Decine di ONG locali a partire dal 19 agosto si sono attivate per la sottoscrizione di una petizione in difesa del fiume Tara. Uno dei luoghi più belli dell'intera regione è minacciato dal progetto di una centrale elettrica.
Il Tara è in pericolo. Il bel fiume che dà origine al canyon più profondo e più bello di tutto il Montenegro rischia di essere sopraffatto da un enorme progetto di ingegneria civile. La prevista costruzione della centrale idroelettrica di Buk-Bijela sul fiume Drina - un accordo tra la Republika Srpska e il Montenegro con l'impegno economico e tecnico della londinese EFT - causerebbe la copertura di un lungo tratto del canyon più noto di tutta quanta la regione.
Da tempo i giornali e le organizzazioni non governative locali ne parlano. La scorsa settimana il settimanale "Monitor" usava toni pessimistici per parlare di questa questione. Secondo i giornalisti del settimanale montenegrino, che da tempo dedica parecchio spazio a questa vicenda, il silenzio dei politici locali testimonierebbe che la decisione è già stata presa: il Tara finirà sott'acqua, grazie alla costruzione della diga necessaria alla idrocentrale.
In una mappa pubblicata dal settimanale citato si vede bene quale sarà il tratto di fiume che verrà sommerso. Dalla località di Brstanovica fino a Scepan Polje, per circa 4 chilometri, il canyon verrebbe riempito d'acqua. Si tratta di un tratto di fiume piuttosto noto ai turisti, per via del rafting, sport divenuto molto popolare negli ultimi anni. Il Tara è una vera attrazione, una fonte di ricchezza per il turismo locale, e non solo. Gli ecologisti si richiamano all'UNESCO e al programma che in suo nome ha previsto la protezione del fiume e dell'ambiente che lo circonda. Dal 1980, infatti, l'ambiente attorno al fiume è stato dichiarato dall'organizzazione internazionale, patrimonio mondiale da difendere all'interno del programma "L'uomo e la biosfera".
Nonostante il pessimismo espresso da "Monitor", occorre tenere presente che i necessari studi ecologici, senza dei quali il progetto non può prendere inizio, non sono ancora stati avviati. Inoltre la Republika Srpska necessita di un accordo a livello statale, ossia della Bosnia-Erzegovina, per poter iniziare i lavori.
Che la difesa dell'ambiente e del Tara sia una cosa sentita, lo testimonia il comportamento civile di buona parte della popolazione montenegrina. Il 19 agosto è inziata in tutto il paese una campagna di raccolta firme per la sottoscrizione di una petizione in difesa del fiume e dell'ambiente che lo circonda. Sono le ONG locali e i cittadini ad essersi mossi per primi in difesa del Tara. Sotto lo slogan "Necu baru. Hocu Taru!" (Non voglio uno stagno, voglio il Tara!), l'ONG "Most" di Zabljak, comune nei pressi del parco nazionale di Durmitor, proprio sopra il grande canyon del Tara, ha organizzato la petizione, coinvolgendo almeno una quindicina di ONG locali.
Parliamo con due donne di mezza età che siedono al banchetto organizzato dalla ONG "Anima" di Kotor. Sedute all'ingresso della città vecchia, raccolgono firme a più non posso. Hanno appeso un cartellone giallo con lo slogan in bella evidenza. Sono parecchi i passanti che si fermano e appongono la loro firma. C'è persino una lista per gli stranieri. Nome e cognome, nazionalità, numero di passaporto e firma. La gente attorno al banchetto commenta l'ingiustizia di quanto sta accadendo.
Una delle due donne della ONG "Anima" spiega che sono necessarie almeno 6.000 firme per poter far arrivare la petizione all'ordine del giorno in Parlamento. "Per il momento sosteniamo l'azione della ONG 'Most', poi vediamo come agire. Non siamo soli, ci sono tante ONG impegnate in questa azione. In ogni città c'è qualcuno impegnato in questo progetto di difesa del fiume", spiega la donna mentre distribuisce i volantini con il testo della dichiarazione in difesa del Tara (vedi sotto).
L'azione finisce sui media locali. Il quotidiano "Vijesti", nell'edizione del 19 agosto, pubblica il coupon per sottoscrivere la dichiarazione sulla difesa del fiume Tara. La radio ne parla e intervista alcuni cittadini di Podgorica, la capitale del Montenegro.
E' difficile trovare qualcuno che sia contrario a questa azione di salvataggio del Tara. Inoltre, grazie anche ai media locali, nei giorni scorsi l'opinione pubblica è stata informata del fatto che il Montenegro parteciperà solo a poco più di un quarto della quantità complessiva di energia che verrebbe prodotta dalla idrocentrale di Buk Bijela, e che tale energia verrà acquistata dal Montenegro ai prezzi di mercato. Inoltre la richiesta di maggior energia elettrica dovrebbe soddisfare l'esigenza dell'Azienda di alluminio, la KAP, in perenne fase di privatizzazione e da tempo al centro di forti polemiche riguardanti le probabili speculazioni che ne seguirebbero.
Consapevoli di tutto ciò, i cittadini del Montenegro e di altre nazionalità, come abbiamo visto dal numero si firme sulla lista dedicata ai cittadini di altri paesi, sperano di poter salvare una delle bellezze del cosiddetto "Stato ecologico", affinché la Nera Montagna (Crna Gora) non rappresenti piuttosto un punto nero nella difesa dell'ambiente e dell'ecologia locale.
Testo della dichiarazione
Noi, cittadini del Montenegro, consigliamo al Parlamento della Repubblica l'adozione:
DELLA DICHIARAZIONE SULLA DIFESA DEL FIUME TARA
1 Lo sviluppo del Montenegro deve essere condotto in modo ecologico.
2 La costruzione della centrale Buk-Bijela, come gli eventuali altri progetti lungo l'intero corso del fiume Tara rappresenterebbero un fattore di disturbo, non solo nella parte di canyon per cui è prevista la copertura, ma per tutta la regione che si sviluppa in prossimità del canyon.
3 Le fonti di energia elettrica che non dannegiano l'equilibrio naturale, con una drastica diminuzione del debito commerciale, rappresentano la soluzione per il futuro.
Che il Parlamento del Montenegro, tenendo presente i suddetti principi, rifiuti qualsiasi iniziativa sul canyon del Tara. Come cittadini, siamo coscienti del fatto che il Tara è il nostro futuro e la cosa per la quale siamo riconosciuti. Qualsiasi tentativo di modificare il Tara richiede la libera epsressione di tutti i cittadini del Montenegro e l'unica decisione regolare sul destino del fiume sarebbe mediante un referendum, tanto oggi, quanto in futuro.
Facciamo appello al Governo della Repubblica del Montenegro, al Governo della Bosnia Erzegovina, al Governo della Republika Srpska e all'Alto Rappresentante per la BiH affinché facciano quanto in loro facoltà per impedire la devastazione del fiume Tara.
Le firme possono essere inviate al seguente indirizzo:hitss@cg.yu
Sito dove trovate la petizione http://www.durmitorcg.com/tara/peticija.php
Vedi anche:
Montenegro : una catastrofe ambientale annunciata per il fiume Tara
Un convegno in Montenegro: trovare le chiavi per l'energia pulita
Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!