Monte Elbrus (féileacán/flickr)

Parlano sottovoce Laura, Ljuba e Tamara, cercano le parole giuste per raccontare nella nostra lingua che hanno appena imparato le loro terre d'origine: la Cecenia, l'Inguscezia e l'Ossezia del Nord

01/12/2009 -  Roberta BertoldiGiorgio Comai

Laura, Ljuba e Tamara sono tre giovani ragazze che dal febbraio scorso si trovano in Italia per un progetto dell'organizzazione di volontariato Mondo in Cammino (MIC) che ha previsto per loro un percorso nella cultura del volontariato e di educazione alla pace per il superamento dei conflitti interetnici ed interreligiosi.

Come si è svolta la vostra attività qui in Italia?

Tamara (psicologa, sta svolgendo il dottorato in psicologia dei conflitti)
Abbiamo visitato associazioni che si occupano di volontario e abbiamo svolto un servizio di animazione per i bambini ospiti in Italia nei progetti di accoglienza di Mondo in Cammino. I bambini provenivano dal Caucaso del Nord ma anche dalla Bielorussia. Interessante è stato inoltre il corso che abbiamo frequentato sulla teoria di trasformazione dei conflitti e non violenza. Siamo state anche presso lo studentato Rondine, cittadella della pace. Un luogo paesaggisticamente molto bello ma che a noi è piaciuto soprattutto per l'idea di convivenza che lì si respira. Ragazzi provenienti da diverse aree di conflitto vivono insieme. Ad esempio: giovani ceceni e ingusci che non hanno l'opportunità di conoscersi anche per via del conflitto, qui in Italia vivono insieme e e riescono a conoscersi.

Quando si vive dentro a un conflitto è difficile capire il modo di pensare di un'altra persona. Per noi questo è un momento tranquillo per riflettere, in cui possiamo pensare anche a quale sarà il nostro futuro quando troneremo a casa. Ma è stata anche un'occasione per visitare le bellissime città italiane.

Tra le bellezze dei vostri Paesi di origine invece è comune la montagna che occupa gran parte del territorio. Ci andate? La conoscete?

Ljuba (studia come avvocato ed intende occuparsi di diritti umani, ha svolto pratica presso la sede Memorial di Nazran')
In Inguscezia è molto difficile andare in montagna. Bisogna chiedere un permesso, spiegare la ragione per cui si vuole andare in montagna. La pratica è lunga e quindi dissuade la gente dall'andarci. Io non ci sono mai andata.

Laura (studentessa universitaria a Grozny con esperienze come giornalista indipendente presso Caucasus Times e Regnum)
In Cecenia ci sono molti terreni minati e solo i guerriglieri vanno in montagna. Molte famiglie che oggi vivono a Grozny provengono da paesi di montagna. Anche la mia famiglia viene dalla montagna. Però io non sono mai stata al mio paese di origine.

Tamara
In Ossezia si può invece andare tranquillamente in montagna. Ci sono anche molte zone turistiche. Le persone anziane vivono volentieri in montagna ma i giovani vogliono venire tutti nella capitale, a Vladikavkaz.

I giovani lasciano la montagna spesso anche per studiare o cercare lavoro in città. Quanto pesa il problema della disoccupazione nei vostri Paesi?

Tamara
Io ho finito di studiare l'hanno scorso ma è difficile trovare lavoro. C'è molta corruzione in Ossezia del Nord. Se non conosci nessuno di importante, non ottieni un lavoro adeguato alle tue capacità. Io non vorrei lavorare come cameriera dopo avere studiato tanto.

Ljuba
Anche in Inguscezia la corruzione è diffusa. Bisogna pagare per lavorare. Ci sono addirittura tariffe diverse a seconda del tipo di lavoro cui si ambisce. Non so se avrò denaro sufficiente per lavorare come avvocato o se riuscirò a pagare per un lavoro da cameriera.

Laura
In Cecenia c'è richiesta nel settore dell'edilizia che oggi è in espansione. Spesso però si lavora per mesi senza stipendio. In tutte le nostre regioni esiste la corruzione che pesa sulle nostre vite sin dal tempo della scuola. Si comperano anche i diplomi e gli esami universitari.

Guardando al futuro come vedete il processo di pacificazione nei vostri paesi?

Tamara
Secondo me lentamente sarà possibile pacificare i rapporti. Uno dei motivi di difficoltà è che noi non sappiamo niente degli altri, viviamo con stereotipi. Faccio un esempio: mio fratello studia con una ragazza inguscia. L'ha conosciuta e per lui e i suoi amici è una ragazza come le altre e con lei non ha alcun problema. Il problema è politico ma la soluzione passa attraverso esperienze comuni tra la gente.

Laura
In Cecenia la situazione è complicata e pericolosa, difficile da risolvere al momento.

Ljuba
Anche in Iguscezia si è lontani da una soluzione pacifica.

Cosa vi tonerà utile dell'esperienza vissuta qui in Italia al vostro ritorno?

Laura
Qui in Italia ho lavorato con i bambini di Zarema nel progetto di accoglienza di Mondo in Cammino. Zarema Sadulayeva è stata uccisa nell'estate scorsa però io quando tornerò in Cecenia voglio lavorare con la sua organizzazione "Salviamo la generazione".

Ljuba
Io partecipeò al progetto "fabbrica di pace", nel Prigorodnyj Rajon (territorio conteso tra Inguscezia e Ossezia del Nord, ndr) . Lavoreremo con bambini ingusci, osseti e ceceni per stabilire contatti e attività comuni. Di solito i contatti sono sporadici. Magari nella stessa città c'è una scuola per bambini ingusci e una per bambini osseti ma loro non si parlano, non fanno mai niente insieme. Questi bambini sono il nostro futuro. Voglio fare qualcosa per loro, il nostro lavoro non sarà facile però spero che sarà possibile.

Avete paura?

Laura
Noi siamo abituate a vivere con la paura. Siamo cresciute nella guerra. C'è una vita normale e una vita pericolosa in ognuno di noi.

Tamara
Ogni giorno andiamo a studiare e lavorare. Non pensiamo alla paura. Certo quando ci sono momenti di particolare tensione, siamo consapevoli che possiamo morire da un momento all'altro.

Ljuba
Quando io vado all'università so che potrei non tornare più a casa, insomma non ho paura però... vorrei vivere.


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