Bogoljub Karic, auto proclamatosi Berlusconi serbo e fondatore del partito Forza Serbia, si trova al centro dell'attenzione tanto dei media serbi quanto della magistratura. Sotto inchiesta un contratto tra la compagnia Mobtel e la Mobikos del businessman kosovaro Ekrem Luka
Bogoljub Karic, il più noto businessman serbo, e il suo invidiabile impero finanziario nelle ultime settimane sono posti di fronte alla più seria prova mai visutto fino ad ora, e il cerchio attorno a questo controverso uomo d'affari si fa di giorno in giorno più stretto. Al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica serba e della magistratura questa volta c'è la compagnia Mobtel, il primo operatore di telefonia mobile in Serbia, il cui proprietario fino a poco tempo fa era Karic.
L'affaire iniziato alla fine del dicembre 2005 con il caso "Ekrem Luka", è proseguito con nuove richieste da parte dello Stato al fine di porre sotto esame la sua partecipazione nella Mobtel, mentre ulteriori nuove richieste vanno nella direzione di indagare il modo in cui la Mobtel è stata fondata nello scorso decennio.
Tutto è iniziato quando il governo serbo nella seduta del 29 dicembre scorso ha tolto alla Mobtel la licenza per poter svolgere l'attività di telecomunicazione nell'ambito della telefonia mobile. Il motivo di questa decisione sarebbe un contratto illegale e svantaggioso per lo Stato, che Karic aveva firmato con la Mobikos, la compagnia del kosovaro albanese Ekrem Luka. Con il contratto che le due compagnie hanno firmato l'8 dicembre 2003, Karic ha ceduto in modo illegale la licenza per i servizi di telecomunicazione in Kosovo alla Mobikos, la quale praticamente ha acquisito il diritto allo sfruttamento della capacità e delle infrastrutture della rete GSM, così come il diritto ad offrire servizi in tutto il Kosovo.
Secondo quando annunciato dal governo questo contratto ha reso possibile a Luka, utilizzando la licenza dello Stato della Serbia, di realizzare un enorme profitto, e nello stesso tempo di recare un danno molteplice alla Serbia. Nel comunicato del governo serbo, pubblicato dal quotidiano "Politika", si legge che tale contratto non era possibile venisse sottoscritto senza il consenso del governo, e inoltre che è "chiaro che l'accordo su tale contratto e l'attivazione della Mobikos nel sistema delle telecomunicazione della Serbia danneggia direttamente gli interessi nazionali relativi alla sicurezza, perché Ekrem Luka poteva intercettare le conversazioni su tutto il territorio della Serbia".
Su questo punto si è fatto sentire anche il ministro dell'Interno Dragan Jocic affermando che è del tutto incredibile che lo Stato non sapesse nulla dell'esistenza di quel contratto, dichiarando inoltre che per la Serbia è di fondamentale importanza il controllo delle telecomunicazioni sul suo territorio.
Rispondendo alle numerose domande dei giornalisti che chiedevano perché lo Stato non avesse reagito prima, Jocic ha risposto che a più riprese si è tentato di giungere all'originale del contratto ma mai riuscendoci. Secondo quanto riportato dal quotidiano "Novosti" Jocic ha affermato che, solo dopo che la magistratura ha inviato la richiesta ufficiale al ministero dell'Interno della Serbia con l'intento di farsi consegnare dagli organi internazionali competenti tutti i documenti sull'attività della Mobikos in Kosovo, si sono aperte delle possibilità per chiarire tutte queste domande.
Il contratto con la Mobikos evidentemente era il primo gradino del "caso Karic". Parallelamente a questo affaire, si apre anche una serie di altre questioni che da lungo tempo sono oggetto di contesa tra lo Stato e Karic, ma che fino ad ora sono state trattate cercando una soluzione mediante un accordo.
Lo Stato durante tutto il 2005 aveva tentato di chiarire la posizione della Mobtel, ossia di ottenere il pagamento dei dividendi dei quali ha diritto in quanto uno dei proprietari della compagnia. A tal fine sono stati organizzati incontri per fare in modo che le posizioni di ambo le parti si avvicinassero. I colloqui sono stati prima portati avanti tra la PTT "Srbija" (Poste e telecomunicazioni, ndt.) che è il rappresentante dello Stato nella Mobtel e l'azienda di Karic BK Trejd, in seguito, dopo che Karic aveva venduto la BK Trejd ad un gruppo di investitori austriaci, i colloqui sono continuati con Martin Slaf, il rappresentante del gruppo austriaco.
Il punto principale su cui sono stati condotti i colloqui era il pagamento del debito nei confronti dello Stato per un valore di 52 milioni di euro di dividendi e interessi, così come l'esame della partecipazione dello Stato nella Mobtel, perché lo Stato aveva considerato che a causa dei pagamenti in sospeso gli appartenesse la maggior parte della proprietà complessiva della compagnia. E quando sembrava che le due parti fossero vicine ad un accordo, ossia quando sembrava che Slaf e i ministri, ai quali Kostunica aveva dato potere di negoziazione, si fossero accordati sulla linea di pagamento di suddetto debito, ecco che giungono nuovi problemi.
Il primo problema si riferisce alla partecipazione di Mobtel nella Telekom Srbija che è di proprietà statale. Slaf aveva insistito sul rispetto del contratto, secondo il quale la Mobtel possiede il 13 percento dell'intera proprietà della struttura della Telekom Srbija, mentre lo Stato è rimasto fermo sulla posizione di non rinunciare al suddetto 13%.
La matassa aggrovigliata delle proprietà della Mobtel attende la decisione del Tribunale arbitrale di Zurigo, decisione che dovrebbe essere presa nel maggio 2006. Per ora, il tribunale arbitrale insiste su un accordo reciproco tra le parti quale miglior soluzione. Tihomir Zivanovic, membro della commissione governativa per l'accertamento della partecipazione alla proprietà della Mobtel, in una dichiarazione per "Politika" afferma che "i negoziati sono stati avviati proprio sulla base dei suggerimenti del tribunale arbitrale, ma dal momento che le circostanze si sono complicate ulteriormente, la soluzione dell'affaire Mobtel, con possibili prolungamenti del tribunale di Zurigo, dovrà in pratica essere assunta dalla magistratura serba".
Le ulteriori complicazioni si riferiscono proprio al terzo punto di discussione, ossia alla contestazione e alla stessa stipulazione del contratto con la Mobtel. L'ultima di una serie di mosse dello Stato si riferisce alla decisione della PTT Srbija di avviare una nuova accusa contro i responsabili della Mobtel, a causa dell'organizzazione illegale della seduta del Consiglio di amministrazione della Mobtel durante la quale Slaf ha nominato il presidente del Consiglio di amministrazione, il direttore generale e i suoi collaboratori. La denuncia è stata sollevata anche contro Patrik Harpur, fino a poco tempo fa direttore esecutivo della Mobtel, il quale due anni fa aveva firmato il discusso contratto con la Mobikos. Nel frattempo sono state annunciate anche denunce contro una serie di altre persone che direttamente o indirettamente hanno aiutato Karic ad agire illegalmente.
Karic già dall'inizio del mandato di Vojislav Kostunica era nell'occhio del mirino del ministro delle Finanze Mladjan Dinkic, il quale non solo aveva deciso di fargli pagare gli extraprofitti, ma anche di chiarire l'intera conduzione degli affari di Karic durante l'era Milosevic. Negli attuali tentativi dello Stato di confermare i fatti sulla sua conduzione degli affari, Karic era riuscito a trovare il modo di tirarsene fuori. Tuttavia questa volta le accuse sono molteplici e molto più serie, e pare che il governo abbia prove sufficienti per poter risolvere con successo l'affaire Karic.
Lo stesso Karic, a parte per voce dei suoi avvocati, non si è ancora pronunciato. Come scritto dai media locali, Karic durante le feste natalizie si trovava a Dubai. Secondo le ultime informazioni Karic attualmente si trova in Kosovo in visita ai comitati comunali del suo partito Movimento Forza Serbia (PSS) e dovrebbe presto giungere a Belgrado. Evidentemente dietro il silenzio di Karic si nasconde la strategia di uscita o forse il contraccolpo che questo controverso businessman sta preparando per il governo.
In tutta questa storia non si può dimenticare l'aspetto politico, in particolare se si tiene presente la grande popolarità raggiunta dal partito di Karic. Secondo alcuni sondaggi Forza Serbia sarebbe attorno al 12-15 percento, ma è difficile stabilire quale percentuale potrebbe avere effettivamente, dal momento che non ha mai partecipato ad elezioni parlamentari. Evidentemente la coalizione di governo desidera giungere alle prossime elezioni preparata, e Karic rappresenta l'attore più pericoloso che potrebbe fungere da ago della bilancia, ossia potrebbe essere il fattore deciso nella formazione del nuovo governo.
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