Su iniziativa della tedesca Viola von Cramon, 83 membri dell'Europarlamento chiedono alla Commissione europea di agire perché si metta un freno al disboscamento illegale in Romania
A qualche mese dall'avvio della procedura di infrazione del 12 febbraio scorso, nulla pare cambiato: il disboscamento illegale continua a deforestare vaste aree della Romania, anche zone protette dalla rete Natura 2000 e patrimonio UNESCO, mentre gli attivisti vengono intimiditi, denigrati e intimiditi. A denunciare la situazione, insieme a Greenpeace e a una ventina di associazioni raggruppate nella Federația Coaliţia Natura 2000 România, sono 83 europarlamentari che su iniziativa di Viola von Cramon hanno inviato una lettera ai commissari ad agricoltura, e ambiente, oceani e pesca.
Una lettera la cui pubblicazione sul sito dell'eurodeputata ha sollecitato una piccata replica dell'associazione dei taglialegna rumeni , che scrivendo anche a tutti i firmatari accusano la von Cramon di aver manipolato un'ottantina di colleghi e di essere lei stessa vittima di una campagna di disinformazione orchestrata da un oligarca rumeno a capo di un'associazione ambientalista.
Ma gli interessi in gioco sono altri.
“Secondo stime di esperti, non meno di due terzi delle foreste primarie d'Europa sono in Romania. Ampie zone intatte nei Carpazi e sui monti Făgăraș sono sopravvissute finora, un patrimonio europeo, se non globale, di valore ambientale inestimabile”, scrivono gli europarlamentari, tra cui solo 4 sono i rumeni. Tra i firmatari, 17 sono i conterranei di Viola von Cramon, tutti del partito dei Verdi, così come dei Verdi sono i 3 italiani Ignazio Corrao, Rosa D’Amato ed Eleonora Evi, ma non mancano iscritti ad altri gruppi, dai popolari ai socialisti, di quasi tutti i paesi membri, dalla Polonia alla Francia, dall'Ungheria a Slovenia e Finlandia.
“Un'avidità senza scrupoli e una corruzione su larga scala hanno seriamente compromesso questi tesori europei ed abbiamo ormai poco tempo per adottare misure di tutela – prosegue la lettera – se non si agisce subito, le foreste sopravvissute saranno perdute per sempre. Dall'avvio della procedura di infrazione il 12 febbraio 2020 sono stati devastati migliaia di altri ettari, che si aggiungono alle decine di migliaia di ettari già disboscati illegalmente negli anni precedenti. Si stima che almeno 80 milioni di metri cubi di legname siano andati perduti”.
Gli eurodeputati condividono la preoccupazione delle associazioni ambientaliste rumene che in un documento ricordano come in Romania il settore del taglio del legname non sia incluso nelle attività potenzialmente impattanti per l'ambiente, “per cui non servono permessi, tranne poche eccezioni nelle aree protette”. Aree protette dalla cui gestione, nel 2018, sono state escluse le organizzazioni ambientaliste. “Ci sono forti pressioni, e si delegittimano quelli che si oppongono”, riferisce anche Greenpeace.
Dal 2014, come si ricorda anche nella lettera inviata ai commissari europei, sono state uccise 6 guardie forestali e sono stati denunciati centinaia di casi di violenza ai danni anche di associazioni, ambientalisti e civili. La Romania è l'unico paese della UE dove vengono uccisi i difensori dell'ambiente.
“Mi preoccupano molto anche i sempre più numerosi attacchi alla società civile e a organizzazioni attive nella tutela delle foreste – riferisce Viola von Cramon in un comunicato – campagne di disinformazione e denigrazione, intimidazioni e minacce sono purtroppo pane quotidiano per gli attivisti in Romania. Questo deve finire”.
Molte delle aree in cui continuano le attività di disboscamento illegali si trovano in zone protette dalla rete Natura 2000 o sono patrimonio UNESCO, per cui a febbraio la Commissione aveva avviato una procedura di infrazione contro la Romania; ma la lampante inerzia del governo di Bucarest in questi mesi fa tornare la questione urgente.
“Il sistematico disboscamento illegale in Romania delle ultime foreste originarie sta causando enormi danni a questi ecosistemi, particolarmente importanti per la lotta al riscaldamento climatico. Incombe la minaccia di una distruzione irreversibile di un patrimonio naturale particolarmente prezioso, con un danno enorme alla biodiversità”, continua l'eurodeputata.
I paradossi in Romania non mancano: il budget dell'agenzia statale che si occupa della gestione delle foreste, la Regia Nationala a Padurilor, ad esempio, dipende dalla produzione di legname, il che costituisce un disincentivo a tutelare la biodiversità mentre si è portati a massimizzare la produzione di legname per finanziare l'apparato burocratico. Ma la devastazione e gli intrecci con la criminalità organizzata sono assodati, come emergeva da un video dello scorso aprile in cui EuroNatur, Agent Green e ClientEarth fornivano alla Commissione elementi concreti di denuncia dell'inerzia – se non complicità – del governo di Bucarest. Governo che già a febbraio era stato chiamato a rapporto dalla Commissione Europea tramite la procedura di infrazione.
Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Parlamento dei diritti 3", cofinanziato dall'Unione europea (UE) nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo (PE) per la comunicazione. Il PE non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è di OBC Transeuropa e non riflette in alcun modo l'opinione dell'UE. Vai alla pagina “Il Parlamento dei diritti 3”.
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