Teo Peter

Con il suo fuoristrada aveva investito un taxi nella capitale Bucarest. Nell'incidente aveva perso la vita un noto cantante rumeno. Ora il marine Christopher Van Goethem è stato assolto da una corte americana. Bucarest tra fedeltà ed indignazione

13/02/2006 -  Mihaela Iordache

L'assoluzione del marine americano Christopher Van Goethem, emessa dalla corte marziale di Quantico (Virginia), ha provocato a Bucarest indignazione, rabbia e persino invocazioni alla dignità nazionale. Il militare americano era stato coinvolto nel dicembre 2004 in un incidente stradale nella capitale romena in seguito al quale perse la vita Teo Peter (50 anni), noto musicista, bassista del gruppo rock Compact. Allora la polizia stradale constatò che il fuoristrada guidato dal Van Goethem, dipendente dell'Ambasciata USA in Romania, aveva investito, in un incrocio del centro cittadino, un taxi che circolava regolamentare. Il musicista, che era a bordo, morì sul colpo e il tassista rimase gravemente ferito. La polizia rilevò che l'americano non aveva rispettato la segnaletica stradale e aveva un tasso alcolico superiore ai limiti. Protetto dall'immunità però Van Goethem lasciò la Romania dove l'ambasciatore americano, Jack Dyer Crouch, si scusò per l'accaduto e presenziò ai funerali di Teo Peter a Cluj (in Transilvania) a cui parteciparono centinaia di persone.

Ad oltre un anno dal tragico incidente, il tribunale militare di Quantico della Marine Corps Base, ha ritenuto Christopher VanGoethem (32 anni) non colpevole della morte del musicista romeno. Il maggiore Stackhouse, avvocato del marine, ha invocato durante l'arringa finale la mancanza di prove da parte dell'accusa che mostrino che al momento del incidente Teo Peter si trovava nel taxi. Ad aiuto di Van Goethem sono arrivate anche le testimonianze di ex superiori che hanno parlato dei suoi pregi, mentre il marine con le lacrime agli occhi si è sempre difeso dalle accuse.

A Bucarest la sentenza è stata accolta con costernazione. Il presidente Traian Basescu ha dichiarato che "il tribunale militare americano non ha visto quello che hanno visto ventidue milioni di romeni (nr. tutte le tv romene mandarono in onda le immagini del luogo dell'incidente). "Oltre ad essere una decisione che non corrisponde a quello che è accaduto, potremmo interpretarla come disprezzo rispetto a noi e questa cosa non può essere tollerata", ha concluso Basescu.

Dal canto suo il premier Calin Popescu Tariceanu si è detto "sorpreso" dal verdetto e ha promesso assistenza materiale alla famiglia dell'artista nel caso in cui essa decidesse di intentare un processo civile al marine americano. L'avvocato della famiglia di Teo Peter, Adrian Vasiliu, ha annunciato che proverà ad aprire un'azione civile ma trova difficile anticipare i suoi risultati, perché Van Goethem è stato considerato non colpevole dalla corte marziale americana. Teo Peter jr., figlio del musicista deceduto, ribadisce che andrà fino in fondo per rendere giustizia alla memoria del padre. Tuttavia il figlio crede che dall'inizio dell'inchiesta ci sono stati alcuni segnali da parte del magistrato principale Charles Miracle: "Ho visto le sue arringhe e non posso dire di aver scoperto un parere oggettivo, specifico per un magistrato, ma piuttosto un discorso di un avvocato che prova a spiegare quanto caotici siano gli incroci a Bucarest dove manca la segnaletica ...".

Sul luogo dell'incidente

Marin Chiru, il tassista che avrebbe potuto essere il testimone principale, non si considera colpevole per il verdetto del tribunale americano e confessa alla tv "Realitatea": "Non sono andato al processo perché ho avuto paura. Come potevo mettermi contro gli americani?". Poi il tassista aggiunge che si sarebbe recato negli USA se fosse stato appoggiato dallo stato romeno e accompagnato da un'autorità. Marin Chiru ha concluso in modo ancora più sconvolgente: "Teo Peter è morto a causa di quell'incidente. Era nella mia macchina. Ma non credo che la mia testimonianza avrà alcun valore".

Ieri, davanti al Governo di Bucarest, una decina di artisti e un centinaio di sindacalisti hanno protestato, chiedendo alle autorità di intervenire per riaprire il processo. Inoltre i dimostranti hanno sollecitato la revisione dell'accordo con gli USA che concede l'immunità ai militari americani presenti in Romania.

La corte marziale americana ha invece ritenuto colpevole il marine Van Goethem solo per false dichiarazioni e ostruzione della giustizia. In effetti il marine avrebbe mentito su una presupposta relazione amorosa con un'impiegata dell'Ambasciata a Bucarest per garantirsi un alibi per la notte dell'incidente. Per ostruzione alla giustizia e false dichiarazioni Van Goethem avrebbe potuto essere punito con la reclusione fino a dieci anni ma se l'è cavata con una lettera di ammonimento. Cadono invece le accuse di adulterio e omicidio colposo. L'Ambasciata americana a Bucarest ritiene che il processo si sia svolto in conformità con le leggi americane, "dopo investigazioni minuziose a Bucarest". Anche la Procura presso il Tribunale di Bucarest ha avviato una propria inchiesta. Secondo l'avvocato della famiglia di Teo Peter, due perizie dimostrano che Van Goethem ha guidato senza rispettare la segnaletica e in stato di ebbrezza.

La stampa di Bucarest continua intanto a pubblicare editoriali sulla vicenda. Secondo un commentatore "con questa sentenza assurda e ingiustificabile il caso Teo Peter non appartiene più alla famiglia ma è diventato un caso che colpisce la dignità nazionale"(dal quotidiano "Evenimentul Zilei"). Su internet si sono raccolte già migliaia di firme di protesta contro la decisione della Corte marziale.

Sotto la pressione dell'opinione pubblica le autorità romene provano ad esternare il loro scontento. Il ministro degli Esteri, Mihai Razvan Ungureanu, ha parlato con il Segretario di stato USA, Condoleezza Rice, del verdetto di assoluzione del marine. La Rice ha risposto che le autorità americane sono ottimiste e fiduciose sulla possibilità di raggiunge una soluzione nell'ambito di un processo civile. I giuristi indicano come unica soluzione un processo civile ma ammettono tuttavia che le probabilità che il marine venga riconosciuto colpevole sono scarsissime dopo la sentenza della corte marziale.


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