Si apre domani ufficialmente la campagna elettorale in Slovenia. Si voterà il 21 settembre. Secondo i sondaggi, Il partito del premier Janez Janša è il primo tra i singoli partiti, ma non ha i numeri per la maggioranza
Venerdì 22 agosto, in Slovenia, ha inizio ufficialmente la campagna elettorale per il rinnovo della Camera di Stato. Alle elezioni che si terranno il 21 settembre gli elettori sloveni sceglieranno tra il centro-destra capitanato dal Partito democratico (SDS) dell'attuale premier Janez Janša e il centro-sinistra dove i più avvantaggiati risultano i socialdemocratici di Borut Pahor.
Secondo gli ultimi sondaggi sarebbe l'SDS a condurre, superando di qualche punto i socialdemocratici, ma nel computo totale il partito del premier non ce la farebbe ad ottenere una maggioranza assoluta in parlamento contando sugli attuali alleati di coalizione. L'SDS si è infatti rafforzato a scapito degli alleati della destra, la Nova Slovenija (NSI) e il Partito Popolare Sloveno (SLS) che, stando ai rilievi statistici, potrebbero non superare la soglia del 4 per cento.
Quasi certamente invece ce la farà l'ultranazionalista e xenofobo Partito Nazionale Sloveno (SNS) di Zmago Jelinčič che potrebbe rivelarsi un prezioso alleato di Janša. Ma c'è chi specula anche sulla possibilità di una "grosse koalition" tra Janša e Pahor, anche se questi ha a più riprese smentito ogni possibilità in merito.
A sinistra - se i numeri lo renderanno possibile - l'ipotesi più verosimile è quella di una coalizione tra i socialdemocratici, i liberal-democratici (LDS) guidati da Katarina Kresal, la prima donna leader politico in Slovenia e il partito Zares con alla testa Gregor Golobič, già influente segretario generale dell'LDS e delfino dello scomparso presidente Janez Drnovšek.
Si è invece ritirato dalla corsa La Slovenia è nostra (SJN) il partito di Boris Popovič, il controverso sindaco di Capodistria, che da un mese ormai tapezza la Slovenia con i suoi jumbo manifesti. Visti i sondaggi poco promettenti Popovič ha deciso di non subire una seconda sconfitta dopo la sonora batosta inflittagli alle recenti amministrative di Isola dal suo ex alleato, ma ora acerrimo avversario, Tomislav Klokočovnik.
Non ce la fa ad entrare in pista nemmeno il neocostituito partito democratico-cristiano sloveno (KDS) che si presenta quale alternativa conservatrice al partito del ministro del tesoro Andrej Bajuk (NSI).
La campagna elettorale verterà sui pregi e difetti dell'attuale governo e, naturalmente, anche sui casi di corruzione e clientelismo che - secondo l'opposizione e una buona fetta dell'opinione pubblica slovena - la gestione Janša in questi ultimi quattro anni non ha fatto che ingigantire in termini esponenziali.
Il caso che sta esplodendo come una bomba a grappolo in questi giorni è l'acquisto di una partita di blindati 8x8 finlandesi Patria, "per le necessità che impongono i doveri della Slovenia nella Nato", spiega il ministro della Difesa Karl Erjavec, presidente del Desus, il partito dei pensionati che spera di poter entrare in parlamento, anche se solo per un pelo.
L'azienda "Patria" è attualmente sotto inchiesta che è stata ordinata dalla procura finlandese per alcuni presunti casi di corruzione in Egitto e Slovenia. Di recente alcuni esponenti del gruppo sono stati arrestati, mentre è di questi giorni la notizia delle dimissioni a sorpresa del direttore della società, Jorma Wiitakorpi, anche lui indagato per corruzione. A Lubiana intanto qualcuno sta sudando freddo e nessuno ha ancora ordinato l'avvio di un'inchiesta vera e propria sul caso.
Janša preferisce esibire i successi della recente presidenza slovena dell'Ue e a chi lo critica sbandiera numeri e statistiche che avallerebbero il dato di una notevole crescita economica e di un sensibile calo della disoccupazione. Dati, questi, che però non convincono gli economisti più critici, preoccupati dall'inflazione che in Slovenia è attualmente del 6,9% e di una recessione che potrebbe bussare forte alla porta da un momento all'altro.
Il primo duello televisivo tra i favoriti, Janša e Pahor, si è svolto pacatamente. Ma la campagna elettorale è solo agli inizi. Per quanto riguarda i seggi specifici garantiti alle due minoranze presenti in parlamento la novità arriva da Capodistria. Dopo ben 5 mandati consecutivi il deputato italiano Roberto Battelli, alle elezioni del 2004 candidato unico, sostenuto dai vertici della minoranza, dovrà questa volta confrontarsi con il socialdemocratico Aurelio Juri che ha deciso di candidarsi per il seggio specifico nel tentativo di evitare l'ennesima scelta obbligata di un candidato unico per la minoranza.
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