Il candidato del partito di Djukanovic, l'ex-premier Vujanovic, sembra non avere concorrenti. Ma un gruppo di intellettuali lancia l'allarme: un Governo capace di attuare le riforme, ultima chance per il Montenegro.
Alle prossime elezioni presidenziali in Montenegro, che si terranno domenica 22 dicembre, prenderanno parte 11 candidati. La coalizione governativa 'Per un Montenegro Europeo' ha candidato il vicepresidente del Partito Democratico dei Socialisti, Filip Vujanovic, mentre il Partito Serbo radicale di Vojislav Seselj ha candidato Aleksandar Vasiljevic. Sono altri nove i candidati indipendenti o di partiti piccolissimi non rappresentati in Parlamento. E' chiaro che il candidato del DPS non ha concorrenza. L'unico elemento che mette in forse la sua vittoria è il fatto che il Partito Socialista il 12 dicembre scorso ha chiamato tutti i cittadini a non votare, "perché in quel modo, aiutano il Montenegro". All'SNP considerano che votando si aiuterebbe il DPS ed il suo candidato. Dall'SNP hanno chiesto a Vujanovic di dimettersi "dalle dieci funzioni che sta svolgendo al momento e a continuare la gara presidenziale esclusivamente come vicepresidente del DPS".
Secondo il presidente dell'SNP di Podgorica, Velizar Kaludjerovic, l'SNP non avrebbe proposto un suo candidato perché dopo le elezioni parlamentari, che "non si sono svolte in modo regolare e democratico" non vuole partecipare alla stessa farsa. Ha poi aggiunto che con il governo del DPS alle elezioni non conterà la qualità della persona e del partito, ma il potere, le pressioni e le manipolazioni.
Secondo il DPS, 'la fuga dalle elezioni' dell'SNP è l'espressione dell'incapacità di proporre un candidato altrettanto valido di Vujanovic e, nello stesso tempo, rappresenta il tentativo di danneggiare materialmente i cittadini montenegrini obbligandoli a ripetere le elezioni ("Publika", "Dan", 12 dicembre).
Mercoledì 11 dicembre intanto il DPS ha annunciato la composizione del nuovo Governo. Avrà 16 ministeri, cioè tre meno dell'ultimo.
Il giorno 13 il Governo avrebbe dovuto passare al vaglio del voto di fiducia parlamentare ma il tutto è saltato perché l'SDP, partito che fa parte della coalizione 'Per un Montenegro europeo', ha boicottato la sessione. Secondo i giornali la ragione si deve cercare in un disaccordo in merito al nome di Dusko Markovic, attuale capo per la sicurezza statale, quale nuovo Ministro degli interni, al posto dell'uscente Andrija Jovicevic. Dubbi vi sarebbero anche sul nome di Miroslav Ivanisevic, attuale e probabilmente futuro Ministro delle finanze, che dagli uffici dell'SDP, si ritiene sia un possibile tappo alle riforme. Nei giorni passati sembrava che al suo posto sarebbe stato nominato un 'esperto', secondo alcune voci un montenegrino che attualmente collaborerebbe con la Banca Mondiale. "L'SDP vuole un Governo che continui le riforme, come abbiamo promesso ai nostri votanti, un governo che sarà sostenuto da tutti i cittadini e dall'Europa. In quel senso, il cambio del Ministro degli affari interni l'abbiamo inteso quale tentativo di bloccare l'azione della repressione della attività criminali, perché questo Ministero ha raggiunto risultati impressionati lo scorso anno".
'Publika' oggi pubblica la lettera di un gruppo di intellettuali a Milo Djukanovic: si esprime la delusione nei confronti della recente proposta di composizione del Governo e si puntualizza che la costituzione di un Governo capace di condurre le riforme sia l'ultima chance per il Montenegro ("Dan", 12 dicembre, "Vijesti", 13 dicembre, "Publika", 15 dicembre).
Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!