Una Vetrina dedicata alla Romania, due giurati alla valutazione di film e documentari, e un premio alla carriera per il regista e attore Sergiu Nicolaescu. Così la Romania conquista il Med film festival di Roma, dal 19 al 27 novembre
Il premio alla carriera a uno dei più importanti, e di certo il più popolare, registi romeni della vecchia guardia, una corposa vetrina sulla Romania e una rappresentanza balcanica piuttosto larga e assortita. È il programma della XVII edizione del Med film festival di Roma (www.medfilmfestival.org) che si apre sabato 19 e chiude domenica 27 novembre.
Un’attenzione alla cinematografia dell’Europa sudorientale che stride, al netto delle differenze di dimensioni e ambizioni dei diversi festival, con la quasi assenza di proposte al recente Festival Internazionale di Roma e all’imminente Torino Film Festival. Il Tff, che inizia il 26 novembre, presenta solo il cortometraggio “In forma lucrurilor care trebuie sa vine - Nella forma delle cose a venire” di Riccardo Giacconi, Andrea Morbio e Daniele Zoico, una storia che ruota intorno all’immagine della ginnasta romena Nadia Comaneci come simbolo della perfezione.
Il premio a Sergiu Nicolaescu
Nella serata inaugurale si sabato, nell’Auditorium della Conciliazione di Roma, il Medfilm consegna il premio all’ottantunenne Sergiu Nicolaescu, “colonna del cinema romeno che, a partire dagli anni 60, con la sua attività di attore e regista, ha sostenuto il processo di libertà della Romania”. Regista e interprete dell’epico “L’ultima crociata - Mihai Viteazul” (1970) su Mihai Pätrascu (detto “Mihai il coraggioso”), il principe che a fine ‘500 riunì le province di Valacchia, Transilvania e Moldavia nella Romania. Un film di grandi battaglie e di intrighi che resta il suo capolavoro.
Il regista esordì nel ’67 con “I dacii”, su Decebalo re di Tracia, il primo film romeno ad avere una larga diffusione in Europa occidentale. Da allora fino a “Poker” (2010) ha firmato decine d’altri film dal poliziesco allo storico (“Pentru patrie”), dal drammatico alla commedia, molti dei quali grandi successi di pubblico. Nicolaescu è stato anche eletto senatore nel 1992.
Nelle giurie due romeni, Adrian Paduraru valuterà i lungometraggi, mentre nella giuria documentari ci sarà Kristina Cepraga, giovane attrice nota al pubblico italiano per le sue interpretazioni in popolari fiction televisive (“Don Matteo”, “Carabinieri”) e nei film “Gli amici del bar Margherita” di Pupi Avati e “Gianni e le donne” di Gianni di Gregorio.
I lungometraggi in competizione
Tra i lungometraggi della competizione “Amore e psyche” sono inclusi vari film legati all’est, alcuni già noti, altri in anteprima. Il potente “Morgen” di Marian Crisan (già vincitore al Festival di Locarno 2010), “Daca bobul nu moare” di Sinisa Dragin, il silenzioso apologo contro le guerre “Silent sonata” dello sloveno Janez Burger, il mesto e poco originale “Sevdah for Karim - Sevdah za Karim” del bosniaco Jasmin Duraković, “Io sono Li” di Andrea Segre con Rade Šerbedžija e il turco “Zefir - Zephir” di Belma Baş.
Fuori concorso, nel contenitore “Nuova Europa”, sarà proiettato il bel “Attenberg” della greca Athina Rachel Tsangari, già premiato alla Mostra di Venezia 2010.
Vetrina dedicata alla Romania
Molti i titoli riuniti nella Vetrina dedicata alla Romania, organizzata con la collaborazione dell’Accademia di Romania. Oltre alle opere incluse nelle altre sezioni ci sono: “Marti, dupa craciun” di Radu Muntean che racconta il passaggio all’età adulta nell’arco di una notte per un trentenne in crisi, il duro e innovativo “Crulic - Drumul spre dincolo” di Anca Damian, una sorta di documentario d’animazione, e “Blue Danube And Wild Horses / Danube bleu et chevaux sauvages” di Dan Curean.
Due i documentari in lizza per il premio Open Eyes: il romeno “Metrobranding” di Adrian Voicu e Ana Vlad e il turco “While Everyone Else Sleeps - Herkes uyurken” di Erdem Murat Çelikler.
Per il Premio Methexis concorrono: i romeni “Draft 7” di Luiza Parvu e “Camelia” di Marian Crisan, lo sloveno “A Father’s Wish” di Marko Santić, il turco “Kül – Ashes” di Zehra Derya Koç, i greci “Aristera dexia - Left Right“ di Argiris Germanidis e Stavros Raptis e “Unazad – Reverse” di Georgis Grigorakis (coproduzione con la Bosnia) e il croato “Mezzanine – Mezanin“ di Dalibor Matanić.
Poi i cortometraggi “Made in Romania”: “Fata Din Transilvania” di Sabin Dorohoi, “Suicide Me!” di Jamil Hendi, “Strung Love” di Victor Dragomir, “Music In The Blood” di Alexandru Mavrodineanu e “The Birthday” di Luiza Parvu.
Tra i cortometraggi non in competizione ci sono pure il turco “Removed - Kirli gözlük di Atakan Şatiroğlu e il romeno “A la recherche de l’espace perdu” di Ioana Maria Mischie.
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