La firma di un'ampia alleanza tra la Russia e la regione separatista georgiana dell'Ossezia del Sud consolida il controllo russo nella regione nonostante la condanna della Georgia e dell'UE
Il 18 marzo 2015 il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato al Cremlino Leonid Tibilov presidente della regione separatista georgiana dell'Ossezia del Sud, per siglare un trattato bilaterale di integrazione politica e militare. La regione separatista dell'Abkhazia aveva stipulato un analogo trattato il 24 novembre 2014 a Sochi. Il presidente osseto Tibilov, eletto nel 2012 dopo una lunga crisi politica, è un ex funzionario del KGB, fa dunque parte dei siloviki, i politici ex membri dei servizi di sicurezza, proprio come Putin e il presidente abkhazo Khajimba.
Cosa prevede il trattato
Il trattato firmato dall'Ossezia meridionale prevede l'integrazione tra le forze militari russe e quelle ossete, una maggiore cooperazione in materia di sicurezza, la creazione di uno spazio comune di difesa, il passaggio libero del confine e l'integrazione doganale. Secondo alcuni analisti si può quasi parlare di integrazione di fatto dell'Ossezia del Sud nella Federazione di Russia. Tuttavia il trattato non prevede un referendum per aderire alla Federazione di Russia. Questa disposizione era stata chiesta da Anatoly Bibilov, presidente del parlamento sud-osseto e leader del partito di maggioranza assoluta Edinaya Osetiya, che punta alla riunificazione con l'Ossezia del Nord. È in corso una lotta di potere tra l'esecutivo e il parlamento guidato da Bibilov, concretizzata nel voto di sfiducia al ministro degli esteri David Sanakoyev. Il ministro, il cui partito Nuova Ossezia non ha superato lo sbarramento del 7%, è accusato di una gestione fallimentare della politica estera e di aver fatto trapelare a gennaio indiscrezioni sul trattato. Il presidente Tibilov non si è ancora espresso sul voto di sfiducia, ma questo episodio rientra in un più ampio dibattito politico tra chi vorrebbe l'adesione alla Federazione di Russia e chi vorrebbe mantenere almeno formalmente la sovranità statuale.
Le proteste di Georgia, Unione Europea e Nato
La Georgia, la Nato per voce del segretario generale Stoltenberg e l'Unione Europea tramite Federica Mogherini hanno protestato ufficialmente, definendo il trattato una violazione del diritto internazionale e dei principi dell'Osce. La firma del trattato cade ad una settimana dalla visita in Georgia e lungo la Administrative Boundary Line del Segretario generale dell'Osce, l'italiano Lamberto Zannier, impegnato a trovare una soluzione diplomatica alla disputa territoriale tra Tbilisi e le regioni secessioniste. L'Osce , insieme all'Unione Europea e alle Nazioni Unite, ospita a Ginevra il Dialogo per la sicurezza e la stabilità transcaucasica, giunto proprio a marzo alla trentunesima seduta, cui prendono parte anche Georgia, Abkhazia, Russia e Stati Uniti. Il 16 marzo, invece, il Primo ministro dell'Abkhazia Beslan Butba si è dimesso, accusando il presidente Khajimba di accentrare il potere, mentre in campagna elettorale aveva promesso una riforma parlamentarista. Butba accusa l'amministrazione presidenziale di essere divenuta un 'secondo governo', fenomeno già noto a Mosca, con l'amministrazione del Cremlino che scavalca l'esecutivo nelle decisioni.
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