Turchia: la forza di Twitter
4 giugno 2013
La Turchia in queste ore è ancora percorsa dalle manifestazioni di piazza ma la protesta ha una cassa di risonanza che amplifica le voci sia all'interno del paese che all'estero.
I social network, così come nei recenti movimenti di protesta dei paesi arabi, stanno avendo un ruolo determinante; con un tam-tam incessante hanno contribuito a radunare i cortei di questi giorni e a documentare con foto e video lo sproporzionato uso della forza da parte della polizia nei confronti dei manifestanti.
Il timore per questo dilagare di informazioni è stato colto dal premier Recep Tayyip Erdoğan che ha definito Twitter una "disgrazia" per la nazione.
Mentre le televisioni locali hanno quasi completamente ignorato le proteste, le informazioni e le notizie hanno viaggiato sui social network. Sul sito di Aljazeera sono riportate le statistiche relative agli accessi del 30 maggio scorso quando, alle 16:00 ora locale, risultavano inviati già 2 milioni di tweets con hashtags legati alla protesta, come ad esempio # direngezipark (950.000 tweets), # occupygezi (170.000 tweets) o # geziparki (50.000 tweets).
Per i nostri lettori che volessero seguire le proteste su Twitter, suggeriamo gli aggiornamenti continui dei nostri corrispondenti
Fazıla Mat @fazilamat
Alberto Tetta @albertotetta
Arzu Geybullayeva @arzugeybulla
(FONTE: http://www.aljazeera.com)
Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l'Europa all'Europa.
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