A fine maggio previsti incontri con giornalisti, associazioni e sindacati di categoria, emittente pubblica e agenzia nazionale di stampa: i partner del Media Freedom Rapid Response vogliono preparare un report in vista del semestre di presidenza slovena dell'UE che parte a luglio
La permanenza della pandemia ha convinto i partner del consorzio MFRR a non rinviare ulteriormente una missione prevista da tempo: anche senza poter essere presenti nel paese, gli esponenti di IPI, ECPMF, Article 19, EFJ, FPU e OBCT cercheranno di illuminare le questioni più gravi che in Slovenia compromettono un buon funzionamento dell'informazione e mettono a rischio il lavoro dei giornalisti.
Un serie di incontri online avrà il compito di raccogliere materiali e testimonianze per la stesura di una relazione che sarà presentata proprio alla vigilia dell'inizio del semestre di presidenza sloveno dell'UE. Sotto la regia della Federazione europea dei giornalisti (EFJ) e dell'International Press Institute (IPI), in collaborazione con l'Associazione slovena dei giornalisti (DNS), gli incontri ospiteranno anche esponenti della società civile, accademici e membri dell'Europarlamento, nonché rappresentanti delle istituzioni slovene.
Non mancheranno l'emittente pubblica e l'agenzia di stampa, di recente oggetto di pressioni e ingerenze da parte del governo sloveno.
Scopo della missione è comprendere che cosa è cambiato nello scenario sloveno, che nell'ultimo anno ha visto un deteriorarsi preoccupante della libertà di stampa. Se poi cadranno le restrizioni di viaggio, in autunno il consorzio MFRR ha in programma una visita concreta in Slovenia, a Lubiana, per incontrare di persona altri funzionari e rappresentanti politici.
Nell'ultimo anno, i partner MFRR si sono fatti sentire esprimendo preoccupazione per l'acuirsi di attacchi contro giornalisti ed emittenti, e campagne denigratorie da parte di figure pubbliche compreso il primo ministro Janša, che di recente ha attaccato l'agenzia di stampa STA. Altre questioni oggetto della missione saranno la sicurezza dei giornalisti, l'abuso delle querele e il pluralismo dei media.