Durante un comizio elettorale affermazioni ambigue del Presidente Kostunica "RS e Serbia sono solo temporaneamente divise". Si continua a screditare gli Accordi di Dayton?
In una visita a Mali Zvornik, durante la campagna elettorale per le prossime elezioni presidenziali, il Presidente della Repubblica Federale Yugoslava Voijslav Kostunica ha dichiarato, sollevando non poco sconcerto, che ritiene la Republika Srpska come "parte della famiglia, a noi molto cara, e che temporaneamente è stata separata da noi, ma rimane sempre nei nostri cuori".
Immediate le reazioni delle autorità bosniache. L'Ambasciatore della BiH in Repubblica Federale Yugoslava ha chiesto al Ministro degli esteri Svilanovic chiarimenti su cosa intendesse affermare Kostunica. Dragan Marsicanin, che guida il comitato elettorale del DSS di Kostunica ha risposto che "non vede nulla di strano nelle dichiarazioni di Kostunica" chiarendo come l'unificazione con la Republika Srpska è un obiettivo storico della Serbia; unico dubbio, secondo Marsicanin, se si avvererà o meno (Danas, 12.09.02).
Due tra le maggiori ONG della Serbia hanno descritto le dichiarazioni del Presidente come un passo indietro che riporta la Serbia, per quanto riguarda le relazioni con la RS, all'era di Milosevic.
Concorde anche il Comitato di Helsinki che ha specificato come le parole di Kostunica violino apertamente gli Accordi di Dayton (Politika, 13.09.02, B92, 12.09.02).
Ma cosa afferma il diretto interessato? Da Kostunica arrivano alcune smentite. Le riporta il quotidiano Politika. "Le mie parole sono state fraintese. Io sono sempre stato un sostenitore degli Accordi di Dayton". Con la dichiarazione fatta a Mali Zvornik, Kostunica afferma di aver voluto sottolineare che le due nazioni sono legate tra loro ma hanno un destino diviso, e si augura che questa divisione non duri per sempre. Kostunica ha inoltre notato come Paddy Ashdown, attuale Alto Rappresentante della BiH, non ha avuto nulla da ridire rispetto alle sue dichiarazioni a Mali Zvornik.
Miroljub Labus, candidato come Kostunica alle prossime presidenziali, ha affermato che "Kostunica sembra più preoccupato di 'segnare punti' con gli elettori piuttosto che prendere a cuore il futuro del Paese". In un'intervista con una rete televisiva locale di Novi Pazar, Labus ha criticato Kostunica affermando che "La dichiarazione che la Serbia sarebbe 'temporaneamente' divisa dalla RS può far guadagnare a Kostunica alcuni voti ma arreca gran danno al Paese" (B92, 13.09.02).
Aleksandra Joksimovic, a capo del Partito Democratico, ha accusato Kostunica di condire la propria campagna elettorale con non poca xenophobia e discorsi che incitano all'odio. Ed ha chiarito come questo rischia di destabilizzare sia la politica interna che quella estera della Serbia (Politika, 14.09.02, Danas, 14- 15.09.02).
Bojan Toncic, editorialista del quotidiano Danas, ha definito come 'disastrosa' la scorsa settimana, caratterizzata da comizi che incitavano all'odio, dalla barbarie dei tifosi in seguito alla vittoria della squadra nazionale di basket dei campionati del mondo, dagli scontri etnici a Novi Pazar sempre in seguito alla vittoria della nazionale ed infine dal sabotaggio di una mostra fotografica di Ron Haviv da parte di gruppi estremisti che ne hanno bloccato l'accesso (Danas, 14- 15.09.02).
Per quanto riguarda quest'ultima vicenda i rappresentanti del DSS di Kostunica a Novi Sad non si sono certo distinti per tolleranza. Hanno infatti ferocemente criticato la mostra fotografica allestita dal fotografo israeliano Ron Haviv incentrata sui crimini di guerra nella ex-Jugoslava, tacciando quest'ultimo di unilateralismo e di doppi fini. In un comunicato stampa specifico sulla mostra 'Sangue e miele' si afferma che quest'ultima non descrive i crimini commessi da Ustascia e Musulmani e nemmeno le atrocità albanesi in Kossovo. Presenta una visione distorta del popolo serbo, offensiva nei confronti delle vittime serbe, non solo negli ultimi dieci anni (B92, 12.09.02).
A parziale discolpa di Kostunica, arrivano le sue dichiarazioni rese alla chiusura di un forum nazionale delle ONG della Serbia, integrate nel sistema delle Nazioni Unite. "Dopo dieci anni di spargimenti di sangue finalmente la disgregazione della ex-Yugoslavia sembra essere arrivata a conclusione. Un qualsiasi nuovo tentativo di modificare gli attuali confini porterebbe alla continuazione di questo dramma balcanico". Dichiarazione in piena contraddizione con quelle fatte a Mali Zvornik. Il responsabile per l'area balcanica dell'Unione europea ha reso noto come le dichiarazioni di Kostunica non sorprendono affatto. "Sono state fatte in campagna elettorale da un politico che si è sempre dichiarato come nazionalista" (Danas, 14- 15.09.02).
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