Il mare dell'est

30 giugno 2016

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I russi che frequentano la costa montenegrina non sono per forza ricchi. Non necessariamente pernottano in alberghi di gran lusso o hanno investito nel mattone. Sono anche russi della classe media.

Arrivano spesso in auto. Il viaggio è davvero lungo, ma più economico rispetto a un volo. A portata di tasca, tutto sommato, è l’intera permanenza in Montenegro. Il litorale sloveno e il mare croato sono in tal senso più impegnativi.

Non è solo una questione di sostenibilità economica, a ogni modo. I tanti russi che trascorrono le vacanze in Montenegro trovano qui un ambiente familiare. Il paese è a maggioranza slava e ortodossa. Mosca è stata la principale madrina della sua prima indipendenza, ottenuta al Congresso di Berlino del 1878 (la seconda, dalla Serbia, è datata 2006). E nel corso degli anni il flusso turistico dalla madrepatria è andato intensificandosi. Portarsi dietro abitudini e lingua, con la certezza di condividere le prime e poter parlare la seconda, tra l’altro ben comprensibile ai montenegrini, mette a proprio agio. È per certi versi la dinamica che si riscontra nei paesi rivieraschi dell’Adriatico, quando gli abitanti delle cittadine dell’interno, d’estate, calano verso quelle della costa. Ci si trascina dietro il senso di comunità. La differenza sta nel fatto che i russi, per poter arrivare a questo mare caldo, devono fare tanta strada.

Si calcola che dalla Russia provengano il 30% dei visitatori della costa montenegrina, questa sottile striscia di sabbia e roccia con poco respiro, soprattutto nelle sue parti centrale e settentrionale, a causa di montagne ricoperte di boschi che s’innalzano bruscamente dalla linea del mare. Di russi se ne possono incontrare ovunque, pur se prediligono trascorrere le loro vacanze a nord della città di Bar, porta d’accesso del paese e sbocco per le sue merci, come per quelle serbe (su un piazzale dell’area portuale scorgiamo centinaia di Fiat 500L); nonché vecchio crinale tra il Montenegro ottomano e quello veneto-austriaco. Ancora oggi questa gradazione si percepisce.

Per i russi, ma non solo per loro: il Montenegro è un mare economico e intimo anche per ucraini, bielorussi e bulgari. Le targhe delle automobili, analogamente al caso russo, sono un buon indicatore della loro presenza. E viene da dire, con la consapevolezza che si sta semplificando, che la presenza di tutte queste nazionalità fa del Montenegro un mare dell’Est.

Naturalmente ci sono anche molti serbi. Ma per loro la vicinanza non è solo un fattore dell’animo, è anche geografica. E per raccontarla fino in fondo, prima del referendum che ha sancito l’indipendenza del Montenegro, nel maggio 2006, per andare al mare non si attraversa una frontiera.