Bandiera dell'Ossezia del Sud e urna elettorale © Andy.LIU/Shutterstock

Bandiera dell'Ossezia del Sud e urna elettorale © Andy.LIU/Shutterstock

Per rafforzare la propria posizione politica, il presidente della repubblica de facto dell'Ossezia del Sud ha chiamato gli elettori al voto lo scorso 9 giugno: elezioni segnate da accuse di brogli, confusione e addirittura dal ricorso all'inchiostro simpatico

18/06/2024 -  Marilisa Lorusso

A marzo Alan Gagloev, il presidente de facto dell’Ossezia del Sud, ha indetto le elezioni parlamentari per il 9 giugno 2024. Il rinnovo del piccolo parlamento – 34 seggi, 17 attribuiti con i sistema proporzionale e 17 con il sistema maggioritario – si era reso necessario per la scadenza dei termini, ma anche per la volontà di consolidamento politico dello stesso presidente.

L’ultimo voto risaliva infatti al 2019, ed aveva consegnato un parlamento in cui il partito che ha sostenuto il presidente nel 2022, Nykhas, era in minoranza, con soli quattro seggi. Il partito maggioritario, Ossezia Unita di Anatoly Bibilov ne aveva invece 14. Gagloev non è visto particolarmente di buon occhio a Mosca ed ha quindi bisogno di consolidare il proprio potere a livello locale, anche a qualunque costo.

A cinque movimenti politici è stato quindi impedito di partecipare alle elezioni e le loro successive cause legali sono state archiviate, portando ad accuse secondo cui il partito al governo avrebbe utilizzato risorse amministrative per assicurarsi la vittoria. I critici, tra cui alcuni ex alleati del presidente - che hanno formato il partito Per la Giustizia - accusano la Commissione Elettorale Centrale (CEC) e i tribunali di parzialità e di violazione dei diritti costituzionali.

I partiti di opposizione, in particolare Ossezia Unita, hanno costruito la campagna elettorale intorno al tema dell’incompetenza dell’attuale governo, sottolineando il mancato rispetto del bilancio, i ritardi nei pagamenti di stipendi e pensioni e la mancanza di soluzioni efficaci ai problemi socioeconomici. C'è stata una diffusa disapprovazione per la condotta del governo, con accuse di disprezzo delle leggi elettorali e di utilizzo dei social media per screditare gli avversari politici.

L’inchiostro simpatico di Vladikavkaz

Oltre che nella piccola repubblica de facto i seggi erano aperti anche in Russia, a Vladikavkaz e a Mosca, per gli ossetini che vi risiedono. Niente voto invece questa volta per quelli che vivono in Abkhazia, dove il seggio è stato – fra grandi polemiche – abolito. Ma il vero colpo di scena sarebbe arrivato a causa di una sofisticata frode scoperta nell’unico seggio elettorale di Vladikavkaz.

Il voto a Vladikavkaz sarebbe infatti stato segnato dall'uso di inchiostro simpatico: le cabine elettorali erano dotate di penne riempite con inchiostro a scomparsa. Di conseguenza dopo l’apertura delle urne, oltre 730 schede sono risultate bianche.

Proprio in questo seggio il partito presidenziale Nykhas ha ricevuto il maggior numero di voti (oltre 1.200), mentre Partito popolare e Ossezia unita, hanno ricevuto rispettivamente 414 e 121 voti. In contrasto alle leggi elettorali, la presidente della CEC Emilia Gagieva non ha annunciato i risultati preliminari nel briefing previsto e nonostante fossero disponibili i protocolli di tutti i seggi elettorali, i rappresentanti della CEC non hanno incontrato i giornalisti. Nel frattempo, Nykhas ha dichiarato una vittoria decisiva, rivendicando una maggioranza parlamentare basata sui loro dati.

Ossezia Unita, che ha raccolto il maggior numero di voti nell’Ossezia del Sud, ha chiesto l’annullamento dei risultati delle votazioni di Vladikavkaz, ma la richiesta è stata rifiutata. Nella notte del 10 giugno, i media ufficiali hanno diffuso i dati preliminari mostrando Ossezia Unita in vantaggio con un ampio margine. Nykhas ha continuato a rivendicare la vittoria, sostenendo di aver ottenuto più del 30% dei voti al proporzionale e una convincente vittoria al maggioritario. Il 10 giugno, la CEC ha pubblicato un’altra serie di dati, che mostravano ancora Ossezia Unita in testa, ma non più confermando l’iniziale 45% a suo favore, e rivedendo in salita le percentuali di Nykhas.

In risposta al ballo delle cifre e alle accuse di broglio, Ossezia Unita ha chiesto un’indagine e ha minacciato di rifiutarsi di riconoscere le elezioni come legittime. Ha altresì citato ulteriori violazioni durante le elezioni, come il coinvolgimento in massa di elettori non registrati e portati dalla Russia.

Secondo i dati definitivi per il proporzionale, sarebbero quattro i partiti che sono riusciti a raggiungere la soglia elettorale del 7%: l’opposizione Ossezia Unita con il 31,52% dei voti, seguita da Nykhas con il 30,6%, il Partito popolare con il 16,03%, il Partito comunista con il 7,01%.

Il 3,66% degli elettori ha votato “contro tutti” i candidati. L'affluenza alle urne è stata del 68%, pari a 23.663 elettori in un’ottantina di seggi.

Con i risultati del maggioritario, Nykhas ottiene 10 seggi, Ossezia Unita 7, il Partito Popolare 5, il partito comunista 3, e 9 gli indipendenti. Anatoly Bibilov, ex presidente e figura di spicco di Ossezia Unita ha dichiarat o che le elezioni sono state truccate e che non sarebbe entrato in parlamento anche se in verità è già da tempo impegnato al fronte nella guerra russa in Ucraina.

Le reazioni

Mosca ha commentato che le elezioni hanno registrato un’elevata affluenza e si sono svolte nel rigoroso rispetto della legislazione elettorale. Gli osservatori russi e di un paio di altri paesi hanno notato che il processo elettorale ha rispettato i principi e gli standard accettati.

Al contrario, diversi paesi hanno condannato le elezioni. Azerbaijan, Estonia, Islanda, Lettonia, Lituania, Svezia, Regno Unito, Francia e Stati Uniti hanno respinto la validità del processo elettorale, riaffermando il loro sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale della Georgia e etichettando il voto in Ossezia del Sud come illegittimo.

Per l’Unione Europea ha preso la parola Peter Stato, portavoce dell’EASS, che ha ribadito che “L’Unione Europea non riconosce il quadro costituzionale e giuridico in cui si sono svolte le cosiddette ‘elezioni parlamentari’ nella regione separatista occupata dell’Ossezia del Sud. L’UE resta ferma nel suo sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale della Georgia.”

L'eurodeputata Marina Kaljurand, presidente della delegazione per le relazioni con il Caucaso meridionale, e l’eurodeputato Sven Mikser, relatore permanente del Parlamento europeo sulla Georgia, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui condannano le elezioni parlamentari tenutesi nella regione georgiana di Tskhinvali/Sud Ossezia.

La dichiarazione sottolinea che l’organizzazione di queste elezioni farsa nei territori occupati dalla Russia viola palesemente l’accordo di cessate il fuoco dell’agosto 2008 mediato dall’UE.

E in effetti la definizione di elezioni farsa cattura il quadro che si è creato con rara precisione, con il seggio di Vladikavkaz che ha scritto una pagina bizzarra nel libro delle frodi elettorali. Con un inchiostro che non scompare.


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