Dopo essere stata brutalmente disturbata in varie città, la mostra "Sangue e miele" del fotografo americano Ron Haviv ci riprova a Novi Sad. Nel frattempo gli attivisti chiedono ai rappresentati del governo di alzare la voce contro il nazionalismo.
Il Forum di Kragujevac ha lanciato l'idea di riaprire la mostra del fotografo statunitense Ron Haviv dal titolo "Blood and Honey", dal momento che i fotografi e i visitatori non si sono potuti trattenere, mentre le autorità locali hanno mancato di fornire il promesso appoggio e aiuto.
Le foto della guerra nella ex Jugoslavia sono state esposte a Kragujevac il 25 settembre, ma la mostra è stata disturbata da un gruppo di persone che hanno additato le foto come "anti-serbe" e hanno insultato i visitatori e gli organizzatori dell'evento. Incidenti analoghi sempre collegati con la mostra si sono verificati a Uzice e a Cacak. La mostra di Ron Haviv è stata poi aperta a Novi Sad il 9 settembre dove rimarrà fino al 20 dello stesso mese, nella piazza di fronte al City Cafè.
Gli organizzatori di "Sangue e miele" a Novi Sad hanno inviato una lettera aperta ai rappresentati del governo serbo e jugoslavo, chiedendo che reagiscano agli incidenti di stampo nazionalistico che hanno segnato l'apertura della mostra. Nella lettera si legge: "Perché mantenete il silenzio rispetto ai comportamenti nazionalistici e sciovinistici? Perché questo problema viene ignorato? Questo incidente ovviamente non è isolato, ma un'azione ignorata, pianificata e finanziata. Questo significa che state chiudendo gli occhi alla verità? La cosa è semplice - le guerre sono accadute, e i crimini sono stati commessi, crimini coi quali prima o poi dovremo confrontarci".
La lettera è stata indirizzata al presidente jugoslavo Voijslav Kostunica, al primo ministro serbo Zoran Djindjic, al ministro serbo della giustizia Vladan Batic, al pubblico ministero serbo Sinisa Simic e alla capo redattrice della Radio Televisione Serba, Bojana Lekic.
La lettera è stata firmata dagli organizzatori della mostra "Sangue e miele" di Novi Sad, dalla ONG - Iniziativa femminile regionale "Vojvodjanka", dal Centro per l'educazione politica e da Mediapact.
Prima della apertura a Novi Sad, circa 50 ragazzi, con indosso delle magliette con il disegno dell'ex comandante dell'esercito della Republika Srpska, Ratko Mladic, hanno fatto irruzione nella galleria, urlando, cantando, e coprendo il centro dove si è tenuta la mostra con slogan del tipo: "la mostra è una sporca propaganda anti-serba", "Stop alla politica anti-serba", "è un grande onore difendere un popolo" e "la colpa serba - una promozione di menzogne".
La mostra è stata aperta ufficialmente a Novi Sad da Slavisa Grujic, caporedattore della televisione locale "Apolo", che ha lavorato come fotografo e reporter in molte guerre negli ultimi 15 anni, inclusa la guerra del Golfo e i conflitti nei Balcani. "Ho fatto anch'io delle foto, e nessuno mi può dire che questo non è mai accaduto. Questa è la verità, ed è meglio che ci si confronti con ciò il prima possibile" ha detto Grujic. "Non c'è una verità serba o croata o altre verità, c'è una verità sola". Il portavoce del Parlamento della Vojvodina, Nenad Canak, ha riferito e annunciato che sarebbe veramente felice se le cose fotografate da Ron Haviv non fossero mai successe. "Io personalmente ho osservato tutto quello che è accaduto quando ero a Vukovar sul campo di battaglia nel 1991" ha detto Canak. "Non c'è persona che possa guardare verso il futuro senza fare i conti con questo passato". Durante il suo discorso circa 150 visitatori hanno fischiato e cantato "Lunga vita alla Serbia"."Qualcuno ha pagato questa gente per venire a disturbare la mostra" ha detto Canak, aggiungendo che "un cassa di birra dovrebbe essergli bastata".
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