Ospitiamo, per un aggiornamento sulla situazione a Pancevo, un intervento dell'assessore all'ambiente della Provincia di Ravenna, recatosi recentemente nella città della Vojvodina meridionale per l'inaugurazione di un sistema di monitoraggio dell'aria.

21/11/2002 -  Anonymous User

Di Andrea Mengozzi*

Stanno costruendo un nuovo cimitero a Pancevo, quello esistente non basta. Era stato progettato negli anni '80 per corrispondere ai bisogni di 50 anni e invece dovrà essere presto affiancato da quello nuovo, ora in costruzione. Perché a Pancevo nel 2000 sono morte 1200 persone invece delle 600 che mediamente decedevano annualmente negli anni '90. Prima delle bombe della NATO.

Quest'anno i dati sulla mortalità parlano di 4 decessi al giorno, registrando così un ulteriore aumento anche rispetto ai dati drammatici degli anni più recenti, dopo le bombe della NATO.

Certo non ci sono solo le conseguenze ambientali dei bombardamenti del '99 sulle industrie chimiche tra le cause di morte degli abitanti di questa città a 15 km da Belgrado. Pancevo ospita fin dagli anni '50 impianti produttivi, ormai obsoleti, per la produzione di fertilizzanti, vetro, CVM e il più importante petrolchimico della Jugoslavia. Impianti che producono inquinamento atmosferico perché non più efficienti e che ora sono semidistrutti - il CVM e' ancora fermo- e che sono appetiti da multinazionali interessate ad aree meno costose di quelle europee e dove si ritiene di poter mantenere in funzione impianti che difficilmente potrebbero essere costruiti nei paesi occidentali.

Anche questo a confermare che c'erano soprattutto "obiettivi economici", piuttosto che militari, nei mirini dei bombardieri NATO che hanno sganciato bombe su impianti e depositi di materie chimiche finite nell'atmosfera e nei corsi d'acqua di Pancevo: l'UNEP ha stimato 2100 tonnellate di dicloro etilene, 250 tonnellate di ammoniaca, 460 tonnellate di CVM e ancora cloro, ossidi di zolfo e di azoto, oltre alle 8 tonnellate di mercurio finite nel Tamis, un affluente nel Danubio. E bombe NATO sono state sganciate su impianti produttivi chimici civili violando le Convenzioni di Ginevra e originando molti dei guasti ambientali e sanitari che hanno ora iniziato a manifestarsi. Materiali volatilizzati in atmosfera e poi ricaduti sui terreni di questo lembo della Vojvodina, da sempre grande produttrice agricola; reflui inquinati che sono penetrati nei terreni e nelle falde acquifere e lì sedimentati avvelenano ancora oggi i frutti della terra, che qui si e' costretti a consumare in ogni caso.
Perché le bombe sulle fabbriche, oltre ad uccidere gli operai e i vigili del fuoco impegnati nei soccorsi, hanno lasciato anche 8.000 disoccupati a Pancevo. In un tessuto economico lacerato, inginocchiato prima dalle sanzioni e poi dalle bombe, dove si sopravvive arrangiandosi e facendo ricorso alle riserve accumulate nel tempo dalle famiglie ma destinate ad esaurirsi: con l'avvento dell'EURO, nella Repubblica federale Jugoslava sono stati convertiti 8 miliardi di marchi tedeschi, che anche se sono più di quel che ci si attendeva, sono comunque meno di quel che serve per dare un futuro al Paese: perché sono tutto quello che c'e'.

E allora niente può andare sprecato, e la pratica di sobrietà che induce a riutilizzare i neon esausti come aste di sostegno per le piante (i bastoni veri e' più utile bruciarli e nessuno spreca soldi per quelli sintetici) e che consente solo i consumi basilari, e' obbligata e non lascia risorse da dedicare a bisogni che siano meno che immediati, come la prevenzione dei danni ambientali e sanitari che hanno conseguenze nel medio periodo.

E' allora facile comprendere perché durante la sua visita a Ravenna del 10 marzo 2001, ospite della Caritas in occasione di un incontro pubblico sul tema della pace e delle conseguenze ecologiche delle guerre contemporanee organizzata dall'associazione "Il villaggio globale", la sindaca di Pancevo, Borislava Kruska, abbia chiesto agli amministratori ravennati che l'hanno incontrata soprattutto aiuto per porre rimedio ai guasti determinatisi in campo ambientale, e conseguentemente sanitario.

Abbiamo allora offerto alla città di Pancevo la nostra esperienza di eccellenza in questo settore realizzando anche in quel territorio una rete di monitoraggio della qualità dell'aria e a Pancevo siamo tornati lo scorso 13 novembre per l'inaugurazione della prima fornitura che compone il sistema di monitoraggio che costerà complessivamente 250.000 EURO, 90.000 dei quali già stanziati dalla Regione Emilia Romagna e dal comune di Ravenna, oltre che dalla Provincia di Ravenna ovviamente.
A questi saranno aggiunti 50.000 EURO dal comune di Venezia e da un consorzio veneto e 110.000 EURO dall'UNOPS (l'agenzia dell'ONU attiva nei Balcani), che ha riconosciuto necessario e valido il progetto preparato dalla Provincia di Ravenna con la collaborazione dell'ARPA e che ha portato alla realizzazione di una rete composta da tre stazioni periferiche di monitoraggio capaci di rilevare in continuo gli inquinanti presenti nell'aria, e trasmettere ogni minuto i dati rilevati ad un computer centrale che li elabora consentendo una lettura in tempo reale ai tecnici del comune. A regime, i dati saranno trasmessi anche ad un monitor ubicato in un punto frequentato dal pubblico perché vi sia adeguata diffusione ai cittadini di Pancevo delle informazioni che il sistema raccoglierà. Il progetto ha, infine, previsto un addestramento che ha formato professionalmente 4 operatori locali ora in grado di gestire autonomamente il sistema.

L'intervento realizzato ha ottenuto grande apprezzamento da parte delle autorità di Pancevo e del pool di esperti ambientali di cui questa si e' dotata; ma anche dal vice Ministro per l'Ambiente della Repubblica serba, Mihailo Gavric, intervenuto all'inaugurazione con il rappresentante del Ministero della Sanita' della Repubblica Federale Jugoslava, Miroslav Nikcevic.

Come e' stato dichiarato dagli intervenuti all'inaugurazione, nessuna città dei Balcani ha un sistema di monitoraggio cosi' tecnologicamente avanzato, e i ringraziamenti che sono venuti da tutti alla comunità ravennate hanno sottolineato l'importanza storica di quanto avviato: un processo di conoscenza e partecipazione alla vita della città sinora assolutamente mai praticato.

E' il lavoro assiduo di un anno quello che si e' concluso il 13 novembre con la cerimonia d'inaugurazione. E nella conferenza stampa che l'ha accompagnata anche l'emozione dei giornalisti che vivono a Pancevo era palpabile. Il telegiornale che la TV locale di Pancevo ha trasmesso in serata ha dedicato il servizio di apertura, durato 14 minuti, a questo avvio di rilevamento dei dati, e il giorno dopo, partendo da Pancevo ho incontrato persone che mi hanno salutato e ringraziato dicendomi "Non puoi capire completamente quanto e' importante ciò che avete fatto per noi". Ho risposto loro che il sistema di monitoraggio e' per i bambini di Pancevo, perché possano sperare in un futuro migliore. E che non c'e' niente più di questo da capire.

*Andrea Mengozzi, assessore all'ambiente della Provincia di Ravenna


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