Le olimpiadi di Sochi e le leggi LGBT
31 ottobre 2013
Un orso polare, una lepre ed un leopardo dell'Amur, sono ben tre le mascotte dei prossimi giochi olimpici di Sochi, ma sembra non bastino ancora per garantire fortuna alla manifestazione.
I problemi generati dalla scelta di questa località per lo svolgimento delle Olimpiadi toccano numerose questioni, da quelle economiche e ambientali, alle questioni militari e di sicurezza, fino ai problemi legati alla storia nazionale e alle rimostranze della diaspora circassa.
Ora però il grattacapo maggiore è rappresentato dalla diffusa contrarietà, da parte degli altri paesi concorrenti, alle leggi omofobe russe.
L'ultimo in ordine di tempo a dichiarare il suo disappunto verso la violazione della Russia nei confronti delle persone LGBT, è stato lo sciatore statunitense Bode Miller. “Non posso credere che ci siano paesi e persone tanto intolleranti e ignoranti” ha dichiarato il vincitore di cinque medaglie olimpiche.
Prima di lui, nell'agosto scorso, il popolare attore britannico Stephen Fry lanciò un appello rivolgendosi al primo ministro della Gran Bretagna e al comitato olimpico internazionale richiedendo il boicottaggio delle Olimpiadi invernali 2014. Dal suo blog, in una lettera pubblica, Fry paragonò la repressione nei confronti delle minoranze sessuali in Russia con le persecuzioni rivolte contro gli ebrei durante la Germania di Hitler, mettendo quindi in relazione le prossime Olimpiadi di Sochi con quelle di Berlino del 1936.
Sarà da valutare se entro il febbraio 2014 tutte queste dichiarazioni indurranno la Russia a un maggiore rispetto dei diritti delle minoranze sessuali e a rivedere la legge che punisce "la propaganda dell'omosessualità tra i minori ", considerando che, come si legge su The Economist "i funzionari russi sembrano ancora sconcertati dall'idea che agli stranieri sta veramente a cuore questa questione".