Una notizia contraffatta, una volta immessa nel mercato, trova adepti. Nonostante poi venga smentita. Un commento sulla situazione in Romania
(Pubblicato originariamente da Dilema Veche media partner nel progetto ECPMF)
Due persone si mettono a litigare in treno. Lui attacca lei, lei posta l’accaduto su Facebook. Naturalmente non fa notizia, episodi del genere sono all’ordine del giorno. Ma l’autore dell’articolo che sarebbe apparso poco tempo dopo ha avuto un lampo di genio. Si mette a investigare, scopre chi è quel tipo recalcitrante e, da fortunato giornalista a caccia di scandali qual è, riesce a trovare un paio di articoli che questi aveva pubblicato diversi anni prima su Dilema Veche. Così, scrive un articoletto dal titolo “Un giornalista di Dilema Veche si comporta da cafone”. E senza verificare se la persona in questione faccia davvero parte della rivista (non è nemmeno tra i collaboratori), propina al pubblico questa notizia falsa.
Guardando a quanto accade nella stampa romena rispetto al fenomeno fake news, questo è un esempio trascurabile. Eppure è un punto di partenza per definire cosa sono le notizie contraffatte, che di recente hanno invaso con prepotenza anche la Romania.
Il meccanismo è semplice. Si prende una notizia e la si rigira come si fa con un gomitolo, attorno a un nodo centrale dai toni cospirativi. Tutti sappiamo, del resto, quanto si tenda a “credere e non informarsi”. Poiché questo è, in fin dei conti, l’elemento cardine su cui si basano le fake news.
A differenza delle notizie false, che vengono scritte senza verificare le fonti o i fatti, quelle contraffatte hanno un intento subdolo: manipolare consapevolmente una massa quanto più ampia di persone credule che ripongono la loro fiducia nelle parole del giornalista.
Contaminazione
Secondo il recente rapporto FreeEx, “il fenomeno delle notizie false ha contaminato lo spazio mediatico della Romania. Le elezioni locali e parlamentari del 2016, nonché le proteste di massa del gennaio-febbraio 2017, hanno generato disinformazione e manipolazioni su vasta scala, diffuse sia dai media generalisti che da vari siti web”.
Forse la notizia contraffatta più allucinante è quella legata all’imprenditore George Soros, la cui figura è stata demonizzata fino a distorcere la realtà in maniera decisamente comica. La manipolazione è cominciata con la notizia secondo cui l'azienda di Soros, accanto ad altre multinazionali con sede in Romania, avrebbe pagato i manifestanti antigovernativi per preparare un colpo di stato messo a punto da “certe” forze politiche. L’aspetto subdolo della questione è che la notizia veniva associata a una sorta di “patriottismo” estremo. Quello ridicolo invece è da attribuire ad alcuni giornalisti esaltati che rincaravano la dose con particolari del tipo “i manifestanti ricevono più soldi se vengono a protestare con i loro animali da compagnia”. Un’aberrazione che non è rimasta impunita, dato che la gente ha reagito con senso dell’umorismo, portando davvero alle manifestazioni cani e gatti.
Nell’ambito delle proteste, un’altra notizia contraffatta riportata nel rapporto FreeEx recitava: “Un incendio scoppiato al locale Bamboo nel gennaio 2017 è stato presentato come un tentativo di colpo di stato orchestrato dal presidente Klaus Iohannis”.
Reazioni
Nonostante tutto, il pubblico ha avuto anche reazioni di un certo peso rispetto agli effetti della manipolazione. Nella società civile sono nate proteste, che hanno chiesto il boicottaggio dei prodotti delle marche pubblicizzate sui canali TV che avevano avviato le campagne di manipolazione.
Il rapporto FreeEx riferisce: “L’organizzazione Frontline Club România ha rivolto un appello alle agenzie di pubblicità, media e comunicazione, chiedendo di interrompere i contratti con i canali Antena 3, România TV e B1 TV per via delle informazioni false e denigratorie trasmesse, il cui scopo era disinformare e manipolare gravemente l’opinione pubblica. Alcune aziende hanno annunciato di aver sospeso la pubblicità a seguito di tale pressione. Secondo alcuni sondaggi pubblicati da IQ Ads e PaginaDeMedia.ro, dopo l’avvio di tale campagna il numero degli spot pubblicitari diffusi da Antena 3 e România TV è calato notevolmente. Il 7 febbraio Antena 3 ha mandato in onda 160 réclame rispetto alle 470 del 20 gennaio, mentre il numero di quelle trasmesse da România TV nello stesso periodo è diminuito da 510 a 290. Il sondaggio di IQ Ads ha calcolato il numero delle marche che compaiono nelle pubblicità trasmesse. Se nel periodo 30 gennaio – 2 febbraio erano state promosse 98 marche su România TV e 104 su Antena 3, tra il 3 e il 5 febbraio il loro numero era sceso a 31 marche sul primo canale e a 29 sul secondo”.
Il fenomeno delle fake news non può essere rimosso del tutto. Il problema è che - nonostante le proteste, le pubbliche accuse e persino i boicottaggi di natura economica - una notizia contraffatta, una volta immessa sul mercato, fa adepti ai quali difficilmente si potrà far cambiare idea.
Traduzione dal romeno di Anita Bernacchia
Dal Resource Centre
Per affrontare con cognizione di causa il tema “fake news”, il Resource Centre curato da OBC Transeuropa mette a disposizione diversi materiali .
Il 3 maggio 2017, in occasione della Giornata Mondiale sulla Libertà di Stampa, tre università belghe (Vrije Universiteit Brussel, Université Libre de Bruxelles, Gent University) hanno pubblicato un vero e proprio “Manifesto on fake news ”, al fine di stimolare l’attenzione di tutte le opinioni pubbliche europee su un tema globale.
Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto
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