Le autorità turche hanno spiccato un mandato d'arresto per 42 giornalisti. La Fnsi chiederà un incontro al presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri italiani per avviare iniziative contro tali arresti
Fonte: FNSI - Federazione Nazionale Stampa Italiana
Siti internet oscurati. Radio e televisioni chiuse. Migliaia di arresti di giudici, professori, militari, impiegati pubblici. E ora arriva anche il carcere per i cronisti scomodi. La situazione in Turchia peggiora ogni giorno che passa.
La mattina del 24 luglio le autorità turche hanno spiccato un mandato d'arresto per 42 giornalisti, per presunti legami con il predicatore Fethullah Gülen, accusato di essere l'ispiratore del fallito golpe del 15 luglio. «È necessario che le istituzioni europee intervengano contro le epurazioni di massa in corso in Turchia. I governi europei – è l’appello della Fnsi – devono intervenire».
In questo senso, «va condivisa e sostenuta con forza – dicono il segretario Raffaele Lorusso e il presidente Giulietti – la presa di posizione del presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, contro gli arresti di massa di magistrati, giornalisti e insegnanti in corso in Turchia. È auspicabile che la volontà del governo italiano di attivarsi affinché siano ristabilite le regole dello Stato di diritto e cancellati i bavagli a giornalisti e magistrati turchi trovino il sostegno degli altri governi e delle istituzioni europee e si trasformino in azioni concrete nei confronti di chi sta mettendo in atto la repressione».
Secondo il quotidiano Hurriyet, il mandato d'arresto è stato emesso dal procuratore capo di Istanbul, Irfan Fidan. E anche se nessun cronista è stato ancora arrestato, tra i giornalisti colpiti da mandato d'arresto ci sono anche molti nomi noti, tra i quali quello di Nazli Ilicak, 72 anni, firma di punta di molti quotidiani, commentatrice televisiva ed ex parlamentare, da tempo critica nei confronti del presidente Rece Tayyip Erdogan.
«Dopo il sit-in nei pressi dell'ambasciata turca – spiegano il segretario Lorusso e il presidente Giulietti – la Fnsi è convinta che le iniziative di mobilitazione debbano moltiplicarsi, anche a livello europeo, così come il sindacato dei giornalisti italiani ha già richiesto agli organismi internazionali dei giornalisti».
Per questa ragione, la Federazione nazionale della stampa italiana chiederà un incontro al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro degli Esteri «per parlare – concludono i vertici della Fnsi – delle iniziative che intende mettere in atto anche a livello internazionale».
E intanto sindacati, associazioni e Ong scrivono una lettera aperta all'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli Affari esteri, Federica Mogherini.
Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto