Nulla di nuovo nell'aria del sud della Serbia. Ovvero: vi sono ancora particelle di uranio impoverito. Secondo le autorità serbe occorre partire con la bonifica. Anche Pekka Haavisto, dell'UNEP, ribadisce che bisogna muoversi in fretta.
Rappresentanti del Ministero federale della salute hanno annunciato che programmi di bonifica delle aree dove è stata riscontrata una contaminazione da uranio impoverito, a causa dei bombardamenti NATO del 1999, inizieranno entro il mese di maggio.
Miroslav Nikcevic, rappresentante del Ministero, ha chiarito che le operazioni di bonifica riguarderanno quattro aree nel sud della Serbia ed una in Montenegro. Ha poi constatato la preoccupazione delle istituzioni nel verificare che a tre anni dalle operazioni militari vere e proprie particelle di uranio impoverito contaminino ancora l'aria di queste regioni e questo implica anche una loro diffusione più ampia. Nikcevic non ha però chiarito quanto distante dalle aree originarie di contaminazione le particelle di uranio impoverito possano essere andate. Ma certamente ".. il fatto che l'uranio impoverito possa inquinare le falde acquifere e di conseguenza il cibo che poi ognuno di noi mangia ci spinge a procedere nel modo più rapido possibile sulla strada della decontaminazione delle aree a rischio". Aggiungendo poi che "le operazioni di bonifica sono estremamente costose ma non ci si prospetta altra scelta dato che non abbiamo nessuna intenzione di sperimentare sulla pelle dei nostri cittadini quali siano i reali effetti dell'uranio impoverito".
Pekka Haavisto, a capo di una commissione costituita dall'UNEP per verificare gli impatti ambientali dei bombardamenti NATO nel 1999 ha recentemente dichiarato che la missione ha pochi fondi a disposizione e nessun fondo proprio ma dipende da donazioni di singoli paesi. "Abbiamo già contattato alcuni donatori, in particolare il governo svizzero e quello italiano" ha poi aggiunto Haavisto "e questi ultimi hanno già dichiarato il loro appoggio a fornire il sostegno finanziario necessario". In una recente legge approvata dal Parlamento italiano sulla "Ricostruzione nei Balcani" è previsto un specifico capitolo di spesa proprio in merito ad attività connesse alla valutazione dell'impatto ambientale ed eventuali operazioni di bonifica.
"Alcune alterazioni cromosomiche sono state riscontrate su chi ha partecipato ad operazioni di bonifica nei mesi successivi ai bombardamenti" ha dichiarato Haavisto. La constatazione è stata riportata anche all'Organizzazione Mondiale per la Sanità che ha però risposto che "a così pochi mesi di distanza è impossibile si possano verificare tali alterazioni". Haavisto ha poi aggiunto che se la situazione nel sud della Serbia è altamente preoccupante, quella in Kossovo è ancora più grave. "Nella provincia kossovara più di 120 obiettivi sono stati colpiti con proiettili all'uranio impoverito e a tutt'oggi alla popolazione locale non è stata data alcuna informazione su come comportarsi per ridurre i rischi alla propria salute" (Agenzia Tanjug, 30.04.02).
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