Si terrà il prossimo fine settimana a Guca, sud della Serbia, uno dei maggiori festival di musica rom di tutti i Balcani. Tra tradizione e nazionalismo.
Guca è un paesino di circa 4000 abitanti, a 150 km a sud di Belgrado. Piccolo ma conosciutissimo in tutta la Serbia. Vi si tiene infatti ogni agosto un festival di musica tradizionale rom giunto, quest'anno, alla 42° edizione.
Dal 9 al 12 settembre prossimi il paesino si riempirà di più di 200.000 spettatori che potranno assistere a tre lunghe giornate di musica. Saranno una quarantina i gruppi, tutti quasi esclusivamente composti da fiati, ad esibirsi ed a competere per vincere il festival.
"Sono giorni di follia nei quali domina il giallo opaco di trombe e tromboni, la rakja e le grigliate di carne" ci racconta Jelena, lo scorso anno arrivata sino a Guca da Podgorica, in Montenegro "i gruppi si sfidano l'intera notte, sotto i tendoni. Non si guarda solo a chi suona meglio ma anche a chi suona più forte!". E sottolinea più volte questo punto per rimarcare come a Guca emerga prepotente la vitalità e l'esuberanza di questa musica, resa famosa in Europa e nel mondo grazie a Goran Bregovic ed ai film di Emir Kusturica.
Altri sono meno entusiasti. Jovan Teokarevic, direttore dell'istituto di Studi Europei di Belgrado, afferma che "potrebbe essere paragonato al vostro Sanremo, è qualcosa di molto simile". E forse è proprio per questo un appuntamento importante per capire i Balcani. Non solo per guardare come sono stati ma anche dove andranno.
Molti esecutori di musica tradizionale sono stati, in questi anni, spesso vicini ad ambienti fortemente nazionalisti. Anche se, è da notare che questo è avvenuto soprattutto per il cosiddetto "turbofolk" un genere che si potrebbe descrivere quale una sorta di degenerazione della musica tradizionale dove fisarmoniche, trombe e violini vengono mixati con prepotenti rimbombi elettronici. A volte è stato il velo da sposa a sancire questo connubio: la moglie di Arkan, famigerato capo del gruppo paramilitare delle Tigri, era una delle più affermate cantanti di questo genere musicale. E non è un caso che ad esempio durante le ultime campagne elettorali del partito socialista montenegrino, alleato di Milosevic sino alla sua caduta, non sia mai mancato un concerto di un gruppo rom proveniente dalla Serbia.
Capire allora quanto questo festival sia ancora legato a tendenze nazionaliste è importante per sondare l'umore della "Nuova Serbia" democratica. Come è importante capire se finalmente il popolo serbo è riuscito a liberarsi dall'angusto binomio tradizione-nazionalismo, per vivere invece le radici culturali quale opportunità per le relazioni con gli altri. E la musica, la rakjia e le grigliate di carne potrebbero certo aiutare ...
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