qui non ricorda l'ultima volta che ha trascorso un'intera estate senza le fastidiose limitazioni dell'acqua.
Il mese di agosto nelle Bocche è noto ai turisti per alcuni eventi di un certo rilievo. In particolare il Carnevale estivo di Kotor (Ljetnji Masken Bal) e la Notte delle Bocche (Bokeljska Noc).
A distanza di una settimana l'uno dall'altro i due eventi estivi riescono ad attrarre migliaia di spettatori. Il fulcro è Kotor (Cattaro), città dal sapore storico - da alcuni preferita persino a Dubrovnik - con secolari mura che circondano la parte vecchia ai piedi dei monti che chiudono il bel fiordo mediteranneo. Questa città che nel XVIII secolo faceva parte del regno di Venezia, ne conserva ancora in alcune sue fattezze e riti la tradizione. Tra queste certamente il ballo in maschera e la notte bocchese, un tempo chiamata Notte veneziana, come ci spiega uno dei cittadini più anziani, la cui famiglia vive a Kotor da almeno trecento anni.
Tra le due feste estive, è il carnevale ad attrarre più visitatori. La via principale, in realtà proseguimento della statale costiera che attraversa tutta la costa montenegrina, da Herceg Novi a Ulcinj, viene interrotta all'ingresso della città. Dalle ventuno in avanti il traffico è interamente bloccato. La gente si affolla attorno alla strada, noncurante dei ripetuti inviti della polizia a lasciare libero il passaggio per i carri carnevaleschi.
Poco prima dell'inizio della parata, un gruppo di giovani travestiti da tribù africana, con tanto di lance e costumi di paglia e la pelle colorata, iniziano un ballo estemporaneo con urla e trambusto. Si tratta di un'improvvisata all'ultimo momento, gli addetti dell'organizzazione li invitano a spicciarsi e a prendere posizione con le altre maschere. I bambini colti di sorpresa riprendono fiato e attendono la sfilata dei carri.
Aprono il carnevale di Kotor le autorità della città e i rappresentanti del carnevale internazionale. Da qualche anno infatti il carnevale di Kotor è entrato a far parte della famiglia delle feste in maschera internazionali, conquistandosi così un certo prestigio.
Ai rappresentanti ufficiali seguono almeno una trentina di carri di varia provenienza. Da Tuzi, da Pancevo, da Risan, da Budva, da Rijeka, e persino un gruppo di italiani di Brindisi. Tutti invitati a questa parata internazionale. Numerose e varie le maschere: dagli egiziani con tanto di piramide su ruote, al cavallo di Troia di dimensioni considerevoli, poi gli italiani che mescolano varie tradizioni allegoriche in una parata che fa spettacolo tra la gente. Sfilano poi sirene e maschere tradizionali, una gondola enorme trainata da un trattore, cui fa seguito un passeggino camuffato da piccola gondola con tanto di infante vivo a bordo vestito da gondoliere! I mascherati di Budva si presentano con alla testa un ragazzo dal costume angelico ma dagli attributi straordinari. Chiude la parata il Moulin Rouge e le sue ballerine.
La calca è impressionante, gente ovunque, per la strada sui marciapiedi, i dati ufficiali parlano di oltre trentamila persone, in una città che normalmente ne accoglie circa 12.000. Un vero carnevale internazionale, con tanto di musica e balli mascherati che ripercorrono la tradizione veneziana di questo antico capoluogo costiero.
Di tradizione religiosa mista, cattolica e ortodossa (testimoniata dalle numerose chiese racchiuse nelle sue mura) Kotor lascia il giorno di ferragosto alla vicina Perast, piccolo e tranquillo centro abitato lungo le Bocche, lontano dal frastuono dei locali notturni e rinomato per la sua atmosfera romantica e silenziosa. Perast è nota inoltre per le due isole che vi si trovano di fronte, e il ferragosto si festeggia proprio nella piccola chiesa cattolica dell'isolotto di Gospa od Skrpjela. Un'isola artificiale nata dalle pietre depositate dai marinai, un rito che ancora oggi viene ripetuto in un determinato periodo dell'anno. Le barche fanno la spola dal molo di Perast all'isolotto per trasportare i visitatori. Nel tardo pomeriggio si tiene la messa celebrativa. La chiesa è stracolma di persone, diversi italiani partecipano al rito. Al termine della funzione religiosa, viene aperto il museo adiacente l'edificio religioso e comunicante con esso. All'interno numerosi cimeli navali, reperti trovati in mare, quadri antichi di battaglie navali e alcune spade e moschetti di vecchia data. Niente fuochi d'artificio e niente musica, oltre il coro e l'organo della chiesa. Perast mantiene la sua modesta tranquillità.
Di tutt'altra natura e vera attrazione marittima di questo periodo è invece la Notte bocchese. Il pomeriggio del 14 agosto alcune decine di imbarcazioni, in prevalenza piccoli gozzi di pescatori, si preparano per la serata. Con decorazioni carnevalesche e allegoriche le imbarcazioni sfilano la sera nel porto di Kotor, mentre i visitatori gremiti sulla riva del lungo mare attendono il loro passaggio.
La partecipazione del pubblico, almeno quest'anno, è di gran lunga inferiore rispetto al sabato precedente dedicato al carnevale estivo. Anche la parata delle barche mascherate sembra più misera rispetto agli anni passati. Nonosante ciò alcune migliaia di spettatori seguono la sfilata navale, aperta dalla scuola di vela e dalla marina militare. Seguono in cerchio e a turno le altre barche mascherate: c'è la zucca, la barca di Adamo ed Eva con tanto di albero di mele, il ponte di Mostar, la principessa nel castello, la bottiglia di birra, la coppa di gelato. Ce ne è poi una con una scritta grossa "Jugookeanija riposa in pace" con allusione alla azienda navale privatizzata e in via di fallimento. C'è pure un piccolo gozzo con sopra un cavallo di cartapesta e in sella la morte con la falce, seguito da una lisca di pesce gigante e un barca cannone. Chiude la sfilata uno spettacolo pirotecnico sul mare. In tarda serata si saprà quale barca si è meritata il premio della giuria per il miglior costume galleggiante.
Terminato lo spettacolo la gente si riversa entro le mura della città vecchia, alla ricerca di un luogo dove sedersi in uno dei numerosi bar o kafane di Kotor. Una boccale di buona birra locale, un po' di musica e si tira tardi a chiacchierare in compagnia. I chioschi che vendono cevapi, pannocchie cotte e alla brace, sono gremiti di persone. Il tiepido vento che soffia da est, oltre ad alzare una cortina di fumo denso di carne arrostite, fa sventolare la nuova rossa bandiera del Montenegro, issata sulla fortezza di San Giovanni. Per l'occasione la strada che porta alla fortezza che sovrasta la città vecchia è stata illuminata con delle fiaccole che oscillano in lontananza. Dalla riva del porto, sembra che un serpente di fuoco si agiti dalla città e sù in alto fino a San Giovanni. Ai suoi piedi la la città animata dalla folla festeggia l'ennesima Notte bocchese.
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Viaggiare in Montenegro, una guida rapida
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