Due partiti autonomisti delle due regioni si sono coalizzati per meglio promuovere il tema della regionalizzazione. "E' una mossa strategica per le prossime elezioni parlamentari" chiarisce Dijana Vukomanovic, analista politica.

02/12/2002 -  Anonymous User

La lega dei socialdemocratici della Vojvodina (LSV) e la lega della Sumadja (regione della Serbia centrale) hanno nei giorni scorsi firmato un accordo che prevede un'ampia collaborazione per promuovere i rispettivi programmi. Nello specifico intendono "battersi" fianco a fianco per la regionalizzazione del sistema istituzionale serbo.
Il segretario generale della LSV, Bojan Kostres, ha chiarito come i due partiti siano arrivati sino a discutere di una possibile unificazione. Ha aggiunto che questo è un momento chiave per il futuro della Serbia e che nella nuova Costituzione occorre sia prevista più autonomia sia per la Vojvodina che per la Sumadja.
E' stato anche creato un gruppo di lavoro il cui compito sarà quello di indagare sugli ambiti di possibile collaborazione.
Branislav Kovacevic, leader della Lega per la Sumadja, ha chiarito come i due partiti sono sempre stati vicini e che non hanno mai concluso nessun tipo di accordo con il regime di Milosevic. Quest'ultimo ha poi aggiunto che i processi di regionalizzazione sono stati satanizzati durante il regime di Milosevic. "Anche allora proponemmo il concetto di regionalismo per risolvere la crisi Jugoslava, ma allora non venne accettato, speriamo la reazione sia diversa con l'attuale governo della Serbia".
Kovacevic ha poi ricordato che tra qualche giorno la Vojvodina verrà accettata nella Società delle euro-regioni, in un incontro a Napoli, e Nenad Cacak parlerà in quell'occasione della necessità che altre regioni della Serbia entrino in quest'organizzazione".
"Occorre che la Sumadja abbia una propria assemblea, un proprio governo ed un proprio budget. La stessa Belgrado dovrebbe avere uno status del tutto particolare", ha aggiunto sempre Kovacevic chiarendo come l'unificazione dei due partiti non sia da escludere, "per sfruttare al meglio il forte consenso che già abbiamo tra l'elettorato".Dijana Vukomanovic, analista politica, vede quest'accordo tra i due partiti come una mossa strategica in vista delle prossime elezioni parlamentari. "Sono partiti relativamente piccoli, che in ambito nazionale rischierebbero di non superare lo sbarramento del 5%. Restano loro quindi due possibilità: entrare nella grande coalizione DOS oppure creare un'alleanza tra loro, sembra abbiano scelto quest'ultima strada" ( Politika, 28.11.02).


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