Nel primo giorno di difesa nel processo che lo vede accusato di genocidio e di crimini contro l'umanità, l'ex presidente serbo sceglie l'attacco come strategia difensiva. Secondo Slobodan Milošević è tutta colpa dell'occidente
L'ultimo giorno di agosto segna l'inizio della tanto attesa difesa dell'ex uomo forte di Belgrado, Slobodan Milošević. Accusato di crimini contro l'umanità, genocidio e violazioni delle leggi di guerra, nella prima giornata della difesa, l'ex presidente serbo ha immediatamente rigettato tutte le accuse sul suo conto.
"Le accuse contro di me sono menzogne senza scrupoli e manipolazioni il cui intento è di rifare la storia. Tutto è stato impostato in modo tale che venissero difesi i veri colpevoli della guerra contro la Jugoslavia. Il fatto da cui bisogna partire è la pianificata e violenta dissoluzione della Jugoslavia. Secondo il dettato della Germania e del Vaticano, che hanno aiutato gli USA e l'Unione europea, è stato distrutto uno stato multietnico, pluriconfessionale e multiculturale, per far sì che venissero creati dei mini-stati mononazionali".
Queste le parole di Slobodan Milošević alle 9.00 di ieri mattina trasmesse in diretta dalla Tv B92, dopo che aveva chiesto a Patrick Robinson, giudice che presiede il processo, di poter usufruire di un'altra giornata per il suo discorso di apertura.
Parole che non lasciano spazio ad equivoci sulle intenzioni dell'accusato. Rifiutare non solo il tribunale, come da tempo sostiene Milošević, ma spostare ad una volontà tutta esterna, ad una sorta di macchinazione internazionale, la dissoluzione della ex Jugoslavia.
Secondo Milošević, la comunità internazionale, guidata dagli USA, "introducendo il conflitto in Jugoslavia ha deciso anticipatamente che i Serbi erano i principali colpevoli, e che tutti gli altri dovevano essere presentati come vittime... La guerra fratricida nella Jugoslavia è stata sostenuta, in verità, da chi ha fondato questo farsesco tribunale: Germania, Vaticano, USA... e chi ha fondato questo tribunale illegale dovrebbe esso stesso per primo essere giudicato".
E proprio alcuni dei rappresentanti della scena politica internazionale figurano sulla lista degli oltre 1.600 testimoni che l'ex presidente serbo ha pensato di convocare durante la sua difesa. Secondo l'assistente legale di Milošević, l'avvocato Zdenko Tomanović, tra i primi testimoni della difesa dovrebbero comparire gli ex premier di Grecia, Russia e Jugoslavia, ossia Konstantin Mitsotakis, Jevgenij Primakov e Momir Bulatović.
Nella difesa-attacco di Milošević non c'è spazio per le fosse comuni, per i camion frigoriferi che dal Kosovo sono giunti fino a Belgrado. Secondo l'ex presidente non ci sono stati crimini da parte delle milizie serbe e non c'è stata alcuna repressione nei confronti della popolazione albanese del Kosovo.
Nella fase introduttiva Milošević ha tracciato un profilo di quanto andrà a dimostrare nei 150 giorni lavorativi che avrà a disposizione per la difesa. Nonostante appaia piuttosto in forma, l'ex presidente ha rinviato parecchie volte le udienze per motivi di salute. Motivo per cui, in questi giorni, si discuterà se l'accusato potrà continuare a difendersi da "solo", con l'aiuto dei suoi vari consiglieri legali, oppure se dovrà essere nominato un difensore d'ufficio che lo aiuterà nella presentazione dei fatti.
Ricordiamo che Slobodan Milošević è giunto nel carcere di Scheveningen il 28 giugno 2001. La prima udienza in tribunale è del 3 luglio 2001. L'accusa si è conclusa il 25 febbraio 2004 con la partecipazione di 298 testimoni. Il numero previsto di testimoni per la difesa è di 1.631, mentre la data prevista per il termine del processo è ottobre 2005.
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