L'ex presidente della Corte suprema, Vesna Medenica, è il primo alto funzionario giudiziario ad essere arrestato per abuso d'ufficio in Montenegro, nonostante decenni di accuse sulla diffusa corruzione nel paese
(Originariamente pubblicato da Balkan Insight, il 20 aprile 2022)
Dopo decenni di denunce relative al costante dilagare della corruzione in Montenegro, si è finalmente arrivati al primo arresto di un alto funzionario giudiziario accusato di abuso d’ufficio.
A distanza di oltre un anno dalle dimissioni di Vesna Medenica dall’incarico di presidente della Corte suprema del Montenegro – dimissioni arrivate dopo le dure critiche del suo operato da parte della Commissione europea – lo scorso 17 aprile Medenica è stata arrestata con l’accusa di abuso d’ufficio e di aver creato un’organizzazione criminale.
L’ex presidente della Corte suprema è stata fermata dopo la pubblicazione delle trascrizioni di alcuni messaggi scritti da suo figlio, Miloš Medenica, in cui quest’ultimo diceva che sua madre non avrebbe permesso che gli affari illeciti che lo vedevano coinvolto venissero scoperti.
Vesna Medenica è stata arrestata all’aeroporto di Podgorica mentre si stava per imbarcare su un volo per Belgrado.
Una settimana prima dell’arresto di Vesna Medenica alcuni media montenegrini avevano pubblicato una serie di messaggi che Miloš Medenica aveva scambiato con un agente di polizia, Darko Lalović, in cui i due discutevano su come organizzare l’acquisto di droga e il contrabbando di sigarette al porto di Bar. Lalović è stato arrestato nel dicembre 2021 con l’accusa di aver creato un’organizzazione criminale e di essere coinvolto nel traffico di sostanze stupefacenti. Secondo quanto riportato da alcuni media, Lalović avrebbe collaborato con un gruppo criminale montenegrino dedito al traffico di stupefacenti noto come clan di Kavač.
Vesna Medenica ha respinto tutte le accuse.
Dejan Milovac dell’organizzazione non governativa MANS – una delle principali ong montenegrine impegnate nella lotta alla corruzione – spiega che per quasi due decenni Vesna Medenica è stata una delle figure più potenti della magistratura montenegrina.
“[Medenica] ha potuto facilmente abusare della sua autorità per assicurare che la giustizia venisse applicata in modo selettivo. Auspichiamo che un’indagine approfondita riesca a fare chiarezza sul coinvolgimento di Medenica nei tentativi di ostacolare il raggiungimento di risultati tangibili nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata e sul suo ruolo nelle operazioni di cui ha parlato suo figlio”, ha dichiarato Milovac a Birn, aggiungendo che “se Vesna Medenica dovesse decidere di parlare, potrebbe diventare un testimone scomodo”.
In alcuni messaggi inviati a Darko Lalović nel luglio 2020 utilizzando l’applicazione di messaggistica criptata Sky ECC, Miloš Medenica aveva affermato che sua madre era a conoscenza dei loro affari illeciti e che potevano contare sulla sua protezione. “Lei sa tutto fin dall’inizio, è al corrente di tutto proprio per poter proteggerci se dovesse essere necessario [...] sa tutto e ciononostante i nostri rivali erano andati da lei per chiederle di aiutarli”.
Il ministero dell’Interno montenegrino ha confermato che nel febbraio 2022 le autorità francesi hanno inviato al procuratore speciale del Montenegro le trascrizioni di alcuni messaggi scambiati tra Miloš Medenica e Darko Lalović utilizzando l’applicazione Sky ECC.
Lo scorso 7 aprile il procuratore speciale ha aperto un’indagine nei confronti di Miloš Medenica che ha lasciato il Montenegro nel dicembre 2021, subito dopo l’arresto di Lalović.
Risultati messi in discussione
Originaria della città di Kolašin nel nord del Montenegro, Vesna Medenica, 64 anni, ha trascorso l’intera vita professionale nella magistratura montenegrina. Aveva ricoperto l’incarico di presidente del Tribunale di Kolašin per due mandati consecutivi per poi essere nominata giudice dell’Alta corte di Podgorica.
Nel 2003 Medenica salì un ulteriore gradino della sua carriera, venendo eletta procuratrice generale del Montenegro presumibilmente grazie alla sua amicizia con Ana Đukanović, sorella di Milo Đukanović, leader del Partito democratico dei socialisti (DPS) che per trent’anni ha dominato la scena politica montenegrina. Pur avendo sempre smentito le accuse di godere dell’appoggio dell’élite politica, nel 2007, intervenendo durante una seduta del parlamento di Podgorica, Medenica aveva affermato di essere orgogliosa della sua amicizia con Ana Đukanović.
Fin dall’inizio del suo mandato da procuratrice generale Medenica è stata spesso criticata dall’opposizione e dalle organizzazioni non governative per i suoi stretti legami con alcuni esponenti del DPS e con lo stesso Milo Đukanović.
Nel 2005 Medenica aveva archiviato l’inchiesta sulla privatizzazione della Telekom Montenegro, ignorando le rivelazioni della Commissione statunitense per i titoli e gli scambi secondo cui alcuni funzionari del governo di Podgorica avrebbero accettato tangenti dai vertici della Magyar Telekom [per consentire a quest’ultima di diventare proprietaria di maggioranza dell’azienda montenegrina]. Secondo le autorità statunitensi, tre dirigenti della Magyar Telekom avrebbero corrotto alcuni esponenti dell’esecutivo montenegrino, nonché “un avvocato, sorella di un alto funzionario”. Già all’epoca dei fatti alcuni media montenegrini sostenevano che si trattasse di Ana Kolarević, sorella di Milo Đukanović, nonché noto avvocato. Sia Đukanović che sua sorella hanno sempre respinto tali accuse.
Le critiche mosse a Vesna Medenica, accusata di proteggere l’élite al potere, non si sono placate nemmeno dopo che nel 2007 Medenica aveva assunto l’incarico di presidente della Corte suprema.
Nel dicembre del 2007 Medenica aveva definito le accuse nei suoi confronti come “un tentativo di screditare definitivamente l’operato della magistratura e di convincere l’opinione pubblica montenegrina che i procuratori sono restii ad avviare indagini, soprattutto nei confronti di alcune persone vicine al partito al governo”.
Sempre nel 2007, la Commissione europea, nella sua relazione sul Montenegro, aveva affermato che le autorità montenegrine erano riuscite a portare davanti alla giustizia solo pochi casi di corruzione, sottolineando la necessità di agire tempestivamente per raggiungere risultati concreti, soprattutto nella lotta alla corruzione ad alto livello.
Nel corso del suo mandato da presidente della Corte suprema Medenica ha continuato a promettere una riforma del sistema giudiziario, ciononostante i progressi auspicati dalla Commissione europea non sono mai stati raggiunti. Anche la stessa Corte suprema, nella sua relazione relativa all’anno 2012, aveva messo in guardia sul fatto che c’erano troppi casi pendenti riguardanti la criminalità organizzata, la corruzione e i crimini di guerra.
Medenica è stata rieletta presidente della Corte suprema nel 2014 e poi di nuovo nel 2019.
Nelle sue relazioni sui progressi compiuti dal Montenegro nel percorso di adesione all’UE, la Commissione europea ha più volte sottolineato le vulnerabilità del sistema giudiziario montenegrino che, nonostante le garanzie di indipendenza dalla magistratura previste dalla legge, non è immune dall’ingerenza politica.
Medenica invece ha sempre insistito sul fatto che la magistratura montenegrina non può raggiungere grandi risultati se non dispone di adeguate risorse finanziarie.
“Se vogliamo avere giudici morali, indipendenti e ben istruiti dobbiamo investire [...] Come possiamo garantire che un giudice che riceve uno stipendio di 650 euro e deve seguire 250 casi all’anno mantenga un atteggiamento etico e indipendente?”, ha chiesto polemicamente Medenica durante un suo discorso al parlamento di Podgorica nel dicembre 2007.
Nell’aprile 2017 Medenica ha criticato la Commissione europea, accusando Bruxelles di ostacolare i suoi progetti riguardanti la costruzione della nuova sede della Corte suprema. Dopo questo episodio, la delegazione dell’UE in Montenegro ha chiesto spiegazioni alla Corte suprema in merito alle dichiarazioni di Medenica.
Uno stile di vita sfarzoso
Secondo l’opposizione e alcune organizzazioni non governative, Medenica ha fortemente influito sulla nomina di giudici e procuratori. Nel 2004, mentre ricopriva l’incarico di procuratrice generale del Montenegro, Medenica aveva nominato una sua stretta amica, Stojanka Radović, procuratrice speciale per il crimine organizzato. Nel 2019 la Corte costituzionale del Montenegro ha stabilito che nel corso di un procedimento penale riguardante alcune vicende accadute in un campo gestito dall’Esercito popolare jugoslavo [durante la guerra degli anni Novanta] si era verificato un conflitto di interessi tra Medenica e Radović, perché entrambe avevano partecipato alle indagini sul caso come procuratrici.
Nel 2019 alcuni media hanno riportato la notizia secondo cui Vesna Medenica sarebbe stata coinvolta in alcuni affari legati alle proprietà immobiliari gestiti dall’imprenditore Zoran Bećirović. Secondo l’ong MANS, Medenica ha venduto a Bećirović un immobile nella città di Kolašin per un importo di 139mila euro senza dichiarare l’operazione all’Agenzia per la lotta alla corruzione. Secondo la legge, in Montenegro tutti i dipendenti pubblici sono obbligati a dichiarare le operazioni relative ad ogni passaggio di proprietà che comporti una transazione per un importo superiore ai 5000 euro.
Zoran Bećirović, che per più di un decennio ha intrattenuto stretti rapporti con Milo Đukanović, in passato possedeva diversi immobili di lusso in Montenegro e continua a mantenere relazioni commerciali con la Russia. Bećirović ha sporto denuncia contro l’ong MANS e i quotidiani Dan e Vijesti per aver pubblicato la notizia sui suoi presunti legami con Vesna Medenica.
Nel settembre 2019 la Commissione europea ha criticato la prassi del governo montenegrino di assegnare appartamenti ai dipendenti pubblici, compresi i giudici. In quell’occasione Medenica ha confermato ai media di aver ricevuto un aiuto dal governo per ricostruire la sua casa a Kolašin e per acquistare un nuovo appartamento che poi ha regalato a sua figlia.
Nel frattempo, Medenica ha continuato ad attirare l’attenzione con il suo stile di vita sfarzoso, sfoggiando orologi costosi e pubblicando foto sui social che la ritraggono mentre si allena nella sua lussuosa casa o mentre cavalca un cavallo nella sua città natale.
Il potere di Medenica ha iniziato ad indebolirsi dopo le elezioni del 2020 quando tre coalizioni dei partiti di opposizione hanno sconfitto il partito di Milo Đukanović. Nel 2020 la Commissione europea e alcune ong montenegrine hanno criticato la decisione di nominare Medenica a presidente della Corte suprema per la terza volta consecutiva.
La Commissione europea ha affermato che questa decisione “solleva seri dubbi sul rispetto dell’ordinamento costituzionale e giuridico [del Montenegro] che prevede il limite massimo di due mandati consecutivi per tali incarichi allo scopo di evitare un’eccessiva concentrazione di potere all’interno della magistratura”.
Pochi mesi dopo Medenica ha rassegnato le dimissioni, accusando la società civile e alcuni media montenegrini di voler screditare il suo impegno nel portare avanti una riforma del sistema giudiziario. In quell’occasione Medenica ha sottolineato di non voler essere percepita come un ostacolo all’integrazione europea del Montenegro.
“Le ong e alcuni media hanno costantemente cercato di creare un ambiente favorevole ai tentativi di inficiare l’autorità degli ufficiali giudiziari e di compromettere tutti i risultati raggiunti da questi ultimi. Così facendo hanno assecondato pressioni politiche esercitate sulla magistratura negli ultimi due anni”, ha dichiarato Medenica.
Lo scorso 18 aprile il ministero della Giustizia e dei Diritti umani e delle Minoranze ha affermato che l’arresto di Vesna Medenica è un segnale positivo per quanto riguarda la lotta alla corruzione ad alto livello, un segnale che, secondo il ministero, suggerisce che in Montenegro non ci sono più intoccabili.
Dejan Milovac dell’ong MANS spiega che il caso di Vesna Medenica rappresenterà una grande sfida per la magistratura montenegrina.
“Ad occuparsi del caso di Medenica saranno le stesse persone che fino a poco tempo fa erano i suoi subordinati, sempre fedeli al suo modo di guidare la magistratura”, afferma Milovac, e aggiunge: “Il caso Medenica sarà il primo vero test per il nuovo procuratore e un indicatore della capacità di quella che viene definita una procura riformata e indipendente di resistere alle pressioni politiche, e di qualsiasi altro tipo, che sicuramente non mancheranno”.
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