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Caro Triste,
rispondo volentieri alla sua ultima osservazione. La scelta di una cittadinanza e' una scelta che dev' essere fatta in piena liberta'. Gli "ex-jugoslavi" ai quali lei si riferisce avrebbero comunque potuto optare per la cittadinanza delle repubbliche di provenienza (ad es. Croazia, Serbia, Bosnia Erzegovina, Macedonia...) oppure richiedere quella dello stato di residenza (Slovenia). Il periodo prescritto dal governo (6 mesi) riguardava esclusivamente questa scelta, cioe' la cittadinanza. Il problema in questione e' pero' che nel 1992 a quelle migliaia di persone che per motivi diversi non avevano inoltrato richiesta di cittadinanza nel periodo previsto, furono tolti anche i basilari diritti di residenza. E questo e' l' aspetto piu' problematico, non solo per me, ma anche e soprattutto per i piu' eminenti esperti di diritto sloveni e internazionali (tra cui i giudici costituzionali) che hanno stabilito che tale cancellazione fu una violazione dei piu' elementari diritti umani. Le faro', per sua migliore comprensione, un esempio molto concreto e a me vicino, quello di mia madre. Nata in un paese croato nei pressi di Fiume (Rijeka), si trasferi a Capodistria nel 1952. Da allora ha sempre vissuto qua con tutti i diritti, compreso quello elettorale. Dopo l' indipendenza, convinta che per i cittadini come lei non sarebbe cambiato nulla (promessa ribadita nella dichiarazione solenne approvata dal parlamento sloveno prima del referendum proindipendenza-ma dopo l' indi
rispondo volentieri alla sua ultima osservazione. La scelta di una cittadinanza e' una scelta che dev' essere fatta in piena liberta'. Gli "ex-jugoslavi" ai quali lei si riferisce avrebbero comunque potuto optare per la cittadinanza delle repubbliche di provenienza (ad es. Croazia, Serbia, Bosnia Erzegovina, Macedonia...) oppure richiedere quella dello stato di residenza (Slovenia). Il periodo prescritto dal governo (6 mesi) riguardava esclusivamente questa scelta, cioe' la cittadinanza. Il problema in questione e' pero' che nel 1992 a quelle migliaia di persone che per motivi diversi non avevano inoltrato richiesta di cittadinanza nel periodo previsto, furono tolti anche i basilari diritti di residenza. E questo e' l' aspetto piu' problematico, non solo per me, ma anche e soprattutto per i piu' eminenti esperti di diritto sloveni e internazionali (tra cui i giudici costituzionali) che hanno stabilito che tale cancellazione fu una violazione dei piu' elementari diritti umani. Le faro', per sua migliore comprensione, un esempio molto concreto e a me vicino, quello di mia madre. Nata in un paese croato nei pressi di Fiume (Rijeka), si trasferi a Capodistria nel 1952. Da allora ha sempre vissuto qua con tutti i diritti, compreso quello elettorale. Dopo l' indipendenza, convinta che per i cittadini come lei non sarebbe cambiato nulla (promessa ribadita nella dichiarazione solenne approvata dal parlamento sloveno prima del referendum proindipendenza-ma dopo l' indi