Viorica Dăncilă, neopremier romena - Wikimedia

Viorica Dăncilă, neopremier romena - Wikimedia

Tre primi ministri in un anno, tutti espressi dalla stessa maggioranza. In Romania è Liviu Dragnea, il presidente dei Socialdemocratici, a fare e disfare i governi

19/01/2018 -  Mihaela Iordache

La Romania ha per la prima volta un primo ministro donna. Si tratta di Viorica Dăncilă, 54 anni, europarlamentare del Partito Social Democratico, Psd, che dalle politiche del dicembre del 2016 è il principale partito della Romania. Dăncilă - che è anche presidentessa dell’Organizzazione delle Donne del partito - è la terza premier che il Psd nomina in meno di un anno, da quando governa il paese insieme ai liberal-democratici di Alde.

L'avvicendamento è venuto a seguito, lunedì scorso, delle dimissioni del primo ministro Mihai Tudose, al quale era venuto meno il sostegno del partito. Tudose era infatti entrato in conflitto con Liviu Dragnea, presidente del Socialdemocratici, dopo aver chiesto le dimissioni al ministro degli Interni Carmen Dan, un fedelissimo di Dragnea.

Tudose si può consolare di non essere l'unico premier defenestrato dal proprio partito. Poco prima di lui era stata infatti la volta di Sorin Grindeanu che, pur non essendosi dimesso dopo le pressioni in tal senso arrivate dai Socialdemocratici, aveva dovuto abbandonare dopo che lo stesso parlamento gli ha tolto la fiducia.

Dietro questi cambi repentini vi è quindi Liviu Dragnea. È evidente che sia lui a creare e disfare i governi a Bucarest. Non può guidarli direttamente perché la legge non lo permette: ha subito infatti in passato condanne penali ed ha processi in corso. Deve quindi accontentarsi di governare il paese “dall'ombra”. Non è però evidentemente così semplice.

Nonostante la schiacciante maggioranza dei Socialdemocratici la coalizione al governo incontra anche opposizione, soprattutto dalle piazze. Solo un anno fa in Romania sono avvenute le più ampie proteste di strada dalla rivoluzione del 1989. Proteste scatenatesi a seguito di un decreto governativo - che andava a riformare parte del sistema giudiziario - la cosiddetta Ordinanza 13 definita dai manifestanti “Salva corrotti”. Chi scese allora in strada denunciava che era un provvedimento adottato in primis per salvare proprio Dragnea. Il decreto è stato poi ritirato anche se il Psd ha proceduto nella riforma delle leggi sulla giustizia ma scegliendo la strada del parlamento.

Mercoledì, annunciando la nomina di Viorica Dăncilă, il Presidente della Romania Klaus Iohannis ha dichiarato di aver deciso di dare un'altra possibilità al Psd. Ha poi aggiunto che l'elemento principale di cui tener conto è “l'aritmetica parlamentare” ma che allo stesso tempo il Psd deve dimostrare di governare adeguatamente perché “i romeni hanno grandi aspettative, anche a seguito del fatto che i socialdemocratici avevano promesso molto alle elezioni” e, secondo il Presidente, sino ad ora poco è stato realizzato.

Nella Romania targata Psd sono cresciuti stipendi e pensioni, ma anche i prezzi. La crescita economica è la più alta nell'Ue ma il paese rimane il secondo più povero in seno all'Unione. I ripetuti cambi di governo e le “cosiddette “tensioni nel Psd monopolizzano il dibattito politico.

Vi è poi il problema della corruzione. Molti sono i politici condannati e molti gli indagati. Tra questi lo stesso Dragnea che per anni è stato presidente del Consiglio della Contea di Teleorman, una delle più povere della Romania.

Il Psd gode di un elettorato stabile ma formato sopratutto da persone con serie difficoltà economiche, a partire da quelle che vivono di sussidi statali. Viene favorito da un'opposizione politica debole che non riesce più a crescere. I due principali partiti d'opposizione però - il Partito Nazionale Liberale (PNL) e l'Unione salva Romania (Usr) – chiedono elezioni anticipate affermando che, dato il numero di governi cambiati in un anno, il Psd non è evidentemente in grado di governare.

Secondo alcuni analisti il primo ministro uscente, Mihai Tudose, non si sarebbe dimostrato sufficientemente attivo nel sostenere la riforma sulla giustizia. Più garanzie per Dragnea sembrano arrivare da Viorica Dăncilă: provengono entrambi dalla Contea di Teleorman e sono vecchi colleghi di partito. Un anno fa, quando le piazze si riempivano di protestatari, Dăncilă da europarlamentare difendeva nell'aula del Parlamento Europeo la politica del suo partito in materia di giustizia. Tutto questo mentre da Bruxelles arrivavano fermi moniti e inviti affinché le decisioni politiche non incidessero sulle azioni del Dipartimento Anticorruzione (il DNA) guidato da cinque anni da Laura Codruta Kovessi. Quest'ultima è da tempo nel mirino dei socialdemocratici che l'accusano di dare la caccia soprattutto ai membri del Psd e di “fabbricare” dossier di corruzione a loro carico.

Nei prossimi giorni la premier designata dovrà formare la sua squadra e presentarla in Parlamento. Dopo il voto d’insediamento, la prima donna primo ministro della Romania inizierà il suo lavoro a Palazzo Victoria, sede del governo. Nell’attesa del voto nel Parlamento, Viorica Dăncilă ha dichiarato che “è importante attuare il programma di governo del Psd, per la Romania e per i romeni” e trattare adeguatamente il 2018, l’anno del Centenario [si ricordano i 100 anni dalla costituzione dello stato unitario romeno, ndr], allo stesso tempo Dăncilă ha sottolineato che occorre prepararsi per il passaggio di consegne della presidenza del Consiglio dell’Unione europea alla Romania, che avverrà il 1 gennaio del 2019.


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