In Romania l'acqua distribuita dalla rete pubblica è inidonea al consumo nei due terzi dei comuni rurali. È la drammatica conclusione di un'indagine di Recorder, che evidenzia la negligenza delle aziende che costruiscono la rete e delle istituzioni locali coinvolte in casi di corruzione
(Pubblicato originariamente da Recorder , selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e OBCT)
Secondo la legge sull'acqua potabile adottata nel 2002, lo stato romeno ha il dovere di controllare regolarmente la qualità della rete idrica pubblica. Questa legge stabilisce il livello massimo di sostanze presenti nell’acqua, il cui superamento mette in pericolo la salute dei consumatori. Tuttavia, nelle zone rurali, l'acqua viene testata con minore frequenza rispetto alle città e i risultati, anche quando rivelano livelli troppo elevati di sostanze pericolose, spesso non vengono comunicati ai consumatori. Recorder ha raccolto presso la Direzione della Salute Pubblica (DSP) i risultati delle analisi delle reti idriche di 1568 comuni rurali in Romania. In 892 di essi, i risultati mostrano che sono stati superati i livelli massimi di ammonio e nitrito, oltre a quelli dei batteri provenienti da feci umane e animali.
Quale la causa di queste contaminazioni su larga scala? Per capire meglio Recorder ha consultato ingegneri di perforazione, geotecnici, medici, rappresentanti della Direzione della Salute Pubblica e dipendenti delle aziende facenti parte delle reti di distribuzione. In generale, le acque sotterranee si trovano in tre diversi livelli acquiferi, isolati da strati impermeabili di argilla.
Pozzi poco profondi
La prima è la falda acquifera, di solito a 30 metri di profondità. Tra i 30 e i 100 metri si trova la falda media e a più di 100 metri la falda profonda. In Romania, la maggior parte dell'acqua proveniente dalle falde freatiche è contaminata da attività agricole, escrementi di animali e dai residui dei servizi igienici scavati nei cortili. Secondo l'idrogeologa Delia Sinescu, la raccolta di acque sotterranee nel sud del paese avrebbe dovuto essere vietata già 20 anni fa. "I consumatori ne muoiono", dice, "e i giardini non dovrebbero nemmeno essere innaffiati. Alcuni bambini si sono ammalati perché i loro genitori nelle zone rurali usavano quest'acqua per fare loro il bagno", avverte.
Gli idrogeologi quindi consigliano di trivellare almeno fino alla seconda o addirittura alla terza falda acquifera. Anche i pozzi che attraversano la prima falda devono essere completamente impermeabili, in modo che l'acqua contaminata non vi penetri. Eppure queste raccomandazioni scientifiche vengono ignorate in nome del profitto. Le aziende responsabili della rete non sempre seguono queste linee guida e talvolta non scavano abbastanza in profondità per raggiungere la seconda falda. Con 100 euro al metro di perforazione, questi sono piccoli risparmi che però hanno gravi conseguenze per la salute.
Queste aziende hanno spesso contatti politici che permettono loro di vincere le gare d'appalto e beneficiare della negligenza delle istituzioni. Per rendere l’amicizia tra politici e imprenditori il più proficua possibile, le leggi vengono calpestate o adattate agli interessi di entrambi. La promulgazione della legge sull'acqua nel 2002 è stata una delle condizioni imposte da Bruxelles per l'adesione della Romania all'UE. Ma le direttive europee e le leggi romene vengono semplicemente ignorate. Quando viene inaugurata una rete di distribuzione dell'acqua, questa deve essere controllata almeno un anno dopo la perforazione. La legge però non specifica chi deve effettuare questo controllo, né quanto devono pagare gli inadempienti. In pratica, le imprese di costruzione non si preoccupano di questo passo fondamentale, ma chiedono comunque alla DSP un permesso di esercizio sanitario. La negligenza delle istituzioni permette alle aziende incaricate dei lavori di non preoccuparsi della qualità dell'acqua.
Un esempio
Nel comune di Gângiova, dove poco dopo l'inaugurazione della rete idrica Recorder ha scoperto che l'acqua era contaminata, la società Condor Păduraru sostiene che l'acqua era potabile quando il progetto è stato completato. E infatti, secondo le analisi della DSP, era adatta al consumo. Tuttavia, i rappresentanti della DSP hanno poi dichiarato di aver effettuato queste analisi su campioni portati da rappresentanti dell'azienda e si è poi scoperto che l'acqua proveniva da Șimnic, un comune situato a 70 chilometri da Gângovia.
Falsificare le analisi fornendo campioni falsi è una pratica comune, dice un dipendente di una grande impresa di costruzioni nel sud del paese. "Tre volte ho visto persone versare acqua minerale in bottiglia in bottiglie campione", dice. I municipi firmano la conferma di ricezione dei lavori basandosi su queste analisi, le aziende si fanno pagare e gli abitanti consumano acqua contaminata.
Dopo la ricezione e prima della messa in funzione della rete di distribuzione, le autorità locali devono ottenere un'autorizzazione sanitaria dalla DSP. "Ma prima di richiedere questa autorizzazione, ci portano dei campioni per controllare la qualità dell'acqua. Ma anche se la qualità dell'acqua non è buona, nessuno torna a chiederci il permesso", spiega Ștefan Popescu, della sede dalla DSP di Dolj.
Quindi le reti di distribuzione dell'acqua sono state inaugurate senza l'autorizzazione della DSP. I municipi approfittano del fatto che le sanzioni pecuniarie sono basse, 4000 lei [circa 830 euro] se si scopre che l'acqua non è adatta al consumo. Per evitare questa multa basta indicare che l'acqua non è potabile, cosa che la maggior parte dei consigli comunali non si preoccupa nemmeno di specificare.
Frode ai fondi europei
Nel 2007, quando la Romania è entrata nell'UE, Bruxelles le ha imposto una serie di obiettivi per allinearla agli standard europei. Uno dei più importanti è stata la modernizzazione delle infrastrutture nelle zone rurali. All'epoca, metà della popolazione romena non era collegata alle fognature e un terzo sopravviveva ancora attingendo all’acqua dei pozzi. Per costruire queste nuove infrastrutture, l'UE ha stanziato 2 miliardi di euro.
Bucarest ha speso i soldi forniti dall'Unione Europea, ma i progetti sono stati realizzati in maniera molto scarsa: bandi di gara con vincitori predeterminati da tempo, aziende legate a partiti che gonfiano i prezzi, lavori eseguiti solo sulla carta e mai messi in atto, attrezzature ad alte prestazioni sostituite da impianti più economici, reti idriche che collassano poco dopo l'inaugurazione...
Dopo la prima parte di questa indagine, l'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) ha fatto il punto della situazione e avviato una valutazione delle informazioni presentate da Recorder. L'OLAF opera sotto l'egida della Commissione europea e indaga su casi di frode contro il bilancio dell'UE, corruzione e grave negligenza a livello delle istituzioni europee. In Romania, anche la Direzione nazionale anticorruzione (DNA) si è attivata dopo l'indagine di Recorder. Anche i ministeri dell'Ambiente e dell'Agricoltura romeni hanno effettuato indagini interne in tutto il paese. I risultati di queste indagini confermano le gravi irregolarità segnalate da Recorder.
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