A Belgrado ha da poco aperto uno dei centri della rete globale di The Hub. Riuscirà a valorizzare l'effervescenza creativa e l'imprenditorialità dei giovani della città?

03/04/2014 -  Luca Bettarelli

Che Belgrado sia da sempre la città più innovativa del sud-est Europa non è certo una novità. Riconoscimenti internazionali di importanti riviste e guide turistiche, investimenti, passaparola tra visitatori occasionali o amanti delle sue stravaganze ne hanno fatto da tempo un centro di interesse globale. Forse non al pari di storiche capitali dell’innovazione quali Londra, Berlino o New York ma certamente tra le mete più interessanti all’interno del panorama europeo.

Oggi esiste una parola d’ordine che fa di una città un vero centro di innovazione: l’innovazione sociale. Termine polivalente, per la maggior parte delle persone significa tutto o niente ma per gli addetti ai lavori ha un’accezione specifica: è un’innovazione di processo o di prodotto nella creazione di un bene o servizio dotato di un intrinseco valore sociale prima che economico.

Anche su questo Belgrado non è dammeno ed ha, dal febbraio scorso, un proprio luogo deputato a questa innovazione: The ImpactHub Belgrade, tassello della rete globale di The Hub.

The Hub

The Hub è un luogo d’incontro, di idee, di condivisione, di feste. Ma è anche un luogo che certifica la qualità dell’impegno di un centro urbano nel promuovere innovazione sociale.

Il suo successo sta nei numeri: oltre sessanta sedi in tutto il mondo, settemila membri. In Italia, dopo Milano e Rovereto, sono state aperte sedi in tutta la penisola: da Trieste, Firenze e Roma a Bari e Siracusa.

Nelle parole di Gaia Montelatici - una delle fondatrici di ImpactHubBelgrade, italiana, antropologa, belgradese adottiva da ormai un ventennio - stanno tutte le motivazioni per l’avvio di questo nuovo, ambizioso, progetto: “ImpactHub Belgrade sta costruendo una community di freelancers, start-uppers, piccoli imprenditori, persone con idee da sviluppare e realizzare che fanno dell’innovazione sociale il loro business primario. La storia economica recente ha chiaramente svelato come la sola crescita economica non si sia rivelata sostenibile nel lungo periodo proprio per le disparità che inevitabilmente ha creato. L’innovazione sociale sta diventando il motore principale per promuovere lo sviluppo sostenibile delle comunità urbane in ogni parte del mondo”.

Perché a Belgrado?

E’ infatti proprio ai centri dell’innovazione mondiale che i giovani belgradesi si ispirano, attingono idee e le reinterpretano. Per poi però scontrarsi con la mancanza di prospettive locali che li lascia con la voglia di partire e di provare a sviluppare i propri progetti altrove. Come sottolinea Gaia: “A Belgrado l’imprenditoria innovativa rimane una cosa sommersa, che gonfia i numeri dell’economia informale. Ciò che altrove è motivo di orgoglio, qui viene vissuto come una colpa. I giovani che ambiscono a fare impresa spesso sviluppano le proprie idee in isolamento tra le mura di casa, dove alla fine rimangono. La maggior parte di loro decide di ripiegare su carriere pubbliche, alla ricerca di posti di lavoro stabili ma con prospettive minime di guadagno. I più coraggiosi emigrano”.

In questo senso, aggiunge Gaia, “Belgrado è una città piena di contrasti, se da un lato si mostra moderna ed innovativa grazie alla mentalità dei giovani locali che sviluppano innovazioni spiando ciò che succede nel mondo, dall’altro, queste stesse idee raramente si traducono in progetti concreti in quanto vengono costantemente ostacolate da una cultura storicamente ostile all’iniziativa privata, ed una conseguente stigmatizzazione eccessiva dell’insuccesso imprenditoriale che trasmette ai giovani la paura di provarci. Tutto questo porta alla dispersione ed allo spreco di talenti che spesso si affermano fuori della Serbia”.

L’obiettivo è quello di “attivare e mobilitare queste importanti risorse, sfruttando allo stesso tempo anche l’esperienza di coloro che hanno deciso di lasciare il paese”.

Ed è in questo secondo Gaia che sta la peculiarità del progetto: “L’obiettivo di ImpactHub Belgrade consiste nello sviluppare una cultura imprenditoriale attraverso un percorso di facilitazione all’avvio di micro-attività ad ampio impatto sociale. Offriamo consulenza, networking, collegamento tra esperienze virtuose locali e globali, visibilità. Cercheremo di stimolare le persone a tirare fuori con orgoglio le loro idee innovative in modo da contribuire al benessere collettivo ed al miglioramento della vita in città”.

Dall'astratto al concreto

Alcune sedi di The Hub vagano al limite della sostenibilità finanziaria: dopo la fase dì curiosità che segue l’apertura, la comunità sembra perdere interesse verso un luogo dal valore pratico evanescente. Ma esistono anche molti esempi virtuosi, dove il lavoro di The Hub è tangibile e riconosciuto, non per l’idea che rappresenta ma per la sua utilità pratica. The Hub stesso è cambiato nel tempo passando da quello che i fondatori definiscono come The Hub 1.0 - cioè un generico spazio/brand per condividere idee ed esperienze tramite incontri e co-working - a The Hub 2.0, dove vengono offerti una serie di servizi specifici per ogni comunità di riferimento volti a mettere in moto processi di innovazione sociale (servizi finanziari, venture-capital, consulenza, ecc.).

D’altronde l’innovazione sociale, nonostante le diatribe sul significato del termine, serve: i bisogni delle persone mutano, le risorse diminuiscono, la macchina politica fatica a tenere i tempi dei cambiamenti sociali in atto.

Il compito di The Hub può essere quello di collegare - le risorse con le idee, le idee con le idee, la domanda con l’offerta, il locale con il globale, il vecchio con il nuovo - e diffondere - voglia di mettersi in gioco, di cercare soluzioni, di creare impresa, sfruttando la forza positiva del proprio nome.

Belgrado ha sicuramente bisogno di innovazione sociale per sopperire alle forti contraddizioni che la caratterizzano. Ha bisogno di idee innovative per risolvere i tanti problemi sociali che la colpiscono. Belgrado può avere bisogno di The Hub, nella misura in cui questo si concretizzi in azioni.

Le speranze intorno a questo nuovo, ambizioso, progetto sono tante. Gli ostacoli altrettanti. Il team multidisciplinare di fondatori si muove con le intenzioni migliori aggiungendo a ciò che The Hub rappresenta le proprie esperienze personali: “I motivi che ci portano ad imbarcarci in questa avventura sono diversi e si basano sulla voglia di collegare i nostri molteplici interessi come professionisti nell’ambito dello sviluppo locale ed internazionale, freelancers indipendenti, piccoli imprenditori, edonisti che credono fermamente nel potere della condivisione e della convivialità”.

The Hub funziona quando si porta dietro l’attrattività del brand, applicata però ad un forte lavoro sul territorio in stretta sinergia con le iniziative esistenti a livello locale, così da diventare una moda nella comunità in cui opera. The Hub è un bene per Belgrado. E’ già di per sé un brand che funziona, ai fondatori il compito di renderlo in grado di catalizzare e promuovere innovazione.


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