Nave da crociera

Foto Pixabay

Buoni salari, viaggi in tutto il mondo, evasione dal quotidiano: i giovani montenegrini sono sedotti dal lavorare su navi da crociera. Anche perché nel loro paese trovare lavoro non può prescindere da conoscenze politiche

18/10/2018 -  Miljana Dašić

(Pubblicato originariamente da Monitor, selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e OBCT)

Una vera e propria arca di Noè per fuggire da un quotidiano senza prospettive. Ecco cosa sono divenute le navi da crociera, città galleggianti che offrono numerose opportunità di lavoro per i giovani dei Balcani. Quelli montenegrini non sono certo indifferenti a queste opportunità e sempre più numerosi stanno tentando la fortuna su questi giganti del mare, nonostante condizioni di lavoro molto difficili e trafile di assunzioni dure. “Sono in molti quelli interessati a lavorare su una nave da crociera, ma vi sono pochi eletti: si imbarcano solo quelli che sono stati in grado di superare il colloquio finale direttamente con la compagnia di navigazione partner”, precisa Borče Risteski, agente di reclutamento della Kouzon Montenegro.

Da 800 a 4000 dollari al mese

Si assumono baristi, camerieri, addetti alla sicurezza, alla reception, guide turistiche ma anche registi e tecnici video, audio e luci. I più richiesti sono coloro che si occupano del campo della ristorazione ed è preferibile una pregressa esperienza su navi da crociera. Ma anche chi di esperienza non ne ha può tentare la fortuna e Borče Risteski assicura che la sua agenzia prepara i candidati alle loro future missioni. Uno dei criteri principali è la conoscenza dell'inglese. “Occorre parlarlo correntemente” per sperare si essere assunti, sottolinea il nostro interlocutore.

Più volte al mese la Kouzon Montenegro organizza incontri di reclutamento dove vengono fornite “tutte le informazioni necessarie sulle candidature, i salari e le condizioni di lavoro proposte dalle compagnie marittime con le quali lavoriamo”, continua Borče Risteski.

I salari variano dagli 800 ai 2500 dollari al mese, in alcuni casi si arriva ai 4000. Dato che orari e condizioni di lavoro non lasciano molto tempo per spendere, i giovani montenegrini che tornano a casa dopo una stagione si ritrovano con rilevanti economie.

Aleksandra M. è originaria di Tivat ed è la terza volta che si imbarca su una nave della compagnia britannica Carnival Cruise Line . “Mi hanno assunta molto rapidamente”, racconta la giovane donna. “Quando sono arrivata a Miami per il mio primo contratto ho incontrato i miei futuri colleghi. Abbiamo seguito una formazione di un mese con una serie di test da superare prima di avviare il periodo prova. Chi falliva o si comportava in modo irresponsabile veniva rimandato immediatamente a casa”. Le condizioni di alloggio e lavoro dipendono poi dalla nave dove si è imbarcati.

Sul ponte tutti i giorni

“Nei miei primi tre contratti ho lavorato a bordo di tre navi differenti. Sulla prima, mi sono trovata molto male, il cibo in particolare, di cucina indiana e asiatica, non mi piaceva”. I ritmi di lavoro sono sostenuti e i nuovi arrivati devono eseguire una serie di ore di formazione, ad esempio sulla sicurezza a bordo. “Le docce e i bagni sono separati tra donne e uomini. Si divide la cabina con una o un collega dello stesso sesso, a meno che non si sia in coppia”.

Durante la navigazione i componenti della ciurma sono sul ponte dalle 10 alle 12 ore al giorno. Non vi è alcun periodo di riposo e non si può ammalarsi. A bordo i medici sovente prescrivono farmaci senza nemmeno visitare il loro paziente. “È quasi impossibile ottenere una malattia, nemmeno un giorno o due. Avviene solo quando si sta veramente molto male”, racconta Aleksandra.

La disciplina è ferrea ed in caso di sbaglio, il datore di lavoro ha il licenziamento facile. In questi casi il biglietto di ritorno è a carico dell'ex dipendente. Utilizzo del proprio cellulare durante il lavoro, lavoro in stato di ebrezza, litigio con un superiore, lamentele di un passeggero sono tutte cose che possono porre seri problemi. Spesso vi è molta tensione con la gerarchia. “Spesso ci convocano per colloqui con i superiori...” sospira Aleksandra. Senza però mai pentirsi della scelta fatta.

 


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