4 novembre 2021

Il 28 ottobre la giornalista del quotidiano belgradese Danas ha ricevuto nuovi insulti e minacce su facebook: messaggi diretti, con audio e video, provenienti da un allenatore di calcio, la invitavano a stare attenta perché "ora sei la nostra unica preoccupazione" . Immediata la solidarietà delle Donne in Nero

"L'atmosfera di linciaggio, che è direttamente incoraggiata dagli attuali detentori del potere in Serbia con a capo Aleksandar Vučić, è sfociata in questi giorni in un altro brutale invito al linciaggio", scrivono le Donne in Nero sulla loro pagina facebook.

"Questa volta ad essere coinvolta è la nota giornalista del quotidiano Danas Snežana Čongradin, per mano di un rappresentante ufficiale della Federazione calcio della Serbia (FSS). La FSS ha preso ipocritamente le distanze dal suo dipendente, e la Procura di stato per ora tace (mentre se per caso la vittima della minaccia fosse qualcuno dei vertici dello Stato o un familiare dell'attuale presidente della Repubblica, è certo che l'accusa reagirebbe con urgenza). La tiepida reazione della FSS si può spiegare con il fatto che questa organizzazione non si è mai confrontata con le attività di teppisti e bande criminali che si dipingono come tifosi di calcio e i quali, spesso con l'aperto sostegno di alcune istituzioni statali e su istigazione di figure di spicco al potere, da anni seminano paura e caos nelle strade di Belgrado e di altre città (e che negli anni Novanta hanno partecipato ai crimini perpetrati nei paesi vicini). È giunto il momento di porre fine all'impunità di chi diffonde questa atmosfera di linciaggio! Perché, non dobbiamo dimenticare: dopo la violenza verbale segue anche la violenza fisica. L'invito al linciaggio porta al linciaggio. Esprimiamo pieno sostegno a Snežana Čongradin, alla redazione di Danas e all'Associazione Indipendente dei giornalisti della Serbia (NUNS) e ci aspettiamo che questa volta le autorità agiscano in conformità di legge e perseguano penalmente i responsabili, in modo da contribuire così alla rimozione della violenza verbale dal discorso pubblico".

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